Natale 2015 a Messina, se a mancare non sono solo luminarie ed addobbi …

Anche nel 2015 il Natale a Messina sarà sottotono. Con poche luci, nessun addobbo e zero orpelli in giro per la città. Le uniche iniziative in cantiere verranno realizzate con il contributo dei privati. Per gli amministratori di Palazzo Zanca, da tre anni a questa parte la giustificazione è sempre la stessa: il Comune ha le casse vuote e mancano le risorse per “vestire” la città con luci e colori.

Secondo alcuni osservatori, la politica di austerity della giunta Accorinti in occasione delle festività natalizie non fa che scoraggiare ulteriormente i messinesi, privati anche di quell’atmosfera unica da vivere solo in questo periodo dell’anno; secondo altri, invece, è lo strumento migliore per amministrare con rigore e senza sprechi la cosa pubblica, tracciando un solco con le precedenti amministrazioni.

In questo momento, i difensori dell’una o dell’altra tesi infiammano il dibattito in città, diventato anch’esso una tradizione “natalizia”, spostando l’attenzione da temi ed argomenti sicuramente più importanti, a proposito dei quali il discrimen tra superfluo ed essenziale non lascia invece spazio a teorie o interpretazioni .

Luminarie ed addobbi, infatti, non sono le uniche cose che mancano a Messina in questo dicembre 2015. Quando siamo ormai alle soglie del 2016, il Comune di Messina è ancora sprovvisto degli strumenti finanziari più importanti: i bilanci. Più precisamente mancano all’appello consuntivo 2014 e previsionale 2015. Alla luce delle modifiche sollecitate dal Collegio dei revisori dei conti con una fitta corrispondenza durata oltre 4 mesi, il rendiconto 2014 è stato recentemente emendato dalla giunta con una nuova delibera, che integra quella esitata a giugno scorso. Adesso bisognreà attendere che i revisori dei conti diano parere, consentendo al documento economico-finanziariao di arrivare in Consiglio Comunale, cui spetta l’ultima parola. Quest’anno verrà peggiorato persino il record del 2014, quando il consuntivo venne approvato dall’Aula il 2 dicembre. Il bilancio di previsione 2015, invece, resta ad oggi uno oggetto sconosciuto e per il terzo anno consecutivo sarà un atto privo di qualsasi programmazione politica, configurandosi come un semplice resoconto contabile approvato a dicembre, quando ormai tutti gli impegni dei vari Dipartimenti sono stati assunti.

Oltre ai bilanci, al comune di Messina mancano ancora oggi certezze sull’esito del piano decennale di riequilibrio, a cui sono legate le uniche speranze dell’ente di evitare il dissesto (che peraltro secondo alcuni è già in atto) . Esitato dal Consiglio comunale nella sua versione rimodulta il 28 febbraio 2015 (la prima versione era stata adottata il 2 settembre 2014), lo scorso ottobre il Ministero dell’Interno ha chiesto una nuova modifica e la giunta Accorinti si è impegnata con Roma a portare all’attenzione dei consiglieri la relativa delibera. Tuttavia, alle parole non sono ancora seguiti i fatti.

Alla manovra finanziaria decennale sono strettamente correlati i contratti di servizio con le società partecipate, considerati dalla Corte dei Conti strumenti imprescindibili ai fini della sostenibilità del piano. Dopo essere stato “prudentemente” ritirato per non essere bocciato, il contratto di servizio con l’Amam proprio ieri mattina ha fatto nuovamente capolino in commissione bilancio nella sua nuova versione, ma non mancano dubbi e perplessità dei consiglieri comunali. Il contratto di servizio con l’Atm ad ottobre è stato esitato in commissione con astensione tecnica, ma non è ancora approdato in aula consiliare. Il contratto di servizio per la gestione dei rifiuti rientra nella delibera sul piano Aro, che dopo essere stata bocciata dal Collegio dei revosori dei conti è in fase di rielaborazione da parte dell’esecutivo.Oggi come un anno fa, il Comune di Messina non ha formalmente adottato neanche un contratto di servizio.

Un’altra mancanza che pesa in quel di Palazzo Zanca è il dato finale relativo alle transazioni che il Comune sta chiudendo con i propri creditori. Si tratta anche in questo caso di un tassello fondamentale per la credibilità del piano di riequilibrio, che mira a definire tutta la massa debitoria di Palazzo Zanca da sanare nei dieci anni coperti dal fondo di rotazione nazionale. A tal proposito, la consigliera Antonella Russo ed i rappresentanti di LabDem accusano peraltro il Comune di non aver tenuto conto degli interessi e di aver sottostimato il valore degli accordi transattivi.

La situazione economico-finanziaria del Comune di Messina resta incerta anche a causa del mancato allineamento contabile con le società partecipate. Il sindaco Accorinti continua a ripetere come un disco rotto che finalmente dopo anni l’Atm ha approvato il bilancio aziendale. Peccato che senza il passaggio Cnsiglio comunale, unico organo ad avere competenza in materia, quell’atto non abbia alcun valore e non certifica il ricoscimento da parte dell’ente dei numeri inseriti in bilancio dall’azienda di via La Farina.

Riassumendo, in questo natale 2015, a Palazzo Zanca mancano ancora: bilanci, contratti di servizio, la nuova rimodulazione del piano di riequilibrio, l’allineamento contabile con le partecipate, gli accordi transattivi con i creditori. Il Natale si preannuncia buio, e non solo per l’assenza di addobbi e luminarie.

Danila La Torre