Rivoluzione nelle partecipate del Comune, l’amministrazione punta alla mobilità interna

La riorganizzazione della macchina comunale fortemente voluta dal segretario generale Antonio Le Donne non si ferma all’interno di Palazzo Zanca. L’amministrazione Accorinti va oltre e guarda alle sue partecipate nell’ottica di una totale rimodulazione del personale. Parola d’ordine sarà “ottimizzazione delle risorse disponibili”. Lo ha spiegato lo stesso segretario Le Donne che insieme al Sindaco e al vice sindaco Guido Signorino ha avviato un percorso che mira ridurre gli esuberi e distribuire personale lì dove è necessario, senza licenziamenti, ma con una riorganizzazione che terrà conto anche delle esigenze e delle necessità delle varie aziende partecipate del Comune. Amam, Messinambiente, Ato e Feluca fanno dunque parte a pieno titolo di questo progetto, per l’Atm si deve invece capire se il suo status giuridico di azienda speciale consente comunque di poter attuare operazioni di mobilità interna tra le aziende “figlie” del Comune.

Sabato scorso si è già svolto un primo incontro tra l’amministrazione e i dirigenti delle partecipate. “Abbiamo chiesto a tutte le società una relazione dettagliata su attività, numero dei dipendenti, costi, piante organiche. Dallo studio di questa documentazione decideremo come mettere in atto la mobilità interna” ha spiegato Le Donne.

Si sa già che ad esempio l’Amam da tempo è in deficit di personale, appena pochi mesi fa c’era stato il braccio di ferro tra il Sindaco Accorinti e il presidente della partecipata Alessandro Anastasi per quel bando di mobilità regionale che avrebbe portato nuovi dipendenti all’Amam praticamente all’insaputa dell’amministrazione. L’avviso fu quasi subito ritirato, era stato deciso di avviare invece un atto di interpello rivolto ai dipendenti comunali o a quelli delle partecipate. Da allora però nulla. Sono trascorsi altri cinque mesi e l’Amam attende ancora di reperire: 1 Dirigente amministrativo, 1 Dirigente tecnico, 1 avvocato, 2 laureati in ingegneria di VII o VIII livello, 3 ragionieri di VI o VII livello, 4 geometri di VI o VII livello, 4 diplomati di V e VI livello, 14 operai di III o IV livello. I primi posti da coprire saranno dunque all’azienda meridionale acque.

“Ma obiettivo della rimodulazione è anche un miglior utilizzo delle risorse disponibili” ha poi aggiunto il vice sindaco Signorino, dunque trasferimenti di personale anche in base a competenze, titoli, utilità di impiego in un settore piuttosto che in un altro. In generale ciò non comporterà un risparmio sul costo totale del personale, ma lo farà sulla singola azienda. Prendiamo il caso Messinambiente e Ato3: trasferendo un tot numero di lavoratori in un’altra partecipata si andrebbero a ridurre i costi per le due società, di conseguenza ci sarebbe un risparmio sul costo della gestione rifiuti e dunque sulla tassa che i cittadini pagano. Altri risparmi potrebbero avvenire sui costi dei tanti servizi che producono o di cui usufruiscono le società. Per fare un altro esempio si potrebbe ipotizzare una grande officina unica, magari quella Atm, in cui potrebbero essere trasferiti tutti i lavoratori che hanno mansioni e qualifiche adeguate a quel ruolo e che contestualmente potrebbe divenire l’unica grande officina di tutti i mezzi di proprietà (diretta o indiretta) del Comune. Un’unica officina per l’intero autoparco, con personale misto e con un notevole costo in meno rispetto a tutti i servizi che in questo momento vengono esternalizzati. All’inizio, ha spiegato ancora Signorino, verrebbe fatto un atto di interpello volontario per vedere cosa accade, poi si passerebbe ad una fase più operativa. Sistema previsto dalla legge, esattamente dall’ultima legge di stabilità nei comma che vanno dal 563 al 568.

Il percorso è ancora alle primissime battute ma l’intenzione, adesso anche più di prima, è di andare fino in fondo e capire se ci sono le possibilità per creare una sorta di grande “contenitore” di cui faranno parte tutti i lavoratori. La formula è ancora in fase di discussione e confronto, ieri mattina Messinambiente ha già portato la sua relazione, ma il commissario Armando Di Maria assicura che a Messinambiente non ci sono esuberi, solo inidonei la lavoro. Adesso si dovrà solo attendere. Ciò che è certo è che la riorganizzazione del personale avverrà a prescindere, qualunque sarà il futuro delle singole partecipate.

Francesca Stornante