Bolognari: "De Luca a gamba tesa, ma Taormina ha capito. Pnrr e doppio binario la sfida" VIDEO

Bolognari: “De Luca a gamba tesa, ma Taormina ha capito. Pnrr e doppio binario la sfida” VIDEO

Carmelo Caspanello

Bolognari: “De Luca a gamba tesa, ma Taormina ha capito. Pnrr e doppio binario la sfida” VIDEO

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giovedì 06 Aprile 2023 - 07:25

VERSO LE ELEZIONI Il sindaco spiega perché si ricandida. "Il dissesto? Stiamo per chiudere con il passato". Si profila un anno record per il turismo. La posizione sul Ponte. E sulle frazioni...

di Carmelo Caspanello (riprese e montaggio Matteo Arrigo)
TAORMINA – Sindaco Mario Bolognari, iniziamo dallo slogan che dà il nome alla coalizione che lo supporta nella candidatura a primo cittadino: “Noi, Taormina”. Con la virgola…
“Noi dà il senso della collettività, della partecipazione, dell’inclusività. Nessuno è escluso, tutti sono ben accetti, accolti in un progetto che deve essere portato avanti dalla collettività. Taormina perché comunque sono elezioni amministrative, si parla tanto di che cosa è, che cosa deve essere la nostra città. E noi pensiamo di averle chiare le idee su questo punto”.
Nel 2021 è stato dichiarato il dissesto finanziario, Sono state dette tante cose e non sono mancate le polemiche. Si è giunti a debiti per circa 80 milioni di euro. Qual è la situazione reale?
“Abbiamo ereditato un piano di riequilibrio per 18 milioni di debiti. Abbiamo verificato che questa cifra era impraticabile ma soprattutto abbiamo avuto la bocciatura da parte della Corte dei Conti. Non è stata una scelta nostra, la dichiarazione del dissesto è stata obbligata. Oggi, non sono conti che ho fatto io bensì l’organismo straordinario di liquidazione, siamo arrivati a oltre 80 milioni di richieste. Non tutte saranno certificate e comprovate quindi si scenderà a circa 60 milioni. Grazie al dissesto c’è la possibilità di tagliare al 50%. Già i pagamenti stanno per essere effettuati, anzi già molti sono stati liquidati e quindi noi pensiamo che 25-30 milioni saranno sufficienti per chiudere con il passato”.
Il Pnrr (Piano nazionale di resistenza e resilienza) può cambiare il volto della Città e modernizzarla. Taormina ha presentato 25 progetti, quindici dei quali sono stati finanziati. E’ la sfida principale da vincere.
“Il Piano nazionale di ripresa resilienza è stato fatto per questo: è una grande quantità di denaro che l’Europa ha messo a disposizione dell’Italia. In questi giorni si discute sulla capacità del sistema Italia di spendere questi soldi, sappiamo quante polemiche sono sorte. Noi facciamo la nostra parte, tentiamo di realizzare delle opere che riguardano asili nido, scuole, convogliamento delle acque piovane, rigenerazione urbana, sentieri (su tutti ad esempio quello che conduce a Castelmola). Insomma, tutta una serie di opere che in tempi normali non si sarebbero mai potute realizzare. Dobbiamo invece approfittare di questa aiuto dell’Europa, trarne il massimo del beneficio”.
Per quanto riguarda il turismo, il 2023 potrebbe essere per Taormina un anno record. Le previsioni parlano di oltre 1 milione e 200mila presenze. Nel 2019 si raggiunse quota 1 milione e 100mila. Con la pandemia ci fu un crollo, fino al 75%…
“Nel 2019 avevamo raggiunto un milione e 150mila presenze. Poi c’è stato il covid, un colpo mortale di un meno 73% nel 2020 e di un meno 55% nel 2021. Nel 2022 abbiamo recuperato ma non totalmente e siamo arrivati leggermente sopra il milione considerato che dal primo gennaio al 31 marzo l’incremento dovrebbe essere del 20%. Io penso che andremo verso un milione e trecentomila presenze, che significherebbe record storico”.
Lei è stato il sindaco durante il biennio delicato della pandemia. Due anni non facili, sotto il profilo sanitario ma anche da un punto di vista economico considerato che Taormina è la principale località turistica siciliana.
“Proprio così, citavo il meno 73%, una botta enorme perché è vero che il settore turistico è uno dei più colpiti in Europa, nel mondo, in Italia ma rispetto a tutti gli altri Comuni italiani noi avevamo una quota del turismo straniero pari all’85%, pertanto siamo stati molto più penalizzati di altri, in quanto sostanzialmente non si volava più… Ciò ha determinato la perdita di posti di lavoro e la chiusura di piccole e medie imprese. La riapertura non è stata così automatica e semplice anche perché le cose non sono più tornate esattamente come prima. Sono molto cambiate. Il mercato internazionale del turismo è cambiato come tipologia, come fasce d’età, come reddito e spendibilità. Sono mutate le abitudini, le modalità. In sostanza, abbiamo dovuto ristrutturare la nostra offerta turistica cercando di rispondere alle nuove esigenze. La scelta che ho fatto nel periodo dell’emergenza pandemica è stata di mantenere innanzitutto la calma, la tranquillità e di far rispettare le regole con una continua informazione alla popolazione, che ha risposto molto bene soprattutto nel primo lockdown. Ricordo che a Taormina non abbiamo avuto neanche un caso fino al mese di settembre del 2020 e questa secondo me è stata una buona prova anche perché in molti pensano che questa fosse una città un po’ viziata. Ma Taormina nei momenti difficili sa reagire ed essere una comunità, come ha dimostrato”.
Il 23 marzo sono stati inaugurati i lavori per il raddoppio ferroviario nella tratta Fiumefreddo-Taormina. Lei ha detto di guardare a quest’opera con grande ottimismo. Porterà i turisti dall’aeroporto direttamente a Taormina, con un abbattimento notevole dei tempi. Inoltre quest’opera è parte di un disegno strategico che coinvolge le tre città metropolitane siciliane: Palermo, Catania e Messina.
“Tra Taormina, Giardini Naxos e Letojanni abbiamo un terzo delle presenze turistiche dell’intera Regione siciliana. Non è un caso che a quella inaugurazione sia venuto il presidente della Regione e con lui siano venuti il ministro Salvini, l’amministratore delegato di Rfi che è la più grande azienda pubblica italiana, anche molto efficiente e l’amministratore delegato di Webuild, Salini. Hanno capito che la Sicilia può veramente cambiare volto perché uno dei grandi problemi che noi abbiamo è che siamo distanti dal resto delle città importanti europee, dalle grandi capitali. Già è difficile e costoso arrivare in Sicilia ma poi il dramma è spostarsi all’interno della Regione. Investire sulle ferrovie significa investire sul futuro, su una innovazione che non ha pari. Io punto moltissimo su questo e la mia ricandidatura in qualche modo è anche giustificata da questo. Comunque sarà pesante, perché sette anni di scavi, di transito di mezzi, di presenza di oltre 1500 operai, non è una cosa da poco”.
Vede una connessione tra questa opera e il Ponte sullo Stretto?
“Io non sono innamorato del Ponte sullo Stretto. Non sono né a favore né contro, lo guardo in termini molto concreti. Certo, se non c’è il raddoppio della ferrovia è inutile che parliamo del ponte sullo Stretto. Mi sono permesso di dirlo di fronte al ministro Salvini ed anche lui si rende conto che senza queste opere complementari il Ponte sullo Stretto sarebbe una cattedrale nel deserto”.
Palazzo Corvaja, sede del primo parlamento siciliano, si illumina di nuovo grazie ad un finanziamento di oltre un milione di euro. Custodirà e racconterà la storia di Taormina.
