Decimo appuntamento. Mana Chuma rilegge l'Iliade

Decimo appuntamento. Mana Chuma rilegge l’Iliade

Decimo appuntamento. Mana Chuma rilegge l’Iliade

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martedì 06 Agosto 2013 - 11:04

Cinema denuncia, con la proiezione del documentario The Scream, della regista yemenita Khadija Al-Salami, ospite alla nona edizione del Dubai Film Festival; Special edition Horcynus Festival, nella sezione “MigrAzioni tra terre e mare”, con lo spettacolo teatrale fuori abbonamento “L’ultimo inganno - Un’altra Iliade” e gli oltre 80 scatti, tra street photography, waterscape, still life, photomanipolation ed urban photography, della mostra fotografica Made in Sicily: sono questi gli appuntamenti in calendario per la giornata del 6 agosto.

Si apre con l’inaugurazione di Made in Sicily, mostra collettiva fotografica che sarà ospitata fino al 20 agosto nelle sale del Complesso Monumentale di Capo Peloro, la decima giornata dell’undicesima edizione dell’Horcynus Festival 2013. L’esposizione, curata dall’ Officinae dell’Arte, propone circa 80 scatti che abbracciano la street photography, il waterscape, lo still life, la photomanipolation e l’ urban photography. Tanti modi diversi di guardare alla fotografia, molteplici punti di vista con un unico denominatore comune: la sicilianità. Un gruppo di fotografi mostra così il proprio punto di vista e racconta una propria visione del mondo, che è testimonianza, documentazione, racconto che parla in siciliano, ripreso e narrato da siciliani ai siciliani ed al viaggiatore. Le tematiche impresse nell’obiettivo rappresentano, da un lato, un forte motivo di attenzioni educative, ma rappresentano anche un punto di partenza per accendere riflessioni e discussioni sul concetto di “ripresa”, non soltanto fotografica. Madeinsicily è anche un invito alla riscoperta di una identità moderna e Mediterranea che affonda radici, senza mai dimenticarle, in un passato lontanissimo, attraverso uno spaccato contemporaneo che attraverso la fotografia disegna i tratti di una identità culturale, artistica, sociale che trova la propria, naturