Stamattina il presidio no ponte in piazza Lo Sardo. Intervista con la senatrice M5S Barbara Floridia. Il messaggio di "TItengostretto" da Villa
MESSINA – “Danni ambientali irreparabili dal ponte sullo Stretto. La stessa commissione Via-Vas ha dato il via libera al progetto ponte sullo Stretto ma ha messo nero su bianco questo effetto inquietante. Noi vogliamo che chi governa metta i soldi sui Fondi sviluppo e coesione per infrastrutture e servizi ma non su quest’opera devastante per Messina”. A sostenerlo, stamattina al presidio no ponte in piazza Lo Sardo, la senatrice del Movimento Cinquestelle Barbara Floridia.
Tanti gli interventi sul palco, con il coordinamento del segretario generale della Cgil di Messina, Pietro Patti. Tra gli altri, Armando Hyerace, segretario provinciale del Pd; la stessa senatrice Floridia; Alessandra Minniti (Europa Verde); Tonino Cafeo (Sinistra italiana). Da Patti e Hyerace a Cafeo, forte l’appello al sindaco Federico Basile: “Faccia come la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti. Il primo cittadino di Messina deve prendere posizione”.
Nel frattempo, il comitato No ponte Capo Peloro, con Daniele Ialacqua, ha raccolto le firme per una petizione indirizzata al presidente Mattarella affinché “rafforzi la sua vigilanza sull’operazione”. Da Emanuele Carlo, coordinatore dell’Udu, Unione degli studenti, una critica al governo: “Non pensa alle nuove generazioni e a chi è costretto ad andare via da Messina. Basta opere devastanti per il territorio”.















Da Titengostretto di Villa un “invito a coinvolgere il territorio, no al ponte nel nome della democrazia”
Questo il messaggio di Rossella Bulsei, presidente del comitato Titengostretto di Villa San Giovanni: “Buongiorno a tutte e a tutti i presenti a questo presidio, mi scuso per non esserci fisicamente e ringrazio Messina e i messinesi, i rappresentanti delle istituzioni, tutte le associazioni, i movimenti, i comitati, le organizzazioni sindacali e Daniele Ialacqua al quale affido queste mie brevi considerazioni.
Ho l’impressione che quanto sta avvenendo sia abnorme e surreale. All’indomani del parere positivo della Via-Vas, condizionato da 62 prescrizioni cui ottemperare un po’ prima un po’ dopo il progetto esecutivo, si conferma il modus operandi di ammettere con riserva un progetto che progetto non è. In più, si svuota il Fondo per lo sviluppo e la coesione, per foraggiare l’opera e garantirsi il via libera dal Cipess, ampliando la platea degli espropriati a tutti i siciliani e i calabresi, espropriati di quello che è realmente essenziale.
Nonostante una ricca propaganda, nonostante il favore di certa stampa, nonostante il tentativo di tacitare, anche per legge le voci del dissenso civile e non violento, il ponte sullo stretto, pur presentato come una soluzione, non riesce a nascondere di essere in realtà un costosissimo inganno che ha ormai manifestato tutte le sue criticità”.
“Il progetto ponte privo di garanzie”
Continua Rossella Bulsei: “E se anche si è intervenuti con i decreti ad-operam, essi aggirano l’ostacolo, ma non risolvono i problemi. E i problemi sembrano essere senza soluzione e rendono questo progetto irrealizzabile e privo di garanzie: i cavi, le faglie, il franco navigabile, aspetti ambientali, tecnici, giuridici e finanziari che certamente sono noti e dei quali si sarà già discusso con competenza. È esattamente la documentazione e la verità della scienza e degli studi che vorrei sottolineare. Chi dice no oggi, non lo fa per ragioni ideologiche, ma sulla base di evidenze tecnico-scientifiche”.
E ancora: “Ormai da un anno “i rettangolini gialli” dei piani particellari, vivono sotto minaccia di subire l’esproprio per pubblica utilità che è una contraddizione in termini! Quest’opera è la rappresentazione plastica dell’utilità di un’oligarchia di privati. E di fronte a questo nessuno può arrendersi ad abbassare la testa! La cittadinanza attiva si esprima insieme alle istituzioni, ponendo in essere tutte le azioni che la legge prevede per difendere territori e cittadini e per impedire che soldi pubblici siano inutilmente sprecati, siano invece spesi per quelle opere che davvero servono ai territori e che sono prioritarie”.
