Nel “piatto” delle amministrative tanti nomi e nessuna idea concreta per la città

Nel “piatto” delle amministrative tanti nomi e nessuna idea concreta per la città

Danila La Torre

Nel “piatto” delle amministrative tanti nomi e nessuna idea concreta per la città

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lunedì 11 Marzo 2013 - 17:44

Il prossimo sindaco rischia di essere poco più di un curatore fallimentare, ma i grandi leaders messinesi dei vari partiti piuttosto che dire ai cittadini come amministreranno la città e come risolveranno le emergenze cittadine, si prestano all’accattivante quanto inutile gioco del toto-nomi

La fantapolitica batte la politica 10 a zero. Dieci è più o meno il numero dei probabili/improbabili candidati a sindaco di Messina di cui si parla da settimane, zero è il numero di idee, progetti e soluzioni che i partiti e gli stessi aspiranti alla carica di primo cittadino hanno proposto per risolvere i tanti, gravissimi ed urgenti problemi della città. Messina – casomai qualcuno non se ne fosse ancora accorto o se ne fosse dimenticato troppo presto – continua a vivere sotto l’ombra, ingombrante, del dissesto finanziario. Il salva-comuni varato dal Governo nazionale per scongiurare il fallimento degli enti in difficoltà è uno scialuppa di salvataggio nella quale non è per nulla scontato che il Comune di Messina riesca a salire. Il Ministero dell’Interno ha già avanzato una serie di rilievi ed entro 30 giorni pretende risposte chiare ed approfondite in merito ai dubbi sorti in relazione al piano decennale di riequilibrio, predisposto dall’area economico-finanziaria di Palazzo Zanca, con l’avallo del commissario straordinario Luigi Croce e dei suoi esperti ed approvato dal Consiglio comunale.

Il prossimo sindaco rischia di essere poco più di un curatore fallimentare, ma i grandi leaders messinesi dei vari partiti piuttosto che dire ai cittadini come amministreranno la città e come risolveranno le emergenze cittadine, si prestano all’accattivante quanto inutile gioco del toto-nomi, che risponde alle stesse regole del calciomercato, dove basta una mezza frase o un mezzo contatto per far diventare una non notizia una notizia verosimile .

Intanto, la città sprofonda nelle sabbie mobili della crisi. Che è non solo economica, ma anche sociale, morale e di identità. Che città è oggi Messina? E, soprattutto, che città potrà diventare nei prossimi cinque anni? Rispondere al primo quesito è piuttosto facile: Messina è una città in cui il buco finanziario dei suoi conti pubblici si aggira intorno ai 250 milioni di euro; in cui l’azienda di trasporto pubblico esiste per dare uno stipendio ai lavoratori , quando ci sono i soldi, e non per garantire mezzi e servizi ai cittadini; in cui i servizi sociali si riducono a un continuo braccio di ferro tra le Cooperative che li gestiscono ed il Comune, a discapito degli operatori e degli assistiti. Messina è la città in cui mancano gli spazi per i bambini e quelli per gli anziani; in cui ci sono pochi vigili ma troppe auto e troppi automobilisti incivili; in cui il litorale è stato trasformato in una betoniera , con la complicità di tutti, cittadini e amministratori; in cui i turisti approdano con le grandi navi da crociera e scappano per non tornare mai più; in cui il verde è uno dei tre colori del semaforo e non l’ “arredo” cittadino; e in cui un’area pubblica non è mia né tua quindi ne faccio ciò che voglio, la sfregio e la distruggo semplicemente perché mi va. Messina è la città in cui il lavoro è una chimera e chi ha studiato e vuole realizzarsi professionalmente ha un’unica possibilità: fare i bagagli e andare via.

Ma i nostri cari politici, impegnati come sono nelle varie trattative a sistemare questo o quello in questa o quella poltrona , hanno idea di che città li aspetta al varco delle amministrative? Basterà un nome a salvare Messina? O servono idee e progetti concreti? Cosa sarà dell’Atm? E dei servizi sociali? E in una città che muore letteralmente di fame, chi spiegherà ai messinesi che tutte le tariffe e tutte le aliquote saranno portate al massimo?

