Una nostra lettrice scrive al nostro direttore, indignata per lo stato di abbandono in cui versa la casa abitata da Giovanni Pascoli nel suo soggiorno messinese
Egr. direttore,
sono una messinese -in esilio – da quasi 40 anni, per motivi di lavoro.
Ormai non torno più neppure per le vacanze sia perchè non ho più parenti sia perchè il mio concetto di vacanze mal si coniuga alla situazione di una città che offre poco al turista.
L’ultimo mio viaggio, nel 2004, è stato un incubo, sia perchè 14 ore di treno, da Roma in giù sono insopportabili, sia perchè, pur disponendo di un piccolo appartamento, spostarsi verso il mare o qualsiasi altra direzione, dalla zona torrente Giostra, è un viaggio sulla luna.
Ma questo è il preambolo.
Sono reduce da uno zapping domenicale su varie reti televisive per trovare un programma decente, cosa in estate quasi impossibile.
Su una rete locale del triveneto, TV2000, trasmettevano una delle puntate di una serie dedicata a scrittori e poeti e ai loro epistolari scritti durante i periodi passati lontano dalla loro città.
Clicco e vedo la Madonnina, il porto, l’Università, e tiro l’occhio e l’orecchio.
Il cronista racconta del periodo trascorso a Messina da Giovanni Pascoli, dove, per inciso, ha scritto una delle sue più belle poesie -L’aquilone-, e mostra un rudere, una catapecchia semidistrutta, che non sono riuscita dall’esterno a collocare,anche se mi sembrava nelle vicinanze di via Garibaldi o forse quelle che si chiamavano Case Cicala, al Muricello.
Continua dicendo che è stato accompagnato li da un cronista locale (Sergio De Domenico o Di Giacomo…non ho afferrato bene) e si sofferma su quanto resta di quel luogo abitato dal poeta e rimasto in quello stato dal 1908.
Certo, ci sono ancora le baracche (ma non quelle del terremoto!…catapecchie costruite da chi non ha voglia o non può pagare un affitto!), ci sono tanti problemi e ne avete parecchi leggendo il Vostro giornale e i commenti dei lettori e non si può pretendere che ci si occupi di un rudere che fu residenza di un Poeta.
Mi viene allora in mente che a 5 km da casa mia ha abitato per qualche tempo Pier Paolo Pasolini.
La casa dove visse è da anni trasformata in Centro culturale, biblioteca e luogo di aggregazione, così come una costruzione rurale dove durante la guerra
Pasolini insegnava a leggere e scrivere ai contadini.
Senza nulla togliere a Pasolini, credo che lo spessore di Pascoli non abbia niente da invidiare al precedente.
Vedere quell’abbandono mi ha fatto venire in mente quello che mi dissero tempo fa dei conoscenti sbarcati per qualche ora durante una crociera…..-Messina?-…una bella donna vestita di stracci puzzolenti !!!!!
Mi sono vergognata ma ho dovuto convenire che forse non avevano tutti i
torti.
Cordiali saluti
D.Barbaro
(la foto in basso che ritrae la casa di Pascoli è di Massimo Mastronardo)