“Si fermi ogni atto preliminare alla cantierizzazione”
Conclude la rappresentante del comitato di Villa San Giovanni: “A chi crede di prendere per sfinimento gli espropriandi, sottoponendoli a un fuoco di fila di annunci vagamente intimidatori, rispondo parafrasando Antigone, che “il Ponte non ci avrà né sfiniti, né domati”. Il tutto in nome della democrazia. Credo di interpretare il pensiero di tutti, chiedendo trasparenza e responsabilità da parte di tutti i responsabili politici e amministrativi. Vogliamo che si fermi ogni atto preliminare e propedeutico alla cantierizzazione di questo progetto. La nostra comunità merita rispetto e deve essere coinvolta in ogni decisione che riguarda il nostro territorio”.

No al ponte
Se lo dicono loro, siamo a posto
…. DE JURE CONDENDO, DE FACTO, DE QUO ..
Dalla stampa:
” ….il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante, rispondendo ai quesiti posti dai deputati durante i lavori della Commissione Ambiente di Montecitorio
E per quanto concerne gli aspetti legati alle penali, preciso che la società “Stretto di Messina” ha riattivato i rapporti con il contraente generale “Eurolink” così come previsto dallo stesso decreto legge del 2023, tramite la stipula di un atto prodromico alla ripresa delle attività reso a titolo gratuito. Il contratto originario riprenderà i suoi effetti solo con la firma di un atto integrativo che prevede la rinuncia del contenzioso e con l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess. In caso di mancata approvazione del progetto da parte del Cipess,non potrà essere addebitata alcuna penale in quanto il contratto non avrà riacquistato efficacia. Nel caso, invece, di positiva valutazione da parte del Cipess, la disciplina delle penali sarà contenuta nel contratto che verrà stipulato con il “General contractor”, in linea con il quadro normativo di riferimento»”.
Mi limito a segnalare questa dichiarazione. In proposito, sarebbe molto utile ed interessante, sentire , in merito, cosa ne pensa, l’ Avv. Carmelo Briguglio.
Non fare il ponte è una grossa opportunità che La Sicilia e Calabria , rimpiangeranno, il ponte non è di Salvini o del centro destra, ma di tutti i cittadini .
BUONASERA, RITENGO CHE BISOGNA FARE CHIAREZZA, MA TANTA CHIAREZZA, SULLA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI PARLA SOLO DI UN’OPERA OVVERO QUELLA DEL PONTE, MA NELLA REALTA’ LE OPERE SONO 3 E DI GRANDE RILEVANZA, LA N.1 E’ IL PONTE, LA N.2 E’ IL RACCORDO AUTOSTRADALE, LA n.3 IL RACCORDO FERROVIARIO, TUTTE OPERE CHE MESSE INSIEME E REALIZZATE NELLO STESSO TEMPO PROVOCHERANNO DISAGI INAUDITI OLTRE LA COMPROMISSIONE INEVITABILE DI TUTTA UNA SERIE DI FATTORI AMBIENTALI, OLTRE A QUELLI LEGATI ALLA VIVIBILITA’. E SE X IPOTESI UNA DELLE 3 OPERE NON DOVESSE AVERE UN ITER SPEDITO O X RAGIONI NN PREVEDIBILI AVVIENE UNO STOP, COSA SUCCEDE? RITENGO CHE IL MINISTRO E GLI ADDETTI AI LAVORI DEBBANO SPIEGARE QUESTO ALLA CITTA’ E DEBBANO DARE RISPOSTE SERIE E CONCRETE. DOPODICHE’ RITENGO SI POSSA INTAVOLARE UN RAGIONAMENTO, MA PRIMA BISOGNA DIRE AI MESSINESI CHE CI SARANNO TRE GROSSISSIMI CANTIERI IN CITTA’, TUTTI IN CONTEMPORANEA PERCHE’ CONNESSI TRA LORO.