La campagna elettorale per le elezioni comunali dei 26 e 27 maggio è entrata nel vivo un secondo dopo che si sono chiuse le urne delle elezioni politiche, ma ad oggi, a parte i nomi non abbiamo sentito altro. Forse perché non hanno nulla da dire. E, poi, si lamentano se vince Grillo. (Danila La Torre)

9 commenti

  1. Se solo fosse ancora vivo James Buchanan (per fortuna ci sono i suoi studi di Public Choice e il meraviglioso corollario “Il Calcolo del consenso, Fondamenti logici della democrazia costituzionale), mi piacerebbe invitarlo a Messina per esporre alla cittadinanza un ragionamento che, nella mia assoluta limitatezza, provo a sintetizzare così:

    perché il politico abbia il consenso, serve che prometta qualcosa al suo potenziale elettore.

    Non essendoci più un soldo da spendere (la cosa principale è pagare stipendi, mica erogare servizi – capovolgimento paradigmatico delle finalità degli enti pubblici, titolari di funzioni “pubbliche” in regime di monopolio), è difficile fare “programmi”, giacché l’unica vera cosa da dire – e da fare – coincide strettamente con ciò che l’elettore (specie quello “portatore di voti”) non vorrebbe mai sentirsi dire – e subire.

    Anche se, poi, la dura realtà farà sempre capolino.

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  2. SCUSI DOTT.SSA BRANCATO, GIUSTO PER UN SANO ESERCIZIO STATISTICO, PERCHE’ NON SI FA UN SONDAGGIO SU TEMPOSTRETTO DEL TIPO ” CHI VI PIACEREBBE COME SINDACO? ” INDICANDO I NOMI DEI SIGNORI CHE ASPIRANO A CANDIDARSI E LASCIANDO LIBERA UNA CASELLINA IN CUI POTERE INDICARE NOMI A PIACERE DA PARTE DEI LETTORI?

    O NON PUO’ ESSER FATTO IN QUANTO TURBATIVA D’ASTA PER LA POLTRONA DI SINDACO?

    E’ SOLO UN’IDEA PER RENDERCI PIU’ APPASSIONATI…AL NOSTRO FUTURO.

    P.S. NEL CASO IN CUI FOSSE POSSIBILE..NON CHIAMATELO “TOTOSINDACO”, NE ABBIAMO FIN SOPRA I CAPELLI DI SCOMMESSE DA BOTTEGHINO DEL LOTTO.

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  3. OPS..rivolgevo la domanda alla dott.ssa Brancato , ma la giro alla d.ssa La Torre.

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  4. ART.21 COSTITUZIONE. Dobbiamo farcela a riconquistare la nostra magnifica identità, siamo le genti della falce, non ci fermarono le pestilenze, i terremoti, le invasioni, non ci fermeranno STI QUATTRU SCASSAPAGGHIARI. Dobbiamo avere fiducia nei nostri giovani, ce ne sono tanti di grande intelligenza e umanità, MARIEDIT ha fiducia nei nostri ragazzi, FORZA aiutiamoli a venire allo scoperto, a governare il loro futuro. B A S T A con i politici di mestiere.

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  5. FRANCESCO TIANO 11 Marzo 2013 23:27

    Io non so se riusciranno a fare ripartire l’ATM ma so che il rigore, la legalità e il buon senso è necessario per fare un poco di pulizia e ridare una speranza di ripartenza. L’ATM ha molte famiglie da sfamare, che certamente vanno aiutate ma le scelte di un buon sindaco non possono accontentare tutti. Dimezzare i lavoratori del servizio di trasporto mantenendo la società municipalizzata e trasferendo l’altra metà in società diverse. Il merito, l’anzianità, il nucleo familiare siano i parametri di scelta.

