A San Michele la messa in sicurezza non è un miraggio. Sciacca: «Creare innanzitutto una viabilità sicura»

Allo stato attuale la situazione appare disperata, eppure, nel villaggio San Michele, la messa in sicurezza potrebbe non essere poi così complicata. A seguito della lettera inviata dal Comitato Spontaneo di cittadini “Per la rinascita di San Michele”, in cui i residenti hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per la condizione di abbandono e pericolo che interessa strada e torrente, abbiamo parlato con l’ing. Capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, per capire se, ed eventualmente quando, siano stati presentati progetti riguardanti la zona: «Negli ultimi anni non è stato presentato nulla, era stata avanzata solo una richiesta, qualche anno fa, per realizzare una villetta nello spazio vicino la Chiesa, ma niente di più». Una possibilità, quella di creare uno spazio sociale, che pur se figurando anche tra le ultime richieste dei cittadini, non può che essere successiva alla messa in sicurezza della zona. Che, come detto, anche per Sciacca, potrebbe essere possibile, ripristinando innanzitutto una viabilità sicura: «Si potrebbe pensare di creare un’altra corsia per il passaggio delle macchine, dall’altro lato del torrente, in modo da consentire la circolazione in un senso e nell’altro senza creare intoppi».

Altra possibilità, ma ciò solo dopo avere messo in sicurezza gli argini del torrente, recuperare dello spazio realizzando un’opera a sbalzo, tipo balcone, in modo da creare anche parcheggi ed evitare, così come invece avviene tutt’ora, di parcheggiare le macchine nel letto del corso d’acqua. Abitudine, quest’ultima, indubbiamente da condannare, ma, purtroppo, frutto del progressivo rilascio, negli anni, di concessioni edilizie senza la realizzazione delle contestuale opere di urbanizzazioni, ma frutto anche del disinteresse che, come dimostrato dalla mancanza di qualsiasi progetto di messa in sicurezza, è stato mostrato rispetto alla condizione del villaggio di San Michele: come detto ieri terra di nessuno, o se preferite “terra di mezzo”.