Sentita rievocazione del valoroso passaggio della fiamma olimpica a Messina nell'Olimpiade XVII del 1960

Sentita rievocazione del valoroso passaggio della fiamma olimpica a Messina nell’Olimpiade XVII del 1960

Sentita rievocazione del valoroso passaggio della fiamma olimpica a Messina nell’Olimpiade XVII del 1960

giovedì 19 Agosto 2010 - 13:41

L'esperienza indimenticabile dei 46 tedofori che hanno fatto la storia dello sport nella città dello Stretto

50 anni fa, la “scintilla rubata agli Dei” scoccò ancora in Grecia, prendendo la forma della fiaccola olimpica, l’immagine per eccellenza delle Olimpiadi. La fiamma olimpica, dal peloponneso era in direzione verso Roma. Ad attenderla alla caserma di Giardini Naxos, 46 tedofori. Valorosissimi atleti vent’enni che per avere l’onore di portare la fiaccola olimpica fino alla Batteria Masotto alla passeggiata a Messina, dovettero superare selezioni durissime per le quali erano necessarie preparazioni ferree che duravano anni. L’attesa degli atleti per l’arrivo della fiamma era colma di eccitazione e trepidazione tanto che la notte della vigilia dell’evento non dormì nessuno. Una notte insolita nella quale la realtà più fedele dei fatti superò la più accesa delle fantasie e delle immaginazioni; alle porte della caserma, una numerosa folla si accalcò spinta dal desiderio di avere delle fiaccole olimpiche. I tedofori colmi di coraggio uscirono dalla caserma con le fiaccole in mano incontrando la popolazione, ma fu proprio in quel momento che accadde il più grande colpo di scena: la tanto attesa fiamma olimpica arrivò in quei precisi istanti sbarcando dalle navi della marina militare fra la gioia dei presenti tutti.

Finalmente i 46 giovanissimi atleti portarono con onore la fiaccola a Messina fino alla Batteria Masotto dove ebbero il privilegio di accendere con essa il tripode cittadino. “Da allora abbiamo creduto e crediamo sempre in ciò che facciamo ogni giorno”, dice a gran voce oggi uno degli illustri tedofori a 50 anni dall’evento. 50 anni che non hanno smosso di un millimetro lo spirito forte e giovanile, proprio come in quei memorabili tempi, di questi signori che hanno fatto la storia dello sport a Messina. Uomini che vivevano appieno e davvero la celebre frase latina “Mens sana in corpore sano”, all’insegna del sacrificio, dell’ostinazione, della determinazione, ma ancor prima, degli altissimi valori di amore e passione verso lo sport, e quindi verso la vita, che incarnano da sempre lo spirito delle Olimpiadi colmo di unione, pace, lealtà e solidarietà fra i popoli. Spirito che si rispecchia nel concetto che nella vita l’essenziale non sta nella vittoria, ma nell’essenza della competizione leale.

Questa mattina si è ravvivato tutto ciò grazie ad una piccola rievocazione scenica di quei momenti, durante la quale i ventenni tedofori del 1960, si sono reincontrati per riaccendere quel tripode assieme tenendo alto al cielo con passione ed amore la maestosa fiaccola olimpica. A loro è stata dedicata, sul molo Marina del Nettuno, la mostra fotografica in bianco e nero raffigurante quei momenti indimenticabili e la consegna delle targhe di premiazione.

Giosè Venuto

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