Cronache da Marte: quel che accadde in vista dell'Accorinti in tour 2017

Cronache da Marte: quel che accadde in vista dell’Accorinti in tour 2017

Rosaria Brancato

Cronache da Marte: quel che accadde in vista dell’Accorinti in tour 2017

Tag:

domenica 23 Ottobre 2016 - 07:43

Racconto di fantasia su quel che accadde a Palazzo quando Le Donne e Signorino cercarono di cancellare alcune tappe del tour 2017 di Accorinti in giro per l'Italia.

Il giorno che rilasciarono il postino di Palazzo Zanca dopo oltre 3 mesi di prigionìa, scoprirono che nella sua borsa c’erano circa 3000 cartoline dai luoghi più disparati che Accorinti aveva mandato dal suo ultimo tour: “Baci da Assisi”, “Abbracci ecologici dal campeggio Sel di Sperlonga”, “Un saluto intellettuale da casa Fo” e via dicendo.

Le cartoline finirono nello scatolone insieme alle altre accumulate in 3 anni e mezzo e che Le Donne e Signorino stavano mettendo da parte da allegare al libro “Cambiamo Messina viaggiando”. In quei giorni i due erano affaccendati, calendario e mappamondo alla mano, per preparare il nuovo tour. Mentre stavano riflettendo sull’opportunità d’inserire la tappa dell’8 dicembre a Campodimele per il Festival dei buoni propositi si guardarono preoccupati: “Dobbiamo dirglielo. Deve uscire dal tunnel”. Da tempo ormai i due facevano ogni notte lo stesso sogno. Anzi, lo stesso incubo. Ogni notte, puntuale alle 00.34 spuntava Trischitta sbandierando scontrini e ricevute di ogni genere: bufalotte, caramelle, rifugi in cime al Monte Bianco, ostelli, noleggio di pattini a rotelle e sacchi a pelo, ingressi al Museo della spiritualità. Ed ogni notte la mole di scontrini aumentava.

“Dobbiamo far l’elenco delle missioni istituzionali e di quelle che sono solo salvifiche- diceva accorato Le Donne- Così non si può andare avanti. Anche se prendo l’alka seltzer e ceno con riso bollito Trischitta me lo sogno lo stesso. Dalla sua ultima conferenza stampa ho perso 7 chili”.

Proprio in quel momento arrivò la videochiamata del sindaco che intento a firmare autografi e a far selfie con gruppi di fan voleva sapere come andassero le cose a Messina. I due cercarono di nascondere il groppo in gola e dissero: “ Va tutto bene qui. Ma dobbiamo parlarti seriamente”.

Non avevano avuto il coraggio di dire che invece a Piazza Cairoli c’era stato l’inferno e che era dovuta intervenire la Protezione civile.

L’assessore Ialacqua, dopo aver provato a salvare la mucca Scilla (quella caduta nello Stretto diversi mesi fa), stava cercando di dare una sistemazione adeguata alle due galline di Piazza Cairoli. Le pennute però, messe lì dal presidente della Confcommercio, si trovavano ormai a loro agio ed in ottima salute, grazie ai pezzi di brioches e cornetti che turisti ed avventori le lanciavano non appena finivano di mangiare granite e cappuccini al bar Santoro e all’Irrera. Alla vista del comandante Santagati le due galline avevano combinato un putiferio. Fu democraticamente deciso di convocare un’assemblea per capire come risolvere la questione. V’era chi suggeriva di mettere cinghiali in un altro recinto, davanti ad Intimissimi, chi sosteneva che, per par condicio, le attrazioni turistiche dovessero essere messe anche davanti all’Oviesse e chi propose un vero e proprio zoo con blatte, topi e vari tipi d’insetti. Ma Ialacqua fu irremovibile, mai avrebbe consentito il maltrattamento di qualsiasi specie animale sotto la sua giurisdizione. Scrisse di suo pugno un’ordinanza di divieto di lancio di ciabatta contro zanzare, mosche e scarafaggi e vietò l’utilizzo di qualsiasi insetticida spry. Risoluto dichiarò infine Area Protetta San Licandro e la questione si chiuse lì. Nel frattempo però restava da risolvere un’altra faccenda. Sul tavolo del Dipartimento Patrimonio, dopo le dichiarazioni di Accorinti a La Zanzara che si era detto favorevole alla liberalizzazione della cocaina erano arrivate 12 istanze per l’apertura di chioschi “Free Coca” da Tremestieri a Torre Faro e il dirigente non sapeva cosa fare. Gli assessori risposero di fare come avevano fatto finora con tutte le istanze per la Cosap e gli appelli per andare incontro alle richieste dei commercianti: ignorarle e metterle nei cassetti.