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  6. ART.21 COSTITUZIONE. A proposito di ” nessuna idea concreta “, cui aggiungo, ” sotto il vestito niente “, riferito ai politici nostrani. Non è uno spaccato del risveglio anticipato di MARIEDIT, provocato dai rumori di macchina e di valigie, provenienti dalla strada privata, che non interessa nessuno, ma è un commento drammaticamente politico, ci riguarda, quel giovane ingegnere messinese, maturità col massimo dei voti, poi un 110 e lode, un master costosissimo di specializzazione, riparte, questa volta, con i genitori, vicini di casa, cui sono legato, mi sono commosso, quel giovane uomo non ritornerà più nella Urbs Messana dei suoi avi. Per merito della sua bravura, lo aspetta uno studio di ingegneria a Genova, un incarico a tempo indeterminato, qualifica QUADRO del contratto nazionale degli studi professionali, e una serie di incentivi per le sue trasferte all’estero, ma soprattutto una esperienza di lavoro, cui la nostra città non riesce più ad offrire ai suoi figli. Un messinese, la cui famiglia proviene dal quartiere RINGO, da generazioni, di 33 anni, bisnonna scampata al terremoto, lui di quarta generazione dopo quel maremoto, parte per non ritornare mai più, forse in vacanza. Turbato e sonno svanito, guardo una delle tante rassegne stampe, dopo vent’anni si parla ancora di berlusconismo e di anti berlusconismo, di palazzi di giustizia assediati, di DESTRA e SINISTRA allo sbando, non riescono, dopo aver governato insieme per più di un anno, a dare una maggioranza al paese, oramai in ginocchio. Oggi, c’è una sostanziale differenza, rispetto al passato, quando PDL e PD rappresentavano un italiano su due, ora solo due su tre, il terzo guarda al MOVIMENTO 5 STELLE, la prossima volta, senza ” nessuna idea concreta ” e ” sotto il vestito niente “, saranno solo due su cinque.

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  7. Settimo Libero 12 Marzo 2013 07:03

    HANNO USATO MESSINA PER LE POLTRONE ROMANE E CONTINUANO IMPERTERRITI………..FERMIAMOLI.
    La città di Messina è ormai al tracollo finanziario, e i pochi soldi rimasti vengono utilizzati per spese inutili, vedi la collocazione dei nuovi semafori sul viale giostra alto, magari con gli stessi soldi si potevano tappare un paio di buche.
    Questa città non ha più la forza economica per decollare, la popolazione la vive con estrema superficialità non curandosi di quanto sta accadendo.
    Chi potrebbe vantare progetti importanti, fugge al cospetto di arroganti, ingordi, ignoranti e pericolosi politici locali.
    Bisogna fermare al più presto questa continua ondata di bestiame politico, la forza comune oggi è quella delle STELLE.
    Parola di Gatto.

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  8. “Una citta che vive di terziario e assistenzialismo parassitario e non si rende conto che la pacchia e’ finita da un pezzo. Una citta che non capisce che senza produrre ricchezza(a proposito …chi produce dalle nostre parti?) non si vive,invece pensa di farlo elemosinando ancora risorse dallo Stato, dalla Regione e dagli Enti locali che ne dispensano e ne dispenseranno in futuro sempre meno…” Questo scrivevo in una mia riflessione “Messina la citta delle contraddizioni” nel MAGGIO DEL 2007 in una lettera al direttore sotto lo pseudonimo di Dolce & Gabbato. Sempre nello stesso pezzo di SEI anni fa’ “…una citta’ la cui borghesia e’ rassegnata e quasi contenta di mandare i propri figli a studiare fuori,in Italia e all’estero senza pensare che mai potranno applicare sul nostro territorio competenze e professionalità acquisite…” PROFEZIA o semplice BUONSENSO ? Intanto la citta e’ FALLITA e si continua a guardare il dito ( accusatorio) e non la LUNA ….L’ dea CONCRETA c’è manca L’ INTELLIGENZA politica..creativa e spirituale ,quella intelligenza illuminata che si avverte per esempio in Grillo e purtroppo un po’ meno nei Grillini.

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