Furci. Bagno di folla per Salvini fra nuovi leghisti e gamberi rossi di Mazara

FURCI SICULO. Sindaci e assessori. Professionisti e tante gente comune, residenti e vacanzieri. Sono giunti dai paesi vicini, da Messina e dal versante tirrenico. Largo Petroselli è troppo piccolo per accogliere il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini.

L’attesa è lunga. Giunge con un’ora e mezza di ritardo (l’arrivo era previsto alle 19,45) dopo essere stato a Catania e Messina, al culmine di una giornata in cui si contano a decine i morti per il crollo del ponte che univa Genova. Prima c’è da adempiere al rito della diretta al Tg2 delle 20,30 ed anche su Rete 4. Per il collegamento viene scelta via Oriente, con sullo sfondo il “Palazzo Bianco”.

Il paese è blindato. Carabinieri e polizia ovunque. Passano 11 minuti da quando Salvini fa l’ingresso nella piazzetta che si affaccia sullo Jonio a quando si dirige al ristorante per la cena con i “nuovi acquisti” leghisti: spaghetti ai ricci, tartare di ricciola, pesce spada e gambero rosso di Mazara. E per concludere gelato al “Moro”. Un centinaio o poco più gli invitati. Selfie e strette di mano. Ad introdurre Salvini è il sindaco di Furci Matteo Francilia, fresco di incarico quale responsabile provinciale della lega. Palesa il suo orgoglio per aver portato nel suo paese il vicepremier.

Il primo pensiero è rivolto ai morti di Genova: “Non è possibile che crollino ponti e montagne”. Transitando sulla A 18 per trasferirsi da Catania a Messina Salvini vede la frana di Letojanni che giace lì da più di due anni e mezzo. “Non è tollerabile, serve una radiografia del territorio e lavoreremo per questo”, tuona. Immancabile il riferimento ai migranti. “Chiudi i porti” sbottano dalla “platea”. Urla a tutta l’Italia che “la Sicilia e la Calabria non sono terre di mafiosi “ma sono popolate da persone perbene, che non hanno niente a che vedere con questi schifosi”.

Infine si rivolge ai genitori ed ai nonni ed annuncia che a settembre ci sarà un giro di vite per togliere dagli ingressi delle scuole i venditori di morte, gli spacciatori. “Tira dritto – gridano in piazza – il popolo è conte te, Salvini”. Un bagno di folla. Nella quale si mescola anche il professore Dino Bramanti, candidato sindaco alle recenti amministrative di Messina. Da ieri insieme ad altri tre consiglieri ha ufficializzato la nascita del gruppo della Lega al Comune di Messina: “Ho ritrovato l’entusiasmo – taglia corto – dopo la sconfitta delle amministrative. Ci sono principi, dalla sicurezza all’immigrazione che condivido”. C'è anche il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni.

La comunità dei social è divisa. C’è anche chi non ha gradito la visita del leader leghista. A Furci si è assistito alla carica dei salviniani dell’ultima ora. Ma anche della… penultima. Dal deputato Carmelo Lo Monte all'assessore del Comune di Catania Fabio Cantarella, riferimento "verde" della Lega in Sicilia. Sul Carroccio sono saliti tanti pezzi della politica messinese. Salvini punta tutte le sue fiches su "amministratori locali che stanno a contatto con la gente".