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Reggio Calabria. Villa Aurora al buio, lettera aperta dei residenti

Sono circa due anni che via Villa Aurora, a pochi passi dall’ospedale Riuniti, rimane completamente al buio. Adesso i cittadini residenti nella zona sono stanchi e dopo decine di segnalazioni, telefonate all’Urp, mail e perfino l’invio di due Pec certificate agli uffici competenti, non ne possono più e si affidano ai media per porre al centro dell’attenzione un problema che in altre città sarebbe stato risolto in poche ore.

Illuminazione fai da te

Da più di due anni la zona in cui abitiamo è al buio e nonostante le ripetute sollecitazioni che noi residenti abbiamo inoltrato all’Amministrazione comunale nessuno ha provveduto a risolvere il problema. E’ superfluo rimarcare il ruolo fondamentale che riveste l’illuminazione pubblica nel progetto urbano che tra l’altro garantisce sicurezza e orientamento per i cittadini. In più costretti, visto il totale disinteresse dell’amministrazione pubblica alle nostre sollecitazioni, a impiantare delle luci esterne sopra ogni portone che insiste nella stessa via per non restare completamente al buio e per non favorire a tal modo atti di ordinaria violenza, scippi, furti, rapine e altro che il buio ovviamente favorisce.”

Forti incoerenze

“Quello che ci stupisce di più e che mentre si parla di grandi progetti, come il
“Waterfront” e di una città al centro delle culture del Mediterraneo, non solo non riesce a garantire da anni un corretto smaltimento della spazzatura ed una normale manutenzione stradale ma c’è da aggiungere adesso un servizio di illuminazione pubblica che esiste solo sulla carta, e non solo in via Villa Aurora, e la quasi inutilità degli uffici preposti che, anziché mettersi al servizio dei cittadini, preferiscono ignorare qualsiasi richiesta. Davanti a tutte queste inefficienze che mettono in luce lo stato di prostrazione di una città totalmente in ginocchio, ci appelliamo a quei pochi politici, di qualsiasi colore, che abbiano ancora a cuore le sorti della città e che considerano la politica come servizio e non come occasione di coltivare solo ed esclusivamente interessi personali”.