"Chi e perchè ha ucciso Aldo Moro". Il racconto dei silenzi, dei misteri, attraverso i documenti di Stato

“Chi e perchè ha ucciso Aldo Moro”. Il racconto dei silenzi, dei misteri, attraverso i documenti di Stato

Rosaria Brancato

“Chi e perchè ha ucciso Aldo Moro”. Il racconto dei silenzi, dei misteri, attraverso i documenti di Stato

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giovedì 05 Maggio 2016 - 08:40

Domani a Villa Cianciafara il deputato componente della Commissione d'inchiesta sul caso Moro, attraverso la lettura degli atti e dei resoconti, spiegherà perchè ricordare serve a capire i nostri giorni.

“Un Paese che non conosce la propria storia è un paese senza anima, senza passione e morto dentro. La verità contribuisce alla ricchezza interiore dei popoli”. Da 2 anni il deputato Pd Gero Grassi gira l’Italia, raccontando quel che è emerso ed emerge in seno alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Aldo Moro. Lunedì 9 maggio saranno trascorsi 38 anni dall’assassinio di Moro e l’esercizio di memoria serve non solo per non dimenticare ma soprattutto per capire la storia.

Nella stagione del “volemose bene”, delle truppe di Verdini che danno man forte a Renzi, nell’era dei cambia casacche, dei governi Pd-Ncd, un intero Paese ha dimenticato la ferita più grande, il sequestro e l’assassinio di un grande Politico che pagò con la vita il sogno di vedere Dc e Partito comunista governare insieme, un’alleanza tra cattolici e comunisti, nell’ormai lontano 1978. I giovani che oggi vedono insieme Renzi e Alfano nello stesso governo, quando appena pochi mesi prima il ministro dell’Interno era candidato con l’opposizione, non possono immaginare l’Italia di quel periodo, gli anni delle Brigate Rosse, gli anni del compromesso storico, gli anni delle ingerenze degli Stati Uniti e non solo, gli anni dei “comunisti brutti e cattivi”.

Per questo ha ragione Gero Grassi, che domani sarà a Messina a Villa Cianciafara alle 20.30 per raccontare la vicenda del Presidente Dc rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse, attraverso la lettura dei documenti di Stato: “Chi e perché ha ucciso Aldo Moro”.

Nell’Italia dei misteri la morte di Moro è certamente uno dei più pesanti, un fardello fatto di silenzi ed omissioni che dura da quasi 40 anni. La Commissione d’inchiesta è stata istituita nel 2014, ed è da allora che Gero Grassi gira Comune per Comune per far uscire dai Palazzi la voglia di verità. Non perché la politica si voglia sostituire alla magistratura, ma perché la verità storica è importante per comprendere meglio il presente. Il fatto che rispetto agli anni immediatamente successivi al rapimento ed alla morte molti elementi nuovi siano riusciti a venire alla luce è importante e aggiunge tasselli. Vanno chiariti, secondo la Commissione, soprattutto gli ultimi 5 giorni del sequestro, quegli ultimi 5 dei 55 giorni che sono però i meno chiari, i più nebulosi, complessi. In quelle ore cosa è davvero successo, perché c’era chi aspettava la liberazione ed invece fu ucciso, chi è entrato in quella prigione, a che ora e dove fu davvero ucciso, quanti erano davvero presenti. Poi ci sono le domande che hanno diviso l’Italia in quei due mesi, quelle che riguardano i due fronti, ovvero chi era contro ogni forma di trattativa con le Brigate Rosse e chi favorevole. E ancora, ma davvero è possibile ritenere che tutto sia stata opera dei soli brigatisti?

Chi ha aiutato le Brigate Rosse? Quanti pezzi di servizi deviati, quante interferenze, quanti silenzi e omissioni hanno fatto sì che Moro venisse assassinato?

Quanti hanno lasciato solo uno statista che era stato più volte ministro, presidente del Consiglio, un appassionato Democristiano senza barriere mentali.

“La Magistratura e il Parlamento fanno mestieri diversi-spiega Gero Grassi- I magistrati cercano le responsabilità giudiziarie, i politici la verità storica. Non è interesse della Commisione mandare in prigione l'ultimo brigatista responsabile del caso Moro, non è questo il nostro ruolo. Noi siamo interessati a conoscere la verità storica, dobbiamo capire perché non soltanto chi e dove”.

Oltre 4 milioni di pagine, 8 processi, 2 commissioni Moro, ben 4 commissioni parlamentari d’inchiesta. E ancora troppe nubi.

Secondo Gero Grassi il caso Moro inizia prima del 16 marzo 1978, quando fu sequestrato dalle Br. Inizia quando lui, giovane politico nell’Italia uscita dal fascismo prova a combattere l’analfabetismo, soprattutto al sud. E riesce a far decollare in Rai quel programma che ha cambiato il volto del Paese, “Non è mai troppo tardi” e che portò a scolarizzare 3 milioni e mezzo di persone. Gero Grassi ricorda anche quel Piano Solo dei Carabinieri che puntava ad uccidere Moro sin dal ’64 e del quale, anche ai piani alti, c’era chi sapeva. Aldo Moro, ricorda Grassi, ha prolungato la scuola dell’obbligo fino alla terza media, perché il figlio del contadino è uguale al figlio dell’avvocato e deve avere le stesse opportunità. Ma soprattutto Aldo Moro è colui che ha creduto che Democrazia Cristiana e Partito Comunista, nonostante questo progetto non piacesse a troppi, americani compresi, potevano coesistere.

Ripensarci adesso, con questo governo, è un pugno al cuore. E fa più male però sapere che dopo 38 anni ci siano ancora troppi buchi neri in questa storia e riguardano i ruoli che pezzi di Stato hanno avuto, riguardano i silenzi e le omissioni, riguardano una parte di storia che Cossiga e Andreotti soli sapevano e ormai non sapremo più.

C’è chi pensa che questa potrebbe essere “archeologia”, passato remoto, ma è solo se riusciamo a capire fino in fondo da dove siamo venuti che possiamo capire dove siamo oggi.

Ecco perché la storia di Aldo Moro non deve essere seppellita. “Chi e perché ha ucciso Aldo Moro” è una domanda ancora attuale.

Sarà interessante il racconto di domani sera alle 20.30 a Villa Cianciafara, relatore Gero Grassi, introdurrà il dibattito Felice Calabrò, porterà i saluti il professor Giuseppe Amadeo Mallandrino.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. CHI HA AMMAZZATO MORO? CHIEDETELO AI VERTICI DELLA DEMOCRAZINA CRISTIANA DEL TEMPO, E POI AL ROGNONI CHE E’ VIVENTE, COME SUCCESSORE DI COSSIGA MINISTRO DEGLI INTERNI DIMISSIONARI NEL 1978. DOPO DI COSSIGA QUESTO MINISTERO E’ CADUTO NEL C…..SO!

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  2. CHI HA AMMAZZATO MORO? CHIEDETELO AI VERTICI DELLA DEMOCRAZINA CRISTIANA DEL TEMPO, E POI AL ROGNONI CHE E’ VIVENTE, COME SUCCESSORE DI COSSIGA MINISTRO DEGLI INTERNI DIMISSIONARI NEL 1978. DOPO DI COSSIGA QUESTO MINISTERO E’ CADUTO NEL C…..SO!

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