Le Donne e Signorino quindi decisero di non rabbuiare Accorinti con le piccole beghe di una città di provincia, come lo stato di degrado, l’allarme acqua o rifiuti.

“Anche io devo parlarti Guido- tagliò corto Accorinti– o cambi il telefono o impari a fare le fotografie. Quelle che mi hai mandato ieri sono tutte nere”.

“Renato non sono nere- rispose l’assessore- sono le foto scattate nelle strade di Messina la sera. I messinesi si lamentano perché le vie e le piazze sono al buio, sono pericolose”

“Dovrebbero preoccuparsi di più per il buio intellettuale. Prima qui era notte fonda dell’anima e della politica anche di giorno e nessuno si lamentava”.

Assessore e direttore generale nel frattempo avevano stilato l’elenco delle missioni possibili e di quelle non opportune ed avevano cancellato dal tour in programma per l’inverno 2017 quasi tutte le tappe, compresa quella per il concerto degli Inti- Illimani a Pescasseroli e la rievocazione dell’incontro tra San Francesco e il lupo a Gubbio.

“State scherzando vero?- s’inalberò il sindaco metropolitano- Ma voi pensate che dobbiamo farci intimorire da uno come Trischitta che era amico di Buzzanca e ora è in Forza Italia con Genovese? Ma voi pensate che davvero la Corte dei conti o la Procura non capiscano la differenza che c’è tra una mia missione per il compleanno di Dario Fo e quella di uno qualsiasi che invece va al compleanno di Sandra Milo? Se mi fossi fatto rimborsare le spese per andare al concerto di Gigi D’Alessio sì che avrebbero potuto contestarmi il danno erariale o il peculato. Mica per il concerto di Crischitti, non scherziamo”.

La teoria della superiorità intellettual-canora di Crischitti su D’Alessio aveva convinto Signorino, un po’ meno Le Donne che ogni tanto, di nascosto, ascoltava musica pop. In fondo, pensava Le Donne, anche Felicità di Al Bano e Romina è un inno all’amore, alla pace nel mondo e alla non violenza. Ma non ebbe il coraggio di dirlo per timore che lo accusassero di essere amico di quellichecantavanoprima, roba alla Massimo Ranieri e Celentano vecchia maniera.

La tappa degli Inti-Illimani fu quindi ripristinata nel tour. Decisero però di dedicare parte della seduta di giunta per capire quali cantanti potevano definirsi intellettualmente non violenti e quali eventi invece erano da considerarsi eticamente non rimborsabili.

La nota dolente era quel comizio a Capannori con la candidata sindaco di Rifondazione comunista, Francesca Palazzi, nel maggio 2014 che non poteva certo considerarsi missione istituzionale.

“Ma pensate sul serio che la Corte dei conti o la Procura non sappiano la differenza che c’è tra un candidato di Rifondazione comunista e Scilipoti? Mica mi sono fatto rimborsare le spese per andare al comizio di Razzi” replicò Accorinti.

Fu così che furono costretti a lasciare anche la pedalata in tandem con il candidato alla presidenza della II circoscrizione del comune di Purgatorio, tal Pippo La Fauci, capolista di Ecologia solidale-Tsipras-Solidarietà.

Una per una tutte le tappe del tour che Le Donne e Signorino avevano cancellato perché a rischio “controllo Trischitta” il sindaco le rimise una per una.

Accorinti aveva anche chiesto di lasciare libere le giornate del 18 e 19 gennaio, convinto com’era che Tiziana Rocca l’avrebbe portato a Los Angeles per la premiazione del vincitore del TaoFilmFest 2016, del tutto ignaro che persino i loghi di Messina e Taormina sono scomparsi dal sito e dal brand della manifestazione, figuriamoci le persone…

Inutile infine ricordargli l’elenco dei problemi da risolvere, da Termini che chiamava ogni giorno per l’emergenza acqua, dal caos rifiuti ai servizi sociali. Riuscirono a strappargli una promessa: sarebbe rientrato a Messina in tempo per il discorso solenne sull’approvazione del previsionale 2017, per poi poter defenestrare quell’antipatico dell’assessore Eller che stava sfornando bilanci e soluzioni in continuazione e già che c’erano anche quell’antipatica della Ursino, che in sei mesi aveva organizzato più eventi dei giorni del calendario.

Il sindaco mise una condizione: prima del rientro avrebbe dovuto fare un’ultima tappa, a Casa del diavolo. Era quella la missione definitiva, la madre di tutte le battaglie. Lì avrebbe potuto finalmente realizzare il suo compito istituzionale: sconfiggere il male interiore. Poi avrebbe ripreso la via di casa.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Cara ROSARIA non mi sono allontanato da TEMPOSTRETTO, è anche vero che non commento e leggo con continuità, non so spiegare il perché,probabilmente viaggio molto in direzione dei nipotini padani,nelle due città la qualità della convivenza civile è sempre sul podio delle classifiche,da quelle parti non rischio di essere investito mentre passaggio. Oggi il tuo editoriale domenicale non ha popolari figure retoriche ma è tutto un artificio per dirci che RENATO è a Palazzo Zanca per caso,il vero cambiamento erano altri a garantirlo,il M5S,gente sconosciuta ai messinesi ma con regole ferree,di cui siamo testimoni in questi mesi,ma le regole non fanno per noi quando siamo immersi nello spazio mitico della FALCE,lontano siamo cittadini esemplari.

    0
    0
  2. Cara ROSARIA non mi sono allontanato da TEMPOSTRETTO, è anche vero che non commento e leggo con continuità, non so spiegare il perché,probabilmente viaggio molto in direzione dei nipotini padani,nelle due città la qualità della convivenza civile è sempre sul podio delle classifiche,da quelle parti non rischio di essere investito mentre passaggio. Oggi il tuo editoriale domenicale non ha popolari figure retoriche ma è tutto un artificio per dirci che RENATO è a Palazzo Zanca per caso,il vero cambiamento erano altri a garantirlo,il M5S,gente sconosciuta ai messinesi ma con regole ferree,di cui siamo testimoni in questi mesi,ma le regole non fanno per noi quando siamo immersi nello spazio mitico della FALCE,lontano siamo cittadini esemplari.

    0
    0
  3. MessineseAttento 23 Ottobre 2016 09:00

    Un tempo ero convinto che a costoro bastasse una “mezza” laurea per considerare il popolo alla stregua di aborigeni con l’anello al naso; oggi, ho capito che l’anello al naso lo hanno loro, ed anche bello grosso. Ma davvero costoro non si accorgono di essere protagonisti di una campagna elettorale abnorme a favore di Accorinti!? Davvero non capiscono che, dopo i milioni di euro distratti in passato, parlare delle bufalotte di Accorinti, fa ridere i polli!? Credono davvero che questa pagliacciata possa distrarre l’elettorato da cambi di casacca, voti raccattati tra i clan, gettoni di presenza rubati ed innumerevoli indagini e processi in atto verso un’intera classe politica!? Comincio a dubitare delle vostre capacità intellettive.

    0
    0
  4. MessineseAttento 23 Ottobre 2016 09:00

    Un tempo ero convinto che a costoro bastasse una “mezza” laurea per considerare il popolo alla stregua di aborigeni con l’anello al naso; oggi, ho capito che l’anello al naso lo hanno loro, ed anche bello grosso. Ma davvero costoro non si accorgono di essere protagonisti di una campagna elettorale abnorme a favore di Accorinti!? Davvero non capiscono che, dopo i milioni di euro distratti in passato, parlare delle bufalotte di Accorinti, fa ridere i polli!? Credono davvero che questa pagliacciata possa distrarre l’elettorato da cambi di casacca, voti raccattati tra i clan, gettoni di presenza rubati ed innumerevoli indagini e processi in atto verso un’intera classe politica!? Comincio a dubitare delle vostre capacità intellettive.

    0
    0
  5. Rosaria, si troppu fotti!!

    0
    0
  6. Rosaria, si troppu fotti!!

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007