E’ un lavoro che ha presentato diverse problematiche anche per l’aumento dei costi. Un milione e 300mila euro complessivamente. Il suo completamento avverrà nelle prossime settimane ed abbiamo già fatto una ipotesi di sottoscrizione di una convenzione con il Parco archeologico di Naxos e Taormina che ha tutti i reperti archeologici della città antica. Mi piacerebbe realizzare il museo che racconta la storia della città antica di Taormina. Nel piano di sopra, oltre 500 metri quadrati, ci sono dei saloni splendidi e pensiamo di allocare la collezione che ci è stata donata da Christian Dior pochi mesi fa: circa 200 fotografie originali con alcuni suoi cimeli compresa la macchina fotografica che si trova alle sue spalle e che è vincolata dalla Soprintendenza di Messina perché cimelio storico.
La politica è in fermento da settembre. Fughe dalla sua squadra verso il Movimento di Cateno De Luca e clamorosi ritorni. Cosa è accaduto? C’erano dei segnali che lasciavano presagire ciò nel corso dei cinque anni della sua sindacatura?
“Una parte della mia maggioranza desiderava che io mi mettessi da parte. Avevo spiegato molto bene che non mi sarei messo da parte a prescindere, preventivamente. Chi decide di mandare a casa il sindaco, democraticamente, è il cittadino attraverso lo strumento del voto e non quattro persone che riuniscono attorno ad un tavolo e decidono che tu debba farti da parte. D’altra parte su cinque anni avevo amministrato concretamente solo per tre anni a causa della pandemia e tante cose in cantiere, come quelle di cui abbiamo parlato, si sono concretizzate e vanno ultimate”.
C’erano stati dei segnali di scollamento nel corso dei cinque anni? Qualcuno dei più stretti collaboratori aveva manifestato la volontà di andar via, le aveva chiesto di fare un passo indietro?
“No. Tutto ha avuto inizio in autunno, dopo le elezioni regionali e nazionali. Prima non c’era stato alcun segnale. Avrei capito se avessero cercato un candidato alternativo in seno ai gruppi che avevano deciso di abbandonare. Non comprendo perché hanno deciso di accodarsi ad uno che viene dall’esterno. Vanno lì per fare cosa? Pensano di condizionare l’onorevole De Luca? Ho l’impressione, se lo conosco bene, che stiano sbagliando. Non riusciranno a condizionarlo. Certo l’intervento a gamba tesa dall’esterno (il riferimento è a De Luca, ndr) ha molto infastidito i cittadini, i quali non vedono di buon occhio la situazione venutasi a creare. Io sono abbastanza fiducioso”.
L’accusano di essere stato poco presente nelle frazioni, nelle periferie…
“Respingo questa accusa. Non è vero. Se ad esempio andiamo a guardare nell’elenco delle opere che sono state già finanziate nell’ambito del Pnrr, ci si rende conto che la maggior parte di esse riguarda le frazioni: il lungomare di Mazzeo, la scuola della stessa frazione, l’asilo nido di Trappitello, il risanamento di due strade sotto il profilo del convogliamento delle acque e la rigenerazione urbana a Bruderi. Questo giusto per fare degli esempi e sono tutte opere che non riguardano Taormina centro. Abbiamo avuto grande attenzione verso le frazioni ed i servizi ad esse destinati. Ciò è dimostrato dai progetti che sono stati finanziati.
Tre candidati a sindaco (Mario Bolognari, Cateno De Luca e Antonio D’Aveni). Come immagina la campagna elettorale che sta entrando nel vivo?
“Come le altre campagne elettorali. Con un intervento esterno a gamba tesa. Ma i taorminesi hanno già compreso…”.

2 commenti

  1. I taorminesi hanno compreso che Bolognari non potrà essere rieletto

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  2. Franco Fabiano 6 Aprile 2023 11:33

    È nella sua natura “portare scompiglio”. Negli ultimi tempi le cose non gli stanno andando tanto bene, forse perché le persone lo hanno “sgamato”, hanno capito a loro spese il personaggio in questione…per chi non l’avesse ancora inteso, mi riferisco al SUPREMO: signor Cateno De Luca!

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