L'attenzione su femminicidi e violenze di genere è alta ma ancora troppo spesso chi vuole uscire dall'incubo resta sola. La testimonianza e un provvedimento del giudice messinese destinato ad alimentare la discussione
MESSINA – L’attenzione su femminicidi e violenze di genere è altissima ma troppo spesso, ancora, le donne che vogliono uscire dall’incubo della sopraffazione restano sole, in preda alle difficoltà e le paure. Come la messinese che racconta, in questa intervista di Alessandra Serio e Silvia De Domenico, delle sue giornate diventare un incubo.
Dopo anni di possessività e prevaricazione, la testimone ha deciso di lasciare il marito-padrone che stava diventando un minaccioso modello per i suoi figli. Nel corso della travagliata e burrascosa separazione, l’uomo comincia prima a tempestarla di messaggi di morte e insulti poi, quando lei lo blocca, comincia a farlo attraverso il telefono dei tre figli piccoli. Uno dei quali comincia a presentare segnali di disagio tanto da essere oggi seguita dai servizi di supporto.
Malgrado le richieste al mondo del volontariato e dei servizi sociali, la donna resta ancora senza tutele, mentre l’ex marito comincia a dare segnali di brutalità sempre più spiccati. L’ultimo a scuola di uno dei figli, dove dà in escandescenze al legittimo rifiuto del figlio di abbandonare la classe in piena lezione.
Anche le denunce e le istanze alla magistratura restano lettera morta. Fino al più recente provvedimento del giudice che suona molto simile ad un “se prima non ti fa male abbiamo le mani legate”, come conferma l’avvocata Caterina Cavallaro che assiste la donna. Che oggi dalla paura sta passando all’angoscia.

Solo articoli scritti da donne di accuse verso uomini da parte di altre donne credute sulla parola, senza contraddittorio., senza prove, solo denigrazione verso gli uomini. Non si considera la violenza psicologica e la denigrazione che moltissime donne fanno verso gli uomini. E’ un sessimo a senso unico contro gli uomini.
Buonsasera, non c’è nessun sessismo a senso unico contro gli uomini.
Cordiali saluti
Ne uccidono una al mese e lei Lillo parla di articoli sessisti?
Il contraddittorio lo si dovrebbe avere se il merito fosse stato menzionato con nome e cognome.
Quella denunziata è una situazione generale che per altro è confermata dalle cronache.
Quello che non ha capito Lillo è che questa non è una guerra fra sessi ma la necessità di tutelare dal punto di vista legislativo chi è più debole.
Con chi lo vuole il contraddittorio?