Prostituzione di giovanissime, smantellata organizzazione rumena

Prostituzione di giovanissime, smantellata organizzazione rumena

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mercoledì 09 Febbraio 2011 - 13:38

Le donne venivano picchiate, violentate e vendute anche all'asta su siti internet. Arrestati anche sei messinesi

Messina era diventata per loro la terra promessa. In realtà era solo l’anticamera dell’inferno. Dovevano lasciare davvero ogni speranza le giovanissime ragazze rumene attirate in Italia con il miraggio di un lavoro pulito, magari nel campo dello spettacolo. Ma subito erano costrette a fare i conti con violenze e sopraffazioni di ogni genere, botte, stupri, aborti.

Messina per alcuni anni era diventata una città a luci rosse. Al calar della sera le ragazze, anche minorenni, sfilavano seminude in attesa di clienti. Durante uno dei tanti controlli la Polizia fermò una ragazza. Un controllo di routine rivelatosi decisivo perché quella ragazzina decise di cambiar vita e raccontò tutto agli investigatori. Fece i nomi degli sfruttatori, di quanti la convinsero a lasciare la Romania e trasferirsi in Italia. Dopo di lei altre tre ragazze seguirono il suo esempio ed oggi sono tutte sottoposte al programma di protezione. Ma quelle testimonianze si sono rivelate decisive per smantellare l’organizzazione.

La notte scorsa la Squadra Mobile ha arrestato 23 persone a Messina, Catania, Palermo, Siracusa ed in molte altre città italiane. Quattro sono rinchiuse in carceri rumene mentre 17 sono ancora irreperibili perché probabilmente sono rientrati in patria. A tenere le redini dell’organizzazione, con base in Romania, c’era Marius Bacar. L’uomo, con i suoi luogotenenti Adrian Tonea e Dorel Petrache, aveva creato tre cellule che gestivano l’attività di prostituzione studiando tutto nei minimi particolari. Grazie a dei procacciatori facevano giungere le ragazze dalla Romania, prelevandole nelle zone rurali o fra quelle più bisognose con figli malati e dunque affamate di soldi. Giunte in Italia per loro cominciavano le torture. Gli sfruttatori le sottraevano i documenti, quindi, per intimidirle e sopraffarle psicologicamente le picchiavano e le violentavano. Poi le costringevano a prostituirsi ed a consegnare loro il denaro. Ma a questo aspetto ci pensavano altre donne che avevano il duplice compito di prostitute e sorveglianti. Quelle più esperte seguivano le ragazze in strada e si facevano consegnare i soldi dopo aver soddisfatto i clienti che spesso erano ragazzi, uomini sposati, insospettabili professionisti e comunque appartenenti a tutti i ceti sociali.

Naturalmente tutto ciò non bastava perché l’inferno è peggiore di come si dipinge. Le ragazze venivano picchiate a sangue se non guadagnavano abbastanza. Gli sfruttatori le malmenavano e se restavano incinta le costringevano a ricorrere alla pillola abortiva. Ma, nel corso delle indagini, sono emersi fatti che hanno dell’incredibile. Come quello della sedicenne la cui verginità è stata messa all’asta sul sito internet Gsex. Naturalmente ci fu anche chi presentò delle offerte come se si dovesse aggiudicare un oggetto. L’asta raggiunse la cifra di 6000 euro. E poi i casi di almeno tre ragazze cedute per saldare dei debiti. Nell’operazione Bani Bani la Polizia ha arrestato anche sei messinesi. Fra questi Francesco Panarello, 40 anni (nella foto, quelle degli altri arrestati in photogallery). L’uomo, secondo l’accusa, vantava un credito di 20.000 euro con l’organizzazione e accettò a saldo una ragazza. Da quel momento decise di mettersi in proprio sfruttando la giovane donna. Agli arresti domiciliari sono finiti, invece, gli altri messinesi Salvatore Campagna, 38 anni, Giuseppe Cariddi, 46, Letterio Miceli, 47 anni e Pasquale Rela, 43 anni, che avevano il compito di prelevare le ragazze a casa e di condurle sul posto di lavoro. Un modo escogitato dai rumeni per non dare nell’occhio, utilizzando persone del posto. S.A, 56 anni di Milazzo, invece, avrebbe organizzato incontri fra le ragazze e facoltosi clienti locali. L’intera operazione Bani Bani è stata coordinata dai dirigenti della squadra Mobile Giuseppe Ansatone e Rosalba Stramandino. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Valter Ignazitto su richiesta del sostituto procuratore Claudio Ammendola. NB: Le altre foto sono in Fotogallery

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