“The Danish Girl”, il coraggio di essere se stessi

“The Danish Girl”, il coraggio di essere se stessi

Lavinia Consolato

“The Danish Girl”, il coraggio di essere se stessi

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domenica 21 Febbraio 2016 - 23:04

La drammatica storia di un artista alla ricerca della sua vera natura: un film da una storia vera di inizio secolo, tratta dal romanzo omonimo di David Ebershoff, con la regia del premio Oscar Tom Hooper

Copenaghen, 1926. Il pittore Einar Wegener (Eddie Redmayne) è considerato “il miglior paesaggista di Danimarca”, sua moglie Gerda (Alicia Vikander) è anch’essa pittrice, ritrattista però, e non ha la stessa fortuna del marito. Copenaghen è una bellissima città dedita all’arte e i coniugi sono spesso invitati a balli e feste dalla loro amica Ulla (Amber Heard), una ballerina dell’Opera, di cui Gerda sta preparando il ritratto. Einar, per aiutare la moglie, indossa per poco le calze e le scarpette della ballerina, stando in posa per il ritratto: comincia ad intravvedersi un certo malessere, un rapimento al tocco della seta. In ritardo, arriva finalmente Ulla, che, vedendo Einar, per scherzo lo ribattezza Lili. Gerda allora per gioco decide di insegnare al marito ad essere donna per partecipare travestito ad un ballo. “Potrebbe anche piacerti!”, gli dice, e così è infatti. Scelta una parrucca rossa, il trucco, l’abito, tutto insomma, con un gusto estetico impeccabile – sono artisti, d’altro canto – Lili prende vita.

Al ballo Einar/Lili è avvicinata da Henrik (Ben Whishaw), che tenta di sedurlo: ha capito il gioco e proprio per questo lo desidera. Gerda sorprende un bacio fra i due e decide che Lili, che doveva essere solo un gioco, non deve tornare più. Ciò che Gerda non sa, è che Lili è sempre stata dentro Einar; i paesaggi che Einar dipingeva, erano solo l’immagine di un sentimento di ricerca interiore. Una volta portata in vita Lili, la pittura di Einar termina; fiorisce però quella di Gerda, che prendendo Lili come modella, in qualche modo facendo buon viso a cattivo gioco, ottiene la sua notorietà, fino ad arrivare ad esporre a Parigi. Intanto la depressione di Einar si fa strada: gli abiti maschili non lo possono più vestire; la ricerca della sua vera natura, della sua vera immagine allo specchio, il luogo dove si cerca una nuova identità, è un’azione frustrante, e fa soffrire Gerda, che sente la mancanza di Einar, ma resterà comunque al fianco di Lili.

The Danish Girl” è la storia vera di Lili Elbe, ovvero Einar Wegener, considerato il primo transgender della storia. Con un cast eccezionale, e numerose candidature al premio Oscar, questo film è molto poetico, molto intimo, la fotografia è superba, quasi un’ode al Romanticismo. “Lili Elbe è una fonte d’ispirazione per il coraggio mostrato nel superare gli ostacoli che la separavano dal suo vero sé,” commenta il regista, “La moglie Gerda è commovente per la compassione e l’amore senza condizioni. Il loro matrimonio ha reso possibile la rivelazione di Lili”.

Il regista Tom Hooper, premio Oscar per la migliore regia per “Il discorso del re” (2010), aveva già diretto Eddie Redmayne in “Les Miserables” (2012). Si nota una certa passione per i soggetti storici, tipicamente inglese, e la cura per i dettagli e particolari. Hooper si potrebbe mettere a confronto con Saul Dibb, regista de “La duchessa” (2008) e “Suite francese” (2014).

“The Danish Girl” è in programmazione al Multisala Iris alle ore 18:15, 20:45, 23:00; al Multisala Apollo alle ore 17:30, 20:15, 22:30; all’Uci Cinemas Multisala alle ore 17:00, 19:40, 22:30.

Voto: 8/10

Lavinia Consolato

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