I suoi legali: "Non condividiamo le motivazioni, ci appelliamo al Cga". Il seggio rimane a Laccoto
MESSINA – Il Tar per la Sicilia (prima sezione, presidente Salvatore Veneziano, consiglieri Anna Pignataro e Francesco Mulieri) ha dichiarato “inammissibile”, respingendolo, il ricorso proposto da Luigi Genovese, che così resta fuori dal Parlamento regionale siciliano.
Di diverso avviso i legali dell’ex deputato, Marcello Scurria e Francesca Andò: “Per il Tar di Palermo, che ha richiamato una giurisprudenza ormai superata, le evidenti incongruenze contenute in numerosi verbali sono soltanto formali e, comunque, meri errori. Non condividiamo le motivazioni del Tar – concludono – e, pertanto, proporremo appello al Cga”.
Giuseppe Laccoto, di Prima l’Italia – Salvini premier, sindaco di Brolo ed ex Margherita e Pd, lo scorso settembre venne eletto con 4.790 voti, mentre la lista ne ottenne 14.154. Luigi Genovese ottenne 9.233 voti mentre la lista Popolari e Autonomisti 14.124 voti. Luigi Genovese, considerato che tutto si decise per una trentina di voti, puntò sul ricorso.
In una nota, Laccoto si è limitato a spiegare dal canto suo che “il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia con sentenza emessa oggi, ha dichiarato inammissibile il ricorso elettorale presentato dall’ex deputato regionale Luigi Genovese con il quale si chiedeva l’attribuzione del seggio all’Assemblea regionale siciliana, nel collegio provinciale di Messina, a danno della lista Prima l’Italia -Lega per Salvini premier che ha eletto Pippo Laccoto. I giudici amministrativi – conclude – hanno dichiarato inammissibile il ricorso principale e improcedibile il ricorso incidentale”.
Nel ricorso i legali di Genovese evidenziavano alcune presunte irregolarità, in particolare relative a 33 verbali e al calcolo, effettuato dall’Ufficio centrale elettorale del Tribunale di Messina, dell’attribuzione del 5%. Calcolo che lo aveva lasciato fuori dall’Ars ma che anche secondo il Tar è esatto.
“Il Collegio alla stregua delle norme richiamate ritiene che – poiché la cifra elettorale di lista è data dalla somma dei voti validi ottenuti da ciascuna lista nelle singole sezioni del collegio – al fine dell’assegnazione del numero dei deputati a ciascuna lista, tale dato è sufficiente e prevalente rispetto alla cifra individuale – data dalla somma dei voti validi di preferenza – riportati da ciascun candidato. Diversamente opinando, e cioè calcolando la cifra elettorale della lista dando la prevalenza al totale dei voti di preferenza e non ai voti di lista, si incorrerebbe nell’illogico risultato evidenziato dal ricorrente incidentale del venir meno della necessaria corrispondenza fra: a) il numero totale dei votanti e b) il numero risultante dalla somma del numero dei voti validi assegnati a tutte le liste circoscrizionali, del numero delle schede non valide, del numero dei voti assegnati alla sola lista regionale”, scrive il Collegio nel passaggio chiave della sentenza di oggi.

Come sono dispiaciuto, quasi piango, per consolarmi aprirò una bottiglia di riserva, credo che sia una buona occasione per bere un goccetto.
Sarà un dolore fortissimo per noi Messinesi…speriamo di poterlo superare!
A lavorare.
Ce ne faremo una ragione. Anzi ce la siamo già fatta.
Aspetto di vederlo assieme ai volontari che periodicamente ripuliscono le zone più degradate di Messina.
Se proprio vuole fare politica cominciasse dai fondamentali e non dalla vetta.
Cominciasse a lavorare sul serio.
Col patrimonio di famiglia non credo che abbia bisogno di lavorare.