Decreto di sgombero da parte dell'Autorità Portuale. Parlano i dipendenti dell'Ente Fiera

Decreto di sgombero da parte dell’Autorità Portuale. Parlano i dipendenti dell’Ente Fiera

Eleonora Corace

Decreto di sgombero da parte dell’Autorità Portuale. Parlano i dipendenti dell’Ente Fiera

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mercoledì 19 Giugno 2013 - 14:35

In un comunicato stampa, i lavoratori denunciano una situazione che oltre ad essere drammatica scivola sempre di più nell’assurdo. Causa dell'ulteriore protesta il decreto di sgombero degli uffici presentato questa mattina dall'Autorità Portuale.

Senza stipendio da diciannove mesi. Senza Commissario liquidatore ed ora per strada, senza una sede. Per la serie al peggio non c’è mai fine, si aggrava ulteriormente la situazione dei dodici dipendenti dell’ormai liquidato Ente Fiera di Messina. Questa mattina hanno spostato le scrivanie e il materiale d’ufficio davanti i cancelli della Fiera, direttamente sulla passeggiata a mare. Costretti a quest’atto di protesta da un ingiunzione di sgombero degli uffici siglata dall’Autorità Portuale. Due le motivazioni riportate nella comunicazione: la morosità dell’Ente nei confronti dell’Autority e carenze strutturali negli edifici che accolgono gli uffici, tanto da renderli non sicuri. In un comunicato stampa, i dipendenti dell’Ente Fiera denunciano una situazione che oltre ad essere drammatica scivola sempre di più nell’assurdo.
“Il 22 Novembre 2012, il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha dichiarato che avrebbe rilanciato la Fiera e che ci avrebbe dato risposte certe entro dieci giorni”- si sfogano i lavoratori dell’Ente – “Ma il 22 febbraio l’Ente è stato sciolto e a Maggio è arrivato il decreto di liquidazione firmato dallo stesso Crocetta. In tutto questo nessuno si è preoccupato di segnalare quale sia la sorte del personale”. Completamente all’oscuro sul loro destino i dipendenti lamentano l’assenza di un Commissario liquidatore che si prenda, finalmente, cura di loro.
“I dipendenti denunciano l’indifferenza e l’abbandono di tutte le istituzioni e della politica – scrivono nel loro comunicato stampa – ribadiscono inoltre la disparità di trattamento da parte della Regione Siciliana rispetto ai colleghi della Fiera di Palermo dal 2011 trasferiti alla RESAIS e ricollocati presso gli uffici regionali e quelli degli enti locali. Discriminazione che si è reiterata anche con i provvedimenti della scorsa Legge di Stabilità Regionale nella quale sono stati stanziati 1.350 migliaia di euro per le spettanze per l’anno corrente dei dipendenti dalla fiera di Palermo transitati alla RESAIS, mentre per i dipendenti della Fiera di Messina non si è riusciti a mettere in bilancio neanche un euro”.
A voce, poi, fanno dignitosamente notare quanto sia difficile rimanere privi di stipendio per un tempo tanto lungo, più di un anno e mezzo. “Molti di noi sono monoreddito”, sottolineano con tristezza. Si può ben immaginare cosa voglia dire per delle famiglie rimanere senza liquidità per diciannove mesi, soprattutto in un momento economico ferocemente difficile per tutti. Per questo anche domani e nei giorni a seguire torneranno a “lavorare” fuori dai cancelli di quell’area bellissima di lungomare che fino a qualche tempo fa ospitava la seconda fiera campionaria d’Italia, di fronte a quei padiglioni che rappresentano un rarissimo e prezioso esempio di stile Liberty. I dipendenti si dichiarano letteralmente smarriti, senza un futuro e senza nessuno a cui chiedere se non certezza, anche solo spiegazioni. Restano con le loro scrivanie sulla passeggiata a mare “con una sola certezza di essere un’altra tessera del Nulla nel mosaico della città di Messina”.

6 commenti

  1. non capisco… ma queste persone per chi lavorano? chi è che non paga gli stipendi? mi sembra incredibile che dopo 19 mesi senza stipendio ancora pensino di avere un lavoro… devono averli presi in giro… e non poco…

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  2. Per carità non confondete i dipendenti con i lavoratori.
    Mi dispiace che perdano lo stipendio, ma perchè nessuno spende una parola per i lavoratori (questi sì) che occupati in attività commerciali ed anche di servizi sono stati messi sulla strada per chiusura delle ditte da cui dipendevano.
    Hanno avuto soltanto il torto prima ed adesso non avere avuto un padrino politico, e quindi continuano ad essere danneggiati.
    Non ho mai sentito qualcuno di questi signori lamentarsi perchè percepivano lo stipendio senza fare pressocchè nulla.
    Invece adesso li collocheranno in qualche carrozzone regionale con incremento dello stipendio e dei benefici pensionistici.
    Chi difende me?
    I sindacati ignorano persino la mia esistenza.

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  3. Domenica ho fatto un giro per la fiera e mi domandavo come mai tutto quell’immenso spazio veniva utilizzato per il cittadino per soli 20-30 giorni su 365 per il periodo estivo e poi ………. e i dipendenti cosa facevano in ufficio in tutti quei giorni che la fiera era chiusa ?????????

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  4. liliana parisi 20 Giugno 2013 09:54

    Chi non svolge un “vero”lavoro non può pretendere uno stipendio; ma poichè il non lavorare non dipende da loro,non possono essere gettate sul lastrico.Occorrono “mobilità”. e/o “riconversione. Giacchè c’è il precedente dei dipendenti della Fiera di Palermo,perchè non adottare soluzioni analoghe?

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  5. bravo… concordo in pieno.

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  6. continuo a non capire… di chi sono/dovrebbero essere dipendenti? “chi” è che non paga lo stipendio? esiste la loro posizione lavorativa?

    mi sembra assurdo che queste persone si siano recate in ufficio senza essere pagate per 19 mesi… avrei capito 3, 4 mesi… ma 19… mi sembra tanto “attesa di un salvatore senza se e senza ma…”

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