Caso Manduca, a novembre su Rai1 la battaglia giudiziaria messinese dei figli

Dalla tragica realtà alla fiction, da Palagonia a tutta l’Italia. Passando per Messina. La storia di Marianna Manduca, la trentaduenne di Palagonia uccisa dal marito 11 anni fa, dopo 12 denunce inascoltate, è diventata ormai per tutto il Paese una vicenda simbolo della violenza contro le donne, ma soprattutto di quelle storture e i paradossi della giustizia che spesso è inefficace nel difendere le vittime. “Insieme a Marianna” oggi è la sigla di una onlus che lavora in tutta Italia per portare nelle scuole l’educazione civica alla non violenza.

Mentre la sua vicenda, ma soprattutto la battaglia giudiziaria dei figli nei confronti del mancato intervento della giustizia, condotta a Messina, sarà raccontata da una fiction prodotta sulla Rai che andrà in onda a fine novembre su Rai 1, interpretata da Vanessa Incontrada e Giorgio Pasotti. I nostri figli” è il titolo del film, girato tra Palagonia e Senigallia, dove i tre figli di Marianna adesso vivono. E proprio di loro racconterà soprattutto la fiction che andrà in onda sulla rete ammiraglia della Rai, della loro lunga battaglia giudiziaria vinta soltanto a metà, con la sentenza del giugno 2017.

Tra qualche giorno , l’11 ottobre, i giudici di secondo grado si occuperanno di riesaminare quel verdetto. Lo ha chiesto l’Avvocatura dello Stato, a tutela dei magistrati condannati, e lo hanno chiesto anche i legali dei ragazzi, Licia D’Amico e Alfredo Galasso.

Per i due avvocati, infatti, la sentenza è appunto una vittoria solo a metà. Ai ragazzi, rimasti orfani della madre e tolti al padre, che sconta dietro le sbarre la condanna per l’omicidio di Marianna, è stato riconosciuto il risarcimento per i soli danni materiali, e non quelli immateriali. “Vedremo come si pronunceranno i giudici di secondo grado – dice l’avvocato D’Amico – e vediamo cosa ne pensano la Corte europea di Strasburgo".

Si torna in aula giovedì della prossima settimana, per una nuova puntata della vicenda che ha preso le mosse nel 2007 con l’omicidio di Marianna. Una morte annunciata, la sua. Con il coltello in mano, sotto gli occhi del suocero e i tre figli nei pressi, il marito Saverio Nolfo glielo aveva promesso “ Io ti ucciderò”. P

roprio con quel coltellaccio da cucina ha poi tolto la vita a quella giovane donna del catanese, che lavorava in uno studio di geometra, legatissima ai suoi tre bambini. Per se stessa e per loro aveva più volte denunciato il marito.

Ma ben due giudici, malgrado la pila di documentazione, non lo avevano arrestato. Un mancato intervento della magistratura che secondo i figli, cresciuti come propri da uno zio che abita nelle Marche, è stata concausa della morte della loro madre. Per questo hanno chiesto i danni ai magistrati, ottenendo a Messina una sentenza storica (leggi qui)