Inizia oggi la settimana più lunga e determinante per le sorti dell'ospedale Piemonte

Inizia oggi la settimana più lunga e determinante per le sorti dell’ospedale Piemonte

Rosaria Brancato

Inizia oggi la settimana più lunga e determinante per le sorti dell’ospedale Piemonte

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domenica 04 Ottobre 2015 - 22:03

Inizia oggi la settimana decisiva per le sorti del Piemonte. Sabato alle 8 il Pronto soccorso, su disposizioni di Vullo, dovrà chiudere ogni attività. Restano 5 giorni per scongiurare il peggio. Dopo il sì del ministro Lorenzin all'accorpamento in giornata è atteso a Palermo l'arrivo del parere favorevole. Giovedì mobilitazione dei Comitati per salvare il nosocomio.

Quella che inizia oggi sarà una settimana cruciale per le sorti del Piemonte. Allo stato attuale dei fatti, e cioè se non arriveranno provvedimenti di vertice in merito a deroghe o revoche, il Pronto soccorso, su disposizione del dg del Papardo Michele Vullo chiuderà battenti per sempre alle 8 del 10 ottobre. Quella data sarà l’inizio dello smantellamento. Il primo atto urgente è lo stop alla delibera di chiusura. L’assessore Gucciardi ha dichiarato d’aver già parlato con Vullo in tal senso ed anche Accorinti ha spiegato d’aver predisposto gli atti per un’eventuale ordinanza in qualità di massima autorità cittadina. Se il manager del Papardo non dovesse fare alcuna marcia indietro è quindi più che probabile che interverranno i vertici regionali. Adesso è il momento dei fatti. Il ministro Lorenzin ha dato l'ok ed n giornata si attende il parere del Ministero della salute in merito all’ipotesi di accorpamento con l’Irccs. L’orientamento del ministero, come già detto, è quello di stabilire dei paletti: 1) le risorse provenienti dal Ministero sono destinate alla ricerca, pertanto sarà il Ministero a “vigilare” sulla loro destinazione e sul loro utilizzo, per evitare carrozzoni e poltronifici e garantire che il Polo di riabilitazione sia un’eccellenza e non un’occasione sprecata 2)il Pronto soccorso dovrà essere gestito dal Policlinico Universitario, che tra l’altro con l’Irccs ha in comune la ricerca. Il rettore Navarra, che sin dal 7 settembre in prefettura ha detto che se il Pronto soccorso dovesse chiudere battenti il Policlinico non potrebbe materialmente sopperire da solo all’emergenza, ha dato la sua disponibilità all’ipotesi gestionale.

Dopo l’ufficializzazione del parere il passo successivo, secondo quanto spiegato dallo stesso assessore, è il passaggio in Assemblea regionale del ddl Picciolo-Formica.

I tempi non sono comunque brevissimi e c’è anche il rischio, da mettere in conto, che l’Ars impallini il disegno di legge. Proprio per questo la chiusura del Pronto soccorso con almeno 20 giorni di anticipo rispetto alla tabella di marcia originariamente ipotizzata, deve essere scongiurata. Il pericolo più grande che Messina corre è vedere il Piemonte trasformato in un Margherita 2.

L’auspicio è che questa sia la settimana dei fatti.

Stamane conferenza stampa alle 10.30 dei Movimenti e del Comitato salvare il Piemonte per annunciare la mobilitazione dell’8 ottobre alle 17.30.

I Comitati, insieme alla UilFpl chiedono al sindaco di fermare il tentato omicidio del nosocomio.

Sulla vicenda si registra la nota di Saro Cucinotta, coordinatore del tavolo tematico "Pubblica Amministrazione e Welfare" dell'associazione CapitaleMessina :"Pur senza entrare nel merito dell’applicazione della Legge Balduzzi, non si comprende come sia stato possibile che le Autorità sanitarie abbiano potuto disporre la chiusura di un Pronto Soccorso che, in media, negli ultimi cinque anni ha effettuato 40.000 interventi annui (cioè più di cento al giorno), e soprattutto alla luce delle reiterate affermazioni dei responsabili del Policlinico, primo tra tutti il Rettore Navarra, sull’impossibilità per la struttura universitaria di fornire ulteriori aggiuntive prestazioni di emergenza. Il tutto in una Città che presenta gravi rischi sismici ed idrogeologici in considerazione dei quali, a gennaio, il capo del Dipartimento della Protezione Civile Gabrielli dichiarava di considerare il Piemonte come il primo presidio medico strategico di riferimento nel piano di protezione civile; logica, prima ancora che competenza specifica, avrebbe voluto che la chiusura del Pronto Soccorso fosse concertata, e non meramente comunicata, dalle Autorità sanitarie locali al Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio".

Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera comunale Antonella Russo che ha invitato il sindaco a farsi portavoce presso l’assessore regionale affinchè bloccasse in deroga il provvedimento di chiusura disposto da Vullo in adozione alla nuova pianta organica. La Russo ricorda infatti sia gli impegni presi da Gucciardi in occasione del vertice del 7 settembre in merito al mantenimento del Pronto soccorso che la necessità di scongiurare la chiusura del 10 ottobre soprattutto in vista delle successive fasi che dovrebbero scaturire dal ddl e dalle decisioni del Ministero della salute.

Rosaria Brancato

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