Valorizzazione e recupero del centro storico: dal “quadrilatero” a largo San Giacomo

Due tavoli tecnici in una settimana per cercare recuperare e stringere i tempi sulla riqualificazione del centro storico della città. A convocarli, presso la sede dell’assessorato ai lavori pubblici, il “padrone di casa”, Gianfranco Scoglio, che con colleghi e collaboratori ha fatto il punto sia sugli interventi da effettuare nel quadrilatero via XXIV Maggio, viale Boccetta, via Garibaldi e via T. Cannizzaro, sia sulle attività da effettuare nell’area archeologica di largo San Giacomo.
Sul primo aspetto Scoglio e il collega di giunta Puglisi (assessore al commercio), hanno evidenziato la necessità che Messina si riapproprio di aree pedonali, in una visione turistico-commerciale che tenga conto delle memorie storiche ed esalti l’offerta di servizi della città”. Sono state approfondite le questioni legate alla definizione del piano particolareggiato, comprese le norme di attuazione relative all’utilizzo del suolo pubblico per l’allocazione di strutture pertinenziali agli esercizi commerciali e la definizione di sistemi perequativi per favorire utilizzo di materiali ed opere di arredo consoni al decoro della città ed al paesaggio. La progettazione sarà inserita nel prossimo piano triennale delle opere pubbliche, che dovrà essere esaminato dal Consiglio comunale, per attingere alle risorse finanziarie previste dal Por Sicilia.
Riguardo invece la valorizzazione degli spazi alle spalle della Cattedrale, “battuti” da centinaia di turisti che spesso non mancano di scattare foto, purtroppo imbarazzanti, per immortalare il degrado di quelle aree, l’intenzione è quella di creare tutte le sinergie istituzionali per definire gli interventi da realizzare nella zona di Largo S. Giacomo. Un contributo importante verrà fornito dalla dottoressa Gabriella Tigano, responsabile della Unità operativa 10, beni archeologici della Soprintendenza e dal dirigente del dipartimento urbanizzazioni primarie e secondarie del Comune, ing. Antonio Amato. A largo S. Giacomo, dodici anni fa fu aperto un cantiere di scavo che ha permesso una parziale lettura dell’antica chiesa, il cui impianto originario è databile in un periodo compreso tra la dominazione normanna della città e il successivo periodo svevo (seconda metà XI – prima metà XII secolo). Si tratta dunque di una delle rare testimonianze della Messina normanna, forse contemporanea alla costruzione della Cattedrale normanna (l’antica chiesa di S. Maria La Nuova, distrutta dai terremoti). E’ stata messa in luce una parte del perimetro murario, e sono stati inoltre rintracciati resti di sei pavimenti della chiesa antica, tutti in mattonelle di cotto di diversa forma e dimensioni.

Ieri intanto la giunta Municipale ha approvato il provvedimento che autorizza il sindaco a sottoscrivere con la Provincia regionale e i professionisti di architettura/ingegneria/design/belle arti, classificatisi nella graduatoria di selezione, l’atto costitutivo dell’Associazione temporanea di scopo per “Le Scalinate dell’Arte – Circuito incubatore di arte contemporanea”. Il progetto del Comune prevede la riqualificazione del sistema delle scalinate che dalla via XXIV Maggio accedono al PalAntonello, in particolare le scalinate Caglià – Ferro, Sant’Anna, San Gregorio, la Rampa della Colonna, la Rosa Donato, la Rampa Operaia e la scalinata Mons. Francesco Bruno. Tutte le scalinate fanno parte del sistema previsto dall’ing. Luigi Borzì nel Piano Regolatore del 1909, per superare i salti di quota nelle aree più acclivi della città. La tipologia delle scalinate enfatizza infatti quel carattere scenografico che Borzì volle dare alla città ricostruita, con la classica composizione a tenaglie della parte terminante sul viale Principe Umberto.