Credo proprio che B. Floridia abbia ragione. Il rischio di un cantiere aperto a tempo indefinito, è oltremodo realistico. Del resto, abbiamo precedenti in Italia (Salerno – R. Calabria). Ma il danno per Messina e Reggio, sarebbe terribile in questo caso. Dall’acqua, alla zona Nord, con particolare attenzione a torre faro, Ganzirri… non solo gli espropri, ma locali… per non parlare della circolazione del del traffico e dell’acqua, che già manca di suo… figurarsi col ponte (lavoratori e famiglie che vengono da fuori, incrementeranno il consumo idrico), ecc.
A Messina ed alla Sicilia non serve il Ponte; servono, piuttosto ed in primis, strade, autostrade e ferrovie degne di tal nome. Si fermi un’opera inutile e dannosa per un’area preziosa sotto ogni aspetto.
Ma Basile non è anche sindaco di quei messinesi che il ponte non lo vogliono?
Cosa gli suggerisce di stargli alla larga?
Fra quelli contro il ponte ce ne sono tanti che hanno votato lui e De Luca e credo che se ne ricorderanno la prossima volta, consegnando Basile al dimenticatoio della storia patria. Basile chi?
Cara Floridia ma lei cosa chiede a Basile di prendere posizione sul ponte. E’ surreale questo. Infatti Basile non fa politica direttamente. Si rivolga pure a Cateno De Luca.
Il Sindaco da un lato, con i suoi dirigenti dell’Uffico Territorio ostacola lo sviluppo edilizio ed urbano “sostenibile” e strettamente necessario per la crescita economica della Città e dall’altro nicchia sul Ponte che devasta seriamente tutto il territorio.
Ci si meraviglia forse se 25.000 persone hanno lasciato Messina e si sono trasferite altrove?
Senza sviluppo sul territorio, senza inziative per nuove costruzioni sostenibili, ci si meraviglia forse se ancora non hanno risolto il problema dei baraccati e di chi ha diritto alla casa?
E’ incredibile! Non fanno costruire nuovi edifici e credono di trovare appartamenti sul mercato per risolvere il problema ma nicchiano sul Ponte che devasta tutto!
Ma come diamine ragionano!
Per non dirvi maledetti
( Marzo 2023 )
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Per non dire “maledetti!..”, a voi, chiunque voi siate, che fate la corte allo Stretto di Messina, chiedo di smetterla di fare le moine, finti spasimanti, per tentare di violentare un angolo di mondo che è di tutti così come la natura ce lo ha plasmato. Prima che accada qualcosa di irreparabile, irreversibile, andate via, sparpagliatevi; siete pericolosi come un branco di strada che accerchia la preda per sfogare istinti bestiali.
In passato, altri raduni, ma in regge, palazzi del potere, o lungo i viali nei giardini di corte, hanno sancito guerre per i capricci dei regnanti; per non dirvi “maledetti!..” dopo, cancellate dalle vostre menti una violenza di gruppo al territorio dove siamo nati che implora rispetto.
Per non dirvi “maledetti!..” dopo e ricorrere a inutili vendette, siete ancora in tempo a riabilitarvi con un pentimento dell’ultima ora, prima di fare danno, sfregio permanente; dopo non basteranno le castagne infornate di mia nonna a maledirvi con effetti sonori come quelli che ho usato, impossibilitato a cambiare il corso della Storia, pensando a mio nonno reduce e sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale:
“Prima di agire e pensare da animale antropomorfo, in attesa di trasformazione in una forma evolutiva più confacente alle mie aspirazioni, volevo chiudere la prima giornata a Vienna, al cospetto di quella vasta spianata, con annesso Palazzo Reale, dello Schonbrunn. Avevo da dire tante cose a chi, da oltre quei finestroni, o passeggiando sui prati con le mani intrecciate sul fondo schiena, hanno condizionato il destino di milioni di uomini; i più, morti nel fiore degli anni, il resto, anch’esso numeroso, segnati per sempre nel corpo e nella mente.
Con i pugni chiusi e i denti serrati, ho lanciato minacce e maledizioni, simboliche, postume, a baffuti continuatori di dinastie; ai superdecorati per procurate stragi, e a donne da latte e da letto, barattate in cambio di alleanze militari, affittate da altri casati e famiglie di nobili, per il sollazzo dei rampolli e la continuità della razza. La sdolcinata favola della Principessa Sissi è stata certamente inventata per stendere un velo di pietà sui capricci di regnanti che, per mantenere alto il prestigio della Casa Reale, fra una guerra e l’altra organizzavano serate danzanti, ampliavano palazzi di fredde stanze mai abitate e disegnavano giardini mai calpestati.
Era già l’ora di ritornare alla Sud-Bahnhof; non avendo altre armi che il pensiero, i pugni chiusi e le imprecazioni, per vendicare mio nonno ferito e gli otto milioni, 861 mila, 500 morti; sette milioni, 784 mila, 303 prigionieri e dispersi, ventuno milioni, 209 mila, 177 feriti della Grande Guerra, mi vennero in soccorso le castagne di mia nonna. Chiamala flatulenza, peto o scoreggia, inutile come tutte le vendette, le ultime castagne della mia cena chiesero spazio alle prime; già digerite e sublimate, e indirizzai il soffio e lo sparo a salve verso lo Schonbrunn, l’ultima impennata d’orgoglio di uomo libero a Vienna.”
Per non dirvi “maledetti!..” dopo, dico adesso:
“Sperando che le mie parole suonino come un “monito di Cassandra” o da uccellaccio del malaugurio, a chi in questo angolo di mondo è un estraneo, non ci abita, non vi è nato e, anche se fosse il contrario, comunque non lo ama…
… Se siamo nati sullo Stretto di Messina non è una vergogna; se sulle sue acque è fluita una fetta della Storia Universale non è colpa o merito di nessuno.
…Lo Stretto di Messina in questa epoca di pace apparente è diventato, perché non lo era mai stato, di impedimento alla civilizzazione, al livellamento economico e di prosperità sociale di aree geografiche, separate da un mare senza una vera identità, “un mare che assomiglia ad un fiume che non sa dove andare, su è giù, fra montante e calante, un respiro silenzioso”.
…Se in passato la “Storia Universale” è fluita attraverso questo mare, diffondendo la civiltà attraverso il Mediterraneo, è impensabile che ai giorni nostri questo doppio senso di circolazione sia diventato obsoleto e fuori moda. L’area dello Stretto appare più una nuova terra di conquista e le attenzioni ad essa riservate hanno il sapore dell’esotico, del “mai provato prima”, per vedere l’effetto che fa. Su quella ipotizzata passerella, fuscello in balia dello scirocco, dei gorghi omerici e delle esigenze meccaniche della crosta terrestre, non ci passerà “pensiero” nuovo, rivoluzionario, perché adesso l’evoluzione della mente usa altri canali di diffusione.
Ci potrebbero passare un camionista stanco con il suo carico di ortaggi diretto al Nord o un carico di “Spumante” diretto al Sud, o tutto quello che viene in mente, senza aver avuto la possibilità di gustare un “arancino” attraversando lo Stretto. Dopo aver “velocizzato” l’Italia con una radicale, anche troppo, rete autostradale, a suggello supremo, occorre ancora battere il “Record Mondiale della Premura”, con qualcosa che dia continuità viaria a potenti mezzi di locomozione di vacanzieri alla conquista del Sole o a disoccupati in fuga dalla terra natia.
Vi dirò “maledetti!…! anche se la mia maledizione non potrà avere la valenza di un anatema lanciato da un pulpito da massime autorità religiose; vi dirò “maledetti!..” se recherete offesa a un territorio da sempre in balia di catastrofici eventi naturali. Piccolo essere pensante, Davide contro Golia, uso il mio pensiero e la scrittura, la mia arma migliore, prima lanciare la pietra con la fionda; non sto qui a chiedere clemenza a voi, chiunque voi siate, per lo Stretto di Messina che non è un condannato a morte, dopo un processo sommario, da governanti basculanti come una “montante” e una “calante”…
Per non dirvi “maledetti!…”
Faccio finta di perdere il filo e la taglio qui, ma credo di avere inquadrato nel migliore dei modi le mie preoccupazioni sul destino di un territorio più volte sottoposto alla violenza della natura; gli avventurieri e i cercatori di gloria, che ad esso recheranno offesa, avranno da rendere conto a tutta l’umanità e, se credenti, nell’alto dei cieli… E non finisce qui…
Ullo Paolo