Messina in prima linea per l'ambiente. Al Cnr una ricerca per salvare il mare VIDEO

Messina in prima linea per l’ambiente. Al Cnr una ricerca per salvare il mare VIDEO

Giuseppe Fontana

Messina in prima linea per l’ambiente. Al Cnr una ricerca per salvare il mare VIDEO

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venerdì 22 Ottobre 2021 - 07:00

Il dottor Simone Cappello, ricercatore dell'Irbim, ci ha mostrato come un prodotto possa eliminare il petrolio e agenti inquinanti dall'acqua

di Giuseppe Fontana e Silvia De Domenico

MESSINA – “Noi sviluppiamo tecnologie per bonificare il mare, per salvaguardarlo, per curarlo”. Il dottor Simone Cappello, ricercatore dell’Irbim, Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine, del Cnr di Messina e Direttore Tecnico di Athena Green Solution srl, ci ha portati all’interno dei laboratori del centro di ricerca, all’ex-Istituto Talassografico, a pochi passi dal mare nel pieno della falce messinese. Un luogo naturale tra i più belli al mondo in cui i ricercatori non fanno magie ma studi e ricerche per tentare di risolvere i problemi più disparati. Tra questi, anche l’inquinamento marino, un problema ambientale ad ampio spettro, che riguarda tutto il pianeta e anche il nostro mare.

Per questo, tra le ricerche principali, ce n’è una che riguarda l’eliminazione del petrolio dalle acque attraverso un prodotto, un’argilla, in grado di assorbire quasi completamente l’agente inquinante. “Questo è il risultato di una ricerca congiunta che abbiamo fatto insieme all’Ismn-Cnr, altro istituto del Centro di ricerca, e con l’Università di Messina – spiega lo stesso Cappello – il nostro prodotto da un lato assorbe il petrolio e dall’altro favorisce i batteri che sono normalmente presenti nell’acqua del mare, portandoli ad aggredire il petrolio e degradarlo quasi totalmente”.

Si tratta di materiali che vanno ad agire direttamente sugli agenti inquinanti. Una strategia che agisce su due fronti, tanto direttamente quanto “stimolando” i batteri già presenti in natura a completare lo smaltimento del petrolio: “Da una decina di anni lavoriamo a queste strategie, per ottimizzare l’uso dei batteri che hanno la capacità di degradare il petrolio e possono essere immessi in forma liquida, o capsule, o in polvere. Quando vengono versati in mare riconoscono il petrolio, si attaccano e lo degradano. Ma parliamo sempre di batteri naturali, che sono presenti già in qualsiasi acqua del mondo. Un po’ come fosse l’apparato immunitario del mare”. Messina, con i suoi ricercatori, è in prima linea per la difesa dell’ambiente e attraverso la scienza vuole giocare un ruolo di primo piano nella salvaguardia del pianeta.

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