Nations Award nel nome della non violenza

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Tosi Siragusa

Nations Award nel nome della non violenza

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lunedì 16 Luglio 2018 - 06:27

Dal Teatro Antico di Taormina un apprezzabile messaggio a difesa delle donne in una passerella senza una precisa identità

Venerdì 13, in piazza Politeama, davanti all’omonimo teatro palermitano, si sono stagliate sul basolato 144 sagome disegnate di donne (in macabra rappresentazione di quelle realmente uccise in egual numero nel 2017): il messaggio è stato “Nessuno tocchi Rosalia”, la Santuzza simbolo di quella città e metafora del femminile sacrificato. Anche l’edizione 2018 del Premio “de quo”, svoltasi nelle giornate del 12 e 13 luglio, si è delineata sotto l’egida della lotta alla violenza contro le donne, con dibattiti a tema, con finalità dichiarata di innescare un percorso di tutela giuridico – sociale, e in via propedeutica, di sensibilizzazione delle coscienze, e prevenzione; e così, nella mattinata del 13 presso l’Hotel “NH Taormina” – ove il 12 si era anche tenuto il convegno organizzato da EvenTao di Michel Curatolo – è stata presentata e sottoscritta la Carta di Taormina, che impegna il mondo del volontariato e le Istituzioni nella lotta alla violenza.

L’associazione Mede@ è stata promotrice dell’iniziativa, anche se ha suscitato perplessità l’assenza, per mancato coinvolgimento, dei tanti operosi Centri anti-violenza che ogni giorno si spendono sul territorio. Il tema centrale anche della serata del 13, di premiazione c/o il Teatro Antico di Taormina di personaggi rilevanti in ambito internazionale e nazionale, quali esponenti del mondo culturale e dello spettacolo, è stato il messaggio di non violenza, con attenzione anche alle privazioni di libertà e alle molestie sessuali che ne fanno parte e purtroppo caratterizzano ancora la condizione femminile anche nei c.d. civili paesi del mondo occidentale. Non sono stati valorizzati appieno poi la Banda musicale Meccanizzata “Aosta” (che ha anche intrattenuto il pubblico presente, prima dell’inizio della serata, con brani da Gershwin a Morricone e poi aperto l’evento con l’Inno Europeo e quello Italiano) e la giovane Orchestra Sicula di 52 elementi diretta dal Maestro Raimondo Capizzi (sul finale arricchita anche dalla presenza di un Coro) che ha eseguito brani musicali cinematografici. Il Premio Istituzionale delle Nazioni è stato conferito all ’On. Stefania Prestigiacomo e al magistrato Caterina Chinnici, la prima, scelta per essere stata fra le promotrici dell’istituzione del numero 1522 l’8 marzo del 2006, ha fatto riferimento alla necessità di consapevolezza culturale e rispetto, e la seconda, premiata quale donna impegnata e valente magistrato, ma anche per la sua attività al Parlamento Europeo, ha evidenziato quali esigenze prioritarie il supporto ai giovani per educare le coscienze degli uomini di domani e una mirata attenzione ai bambini che assistono alle aggressioni ( che talvolta hanno esiti letali,divenendo “orfani speciali”) contro le madri, ritenendo che questa violenza di genere si debba configurare quale forma di violazione dei diritti fondamentali. Ulteriore premio Istituzionale è stato poi conferito al Prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, che ha espresso piena condivisione a questa battaglia di civiltà. Piera Detassis, Piera Degli Esposti e Claudia Cardinale hanno ricevuto il “Premio Cinematografico delle Nazioni”, accettandolo con sobrietà e intelligenza: la prima, esperta giornalista, che ha ideato e curato eventi cinematografici e raccolto la difficile ed entusiasmante eredità della presidenza dell’Ente “David di Donatello”, ed è stata presidente e poi direttore della “Festa del Cinema” di Roma, ha auspicato grande tenacia e resistenza femminili e il “guardare a chi sa fare meglio”, ritenendo giustamente anche che i volti noti non debbano coprire la quotidianità; la seconda, attrice, scrittrice e poetessa, ha poi definito la Sicilia, “terra che conosce il dolore” aggiungendo che sovente le donne sono per così dire “immortali rispetto al dolore” e che “il premio ricevuto sarà collegato a ciò che si deve ricordare”; Claudia Cardinale, definita “un nome, un mito”, ha letto il suo personalizzato ringraziamento per il Premio alla carriera conferitole in questa edizione consacrata alle donne, aggiungendo di voler dedicare il riconoscimento a tutte le donne che nei 175 film ai quali ha preso parte ha impersonato e come la dignità femminile sia ancora purtroppo concetto così vago, da far rallentare l’umanità tutta rispetto alla costruzione di un nuovo mondo. La Cardinale, accolta con una autentica ovazione dal numeroso pubblico, da Ambasciatrice UNESCO, ha firmato per prima la Carta di Taormina, ed è stata sicuramente l’ospite di eccezione per la sua valenza internazionale e le origini siciliane, pur essendo nativa di Tunisi. Lucia Ocone, ancora, attrice televisiva, cinematografica e teatrale, ma anche imitatrice di eccezione, e Marina Rocco, deliziosa nella sua versatilità, sono state artiste più giovani destinatarie del premio. Fra gli attori premiati Vinicio Marchioni, interprete cinematografico,teatrale e televisivo, che ha affinato sempre più le sue competenze artistiche, Clayton Norton, interprete del personaggio di Thorne nella serie Beautiful, e soprattutto Daniel Bruhl, che dopo il brillante esordio in Goodbye Lenin, si è imposto nel ruolo di Niki Lauda, in Rush di Ron Howard, ha interpretato anche Bastardi senza gloria di Tarantino, Il sapore del successo accanto a Bradley Cooper, è stato Barone Zemo in Captain America: Civil War e affiancato Emma Watson in Colonia e oggi è presente nei panni di Laslo Kaizler nella serie tv di Netflix L’alienista con Dakota Fanning. Presente e premiata anche Jessica Notaro, ex finalista di miss Italia, sfregiata con l’acido nel gennaio del 2017 a Rimini dall’ex fidanzato, e ancora la dott.ssa, che a Trecastagni, nella notte fra il 18 e 19 settembre 2017 ,è stata oggetto durante una guardia medica di aggressione e violenza (che ha voluto ricordare Roberta Zedda che, in pressochè analoga situazione, non è purtroppo sopravvissuta) e le mamme di Laura e Giordana, ennesime vittime in rappresentazione di quello che sbagliando definiamo femminicidio, ma che sarebbe preferibile chiamare, come sostiene Guido Ceronetti, ginecidio, per non evidenziare l’aspetto della donna unicamente quale” femmina e fattrice”. Non amo la definizione “Stati Generali”, termine ai nostri tempi in voga, sovente a sproposito, utilizzato anche dagli addetti ai lavori per questa iniziativa, ma confido che si possa comunque, avendo apposto, da parte delle Istituzioni e di alcuni esperti delle scienze giuridico-sociali, il focus sull’urgenza di un percorso di comprensione e approfondimento di un fenomeno che quotidianamente mina le esistenze e si impone sui media, contribuire ad approntare con ciò impulso ad una mirata attività legislativa, che possa fungere da tracciato per le forze dell’ordine, Non possono più rilevare le mere intenzioni di “fare rete”e “fare sistema”, altre espressioni abusate,che ove, come sin qui accaduto, non siano seguite da fatti, é ormai evidente , come non possano essere di alcun concreto ausilio, riducendosi a formule vuote.

Ciò detto, sicuramente il Premio delle Nazioni, come originariamente concepito e ideato dal grande critico cinematografico Gian Luigi Rondi – venuto a mancare due anni orsono – era altro: la serata,certo di intenti condivisibili e apprezzabili, si è snodata infatti senza una precisa identità e specificità, fra elencazioni di sponsor e media partner, clip, premianti – per lo più scelti fra le autorità regionali (ho apprezzato il riferimento alla figura tragica di Antigone ricordata ben a proposito da Carmelo Briguglio, in rappresentanza dell’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana) e locali, fra i parlamentari, come Urania Papatheu o quali personaggi legati al premio, come il consulente artistico Claudio Masenza – e premiati, spezzoni di film (spesso non correlati alle musiche in quel momento proposte dal vivo) e alcune piccole gaffes della conduttrice Tiziana Rocca – che, giova ricordare, unitamente a Curatolo, è anche produttrice del Premio attraverso “Agnus Dei” – che è anche apparsa a volte poco sensibile e un po’ sbrigativa con alcuni ospiti – una vetrina, insomma, una passerella, ove anche i premi conferiti non avevano per lo più alcuna attinenza alla tematica della violenza di genere, soprattutto per gli ospiti di sesso maschile e con eccezione di alcune figure femminili attente e sensibili ai problemi sociali in generale.

Tosi Siragusa

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