Scaletta Zanclea. Ancora troppe ombre, ma c'è chi crede in un paese migliore

Scaletta Zanclea. Ancora troppe ombre, ma c’è chi crede in un paese migliore

Giusy Briguglio

Scaletta Zanclea. Ancora troppe ombre, ma c’è chi crede in un paese migliore

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venerdì 18 Aprile 2014 - 10:41

Truffa ai danni per lo Stato è l'ipotesi d'accusa per 61 residenti nel territorio colpito dall'alluvione che continua ad assistere a cattive notizie. Ma alla guida del paese c'è un'amministrazione che si sta prodigando perché Scaletta ritorni ad essere un paese normale

E’ di due giorni fa la notizia che per 61 residenti fra Scaletta Zanclea e Itala è stato chiesto il rinvio a giudizio per truffa ai danni dello Stato e dovranno comparire davanti al Gup. L’accusa è di aver intascato il contributo di autonoma sistemazione illecitamente dopo l’alluvione del 1 ottobre 2009 che causò 37 morti. Molti dovettero abbandonare la loro abitazione perché inagibile e per loro il governo stanziò appunto il Cas, un aiuto corrispondente a circa 450 euro mensili per contribuire alle spese straordinarie resesi necessarie, affitti e quant’altro. Ma anche nelle tragedie c’è sempre qualcuno che se ne approfitta, per furbizia o per necessità, questo non siamo noi a doverlo giudicare. E’ così che nasce l’inchiesta della Procura di Messina per chiarire come mai molte famiglie intascarono gli assegni, pur continuando a vivere nelle vecchie abitazioni. A dimostrarlo ci sarebbero i consumi di acqua e luce, che continuarono regolarmente dopo l’alluvione. Resta da capire, però, anche se le case abitate nel post 1 ottobre fossero realmente agibili. Intrecciata alla questione c’è infatti un allarme risalente al febbraio 2013 che allertava gli enti competenti perché alcune case in contrada Foraggine, dichiaratamente inagibili, continuavano invece ad essere abitate. Le famiglie si autoesponevano a un rischio – con il benestare delle istituzioni che facevano finta di non vedere da molto prima dell’alluvione – e probabilmente nel frattempo intascavano il Cas. Come un evento senza fine, l’alluvione continua a s-travolgere il territorio di Scaletta Zanclea e dintorni, come se si fosse innescato un meccanismo a domino disposto per far saltare ogni speranza. Perché, effettivamente, è questa la sensazione che arriva da questi ultimi cinque anni. Una continua lotta tra la rinascita e la stasi o, peggio ancora, la distruzione: territoriale in primis, ma purtroppo anche morale, come chi è disposto a tutto, tanto, ormai, il peggio c’è stato. Per fortuna, però, c’è anche un’altra sensazione ed è buona, è positiva, è quella di chi si prodiga per invertire quel meccanismo. Il paese, la voglia di rinascere, l’ha dimostrata alle elezioni del giugno 2013, quando ha voltato le spalle al passato e si è affidata alla nuova amministrazione capitanata da Gianfranco Moschella. Chi si trova alla guida del paese sa di non avere un compito facile e la fiducia dei cittadini rischia di venire meno talvolta. Qualche giorno fa il vicesindaco Gabriele Avigliani scriveva su facebook: “Le critiche fanno parte del gioco. Ho imparato ad avere pazienza e tentare di rispondere con i fatti. Sono convintissimo che i nostri sacrifici e sforzi ci porteranno ad avere presto un paese degno di questo nome (…), ma se pensate di risvegliarvi in Svizzera dopo una lunga notte passata in una favelas brasiliana vi sbagliate”. Continuare a fare il proprio lavoro e farlo bene, è questo il must dell’amministrazione comunale che ha dato ulteriore prova dell’amore verso il proprio paese rinunciando alle indennità di carica per tutto il 2014 che verranno destinate a un fondo di solidarietà. Un gesto simbolicamente importante in un momento importante, che va oltre i soldi, che dimostra che si prosegue insieme nella stessa direzione: la rinascita.

Giusy Briguglio

2 commenti

  1. ma la strada a scaletta quando la sistemate? ancora sono passati solo quasi cinque anni, forse ancora ci vuole… stupido io!

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  2. ma la strada a scaletta quando la sistemate? ancora sono passati solo quasi cinque anni, forse ancora ci vuole… stupido io!

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