Le verità di Sauta sulla gestione dell'Istituzione dei Servizi sociali

Le verità di Sauta sulla gestione dell’Istituzione dei Servizi sociali

Redazione

Le verità di Sauta sulla gestione dell’Istituzione dei Servizi sociali

giovedì 04 Dicembre 2008 - 00:06

Così l'ex presidente ribatte punto per punto alle accuse dell'ex commissario Calarco: «Descrizione infamante e calunniosa, ne risponderà nelle sedi opportune»

Servono otto, fitte pagine a Elio Sauta (nella foto), ex presidente dell’Istituzione dei Servizi sociali, oggi consigliere comunale, per smontare punto per punto le accuse pesanti come macigni lanciate dall’ex componente della commissione commissariale della stessa Istituzione, Giovanni Calarco. Quest’ultimo, durante il periodo di commissariamento Vernaci (“reggente- di Palazzo Zanca era Gaspare Sinatra), faceva parte del Cda dell’ente-carrozzone, e nel febbraio scorso mise nero su bianco una lunga relazione sulla presidenza Sauta, resa nota alla I commissione consiliare il 10 novembre. Una «descrizione che nulla ha a che vedere con l’operato dell’ente nel periodo in cui ne sono stato presidente – scrive Sauta – e che sembra rispondere più a logiche di convenienza personale e campanilismo politico che non ad una necessità di trasparenza gestionale per l’interesse della comunità». Secondo Sauta Calarco non riesce «a produrre un solo atto convincente a supporto delle proprie tesi».

Di contro, l’ex presidente dell’Istituzione, confermando la volontà di tutelarsi in sede legale, passa a controbattere punto per punto alle dichiarazioni di Calarco. Punto primo: «Non ho mai esautorato i componenti il Cda e i provvedimenti di gestione ordinaria sono sempre stati presi, così come la normativa prevede, dal direttore generale». Sauta spiega anche che il caso riportato da Calarco in commissione, quello del contributo alle vedove ex Enaoli, era previsto da una determina sindacale e fu sottoposto al vaglio del direttore generale. Di conseguenza «non vi è mai stata complicità da parte di assistenti sociali né discriminazioni nel trattamento degli stessi».

Punto secondo: Sauta definisce falsa l’accusa di aver disposto ricoveri d’anziani in case di riposo senza rispettare l’ordine cronologico delle pratiche, smontando l’esempio riportato da Calarco di un anziano che «non aveva i requisiti necessari per il ricovero a Casa Serena», struttura gestita direttamente dall’Istituzione a differenza di Collereale, dove invece la sorella dell’anziano ne aveva chiesto il ricovero. «Non vi è stata negligenza o discriminazione – puntualizza dunque Sauta – bensì una gestione rispettosa delle risorse finanziarie disponibili».

Passando avanti, è «falso e calunnioso» il punto in cui Calarco scrive di accordi stipulati in spregio ad ogni regola di incompatibilità con enti privati di formazione, in cui Sauta figurava nei consigli direttivi. «Non sono mai stati stipulati accordi che prevedessero impegno finanziario da parte dell’Istituzione con gli enti di formazione di cui faccio parte» ribatte Sauta, riferendosi ad Aram, Lumen ed Esofov. «I registri sono regolarmente consultabili – aggiunge – e l’unica collaborazione con gli enti di formazione citati riguarda progetti di servizio civile, senza alcun onere finanziario per l’Istituzione né guadagno per gli stessi enti».

Altra accusa pesante rivolta da Calarco e che Sauta definisce falsa e calunniosa è quella di aver abusato del ruolo di presidente operando con “coercizione- nei confronti di alcune cooperative sociali per ottenere l’iscrizione di loro personale proprio ai corsi tenuti dall’Aram, così come «totalmente falso e privo di fondamento» è il quinto punto, in cui l’ex commissario dell’Istituzione afferma che Sauta avrebbe svolto “a porte chiuse- selezioni pubbliche per l’assegnazione di personale ai corsi di Servizio volontario civile. Selezioni, ribatte Sauta, che «si sono svolte nel rispetto della normativa vigente». Qui si torna ai protocolli d’intesa sottoscritti con Aram e Lumen, accordi dai quali, chiarisce Sauta, «gli Enti non traevano alcun vantaggio economico». Qui l’ex presidente dell’Istituzione sottolinea che invece il vantaggio economico si rilevava nel protocollo d’intesa di simile natura siglato nel 2005 proprio da Calarco con l’associazione “Penelope-.

E ancora, Calarco scriveva che il Cda presieduto da Sauta aveva acquisito o fatto acquisire forniture di materiale per l’Istituzione presso ditte già fornitrici di materiale all’Aram. «C’è un’unica ditta che l’Istituzione e l’Aram avevano in comune – è la replica – e risultava già fornitrice dell’Istituzione al momento del mio insediamento, e da diversi anni anche». Sauta si toglie un sassolino dalla scarpa: «E’ strano che il dott. Calarco si sia lasciato sfuggire un dettaglio simile, considerato anche il fatto che proprio in quel periodo, e fino al novembre dello stesso anno, per quella stessa ditta lavorava sua figlia».

Ultimo punto contestato, quello relativo all’affidamento a gara del centro Polifunzionale di San Filippo (importo totale 2 milioni 340mila euro) senza che ci fossero a disposizione nel bilancio vigente le somme necessarie. Secondo Sauta, invece, la copertura finanziaria c’era, perché nel bilancio di previsione 2007, approvato il 16 aprile 2007 (siamo in piena amministrazione Genovese), «era previsto un maggiore trasferimento a favore dell’Istituzione per i Servizi sociali, pari a 2 milioni di euro». Solo a ottobre sarebbe stato deciso il decremento di 1,6 milioni di euro dai 2 milioni previsti. «In assenza di copertura finanziaria – continua Sauta – l’Istituzione stessa aveva deciso di rispettare i contratti in corso e non rinnovare quelli in scadenza». A dicembre l’ulteriore taglio da 2 milioni di euro operato da Sinatra, nonostante il quale «il commissario Vernaci, subentrato nella gestione del Cda da me presieduto, ha presentato un bilancio di previsione che non prevedeva l’ultimo taglio di 2 milioni di euro, determinando un debito fuori bilancio».

La conclusione di Sauta è netta: «La relazione presentata dal dott. Calarco appare superficiale, scarsamente documentata, facilmente ribaltabile nelle sue conclusioni e mirata esclusivamente a gettare fango sull’operato dell’Istituzione, sul Cda e sulla mia persona. Di tutto questo sarà chiamato a rispondere nelle sedi opportune».

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