Tre storie ad “alta gradazione sessuale” tratte dai racconti di Bukowsky

Ad Alice Sgroi e Francesco Bernava si deve questa riuscita drammatizzazione, prodotta da MezzAria Teatro, portata in scena il 26 e 27 al Teatro 3Mestieri di Messina, liberamente ispirata ai racconti di Charles Bukowski, ad alto tasso erotico, come è noto. I due autori dello script ne sono stati anche ottimi interpreti, maneggiando con maestria un materiale esplosivo e incandescente, un congegno dialettico che si è palesato agli spettatori – come sempre assai numerosi e partecipativi – attraverso tre storie accomunate dal “fil rouge” di sondare il denso magma che scaturisce dal rapporto fra il maschile e il femminile. Si discetta su “quel tipo di movimento”, che determina incontro dei corpi e degli individui nella coppia, sempre con elegante ironia; e così, con l’ausilio di elementi scenici ben misurati, di colore rosso, in evidente contrasto con il nero, protagonista- gradazioni queste riprese anche negli abiti e negli accessori indossati dai protagonisti- si sono snodate tre situazioni contrassegnate tutte da un riuscito amalgama fra sesso e ironia. Le musiche, melodie di repertorio, ben note, hanno segnato i confini tra gli episodi. In “Time-Lapse” un uomo e una donna ripercorrono il loro rapporto affettivo, fin dai primi istanti, e il circuito entro cui si muovono, pur apparendo chiaramente ripetitivo, è arricchito ad ogni ripartenza da una rinascita che, pur piccola, è sussistente. “Trentacentimetri” affronta poi la trasformazione di un uomo in oggetto sessuale da parte della sua donna, una biondona prorompente, attraverso un amore surreale, di erotica connotazione, certo, ma che è pur sempre una forma di amore. “Scotch and Seta”… infine, con una lei che esercita il mestiere più antico del mondo – sempre in abiti succinti – e un lui che ne accetta tali impieghi erotici e tutto il relazionarsi diviene scoperta e movimento, che talora è evolutivo, tra l’altra involutivo, fino al tragico finale. Un altro obiettivo centrato da Stefano Cutrupi e Angelo Di Mattia, rispettivamente direttore artistico e direttore amministrativo e organizzativo del giovane, ma collaudato, teatro, che anche in questa stagione sta indubbiamente ponendo “Radici per restare” ben inserito com’è nel panorama messinese.