"Vogliamo l'acqua dal rubinetto e una gestione pubblica delle risorse idriche"

“Vogliamo l’acqua dal rubinetto e una gestione pubblica delle risorse idriche”

Redazione

“Vogliamo l’acqua dal rubinetto e una gestione pubblica delle risorse idriche”

sabato 25 Ottobre 2025 - 10:20

Il Comitato ha promosso un convegno a Palazzo Zanca e presentato un nuovo dossier sulla situazione a Messina e in Sicilia. In primis la battaglia per l'acqua pubblica

MESSINA – “Perché non possiamo sapere che acqua beviamo?”. “Perché non viene sfruttata l’acqua delle sorgenti e dei pozzi di Messina?”. “Perché non mantenere la gestione dell’acqua in mani pubbliche?”. Sono solo alcune delle domande che il Comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” ha posto ad alta voce ieri a Palazzo Zanca in occasione del convegno “Acqua in Sicilia: quale futuro?” a cui hanno partecipato alcune realtà associative e di movimento siciliane. Nell’occasione è stato illustrato il contenuto del dossier che ora è disponibile sulla pagina fb del Comitato.

In particolare, hanno preso la parola diversi attivisti. Ciccio Mucciardi ha ricordato le battaglie del Comitato che proprio oggi compie un anno di attività. Rino Baeli ha illustrato le mappe delle ingenti risorse idriche presenti nel Comune di Messina. Mariangela Pizzo ha raccontato il caso dell’arsenico nell’acqua di Nizza. Patrizia Cammaroto ha esaminato le numerose richieste avanzate dal Comitato agli organi competenti, ottenendo “risposte ambigue e poco trasparenti”. Nicola Arena ha ricordato la battaglia per l’acqua pubblica contro la decisione della commissaria regionale dell’Ati di privatizzare la gestione del servizio idrico del messinese.
Dopo l’illustrazione del dossier sull’acqua a Messina la parola è passata alle realtà invitate.
Anna Bonforte, da Catania del Forum Acqua Bene Comune, ha ricordato la battaglia per l’acqua pubblica in Sicilia, evidenziando “l’importanza di agire in rete e di resistere alle minacce di privatizzazione che persistono in tutta la Sicilia”.
Giuseppe Maria Amato, da Enna di Legambiente Sicilia, ha messo in luce “l’incredibile stato in cui versano le dighe siciliane, documentato da un dettagliato report dell’associazione i cui contenuti si ritrovano ampiamente nella recente relazione della Corte dei conti sugli invasi siciliani”.
Stefano, un attivista da Palermo di Ape (Assemblea Popolare Ecologista), ha inserito il tema dell’acqua nell’ambito dei cambiamenti climatici e delle situazioni di marginalità economiche e sociale delle città siciliane.
Salvo Irrera, del Comitato Jonico Beni Comuni, ha inviato un documento con il quale ha ricordato “l’importanza della difesa dell’acqua come bene comune, confermando l’impegno che ci accomuna nella battaglia per una maggiore trasparenza nella pianificazione, realizzazione e gestione di opere e servizi pubblici”.
Poi il professore Palmiro Mannino, di Randazzo, ha parlato delle risorse idriche della Sicilia e in particolare della provincia di Messina.
“Nel corso del convegno è stata accolta con uno scrosciante applauso la notizia che la Corte dei Conti ha individuato diversi motivi per rifiutare la registrazione della delibera del Cipess sul progetto definitivo del ponte sullo Stretto, rimettendo la decisione all’organo collegiale della Corte. A conclusione del convegno, è stata annunciata l’adesione del comitato al Forum Acqua Bene Comune ed è stata data lettura del Manifesto del comitato”, concludono gli attivisti.

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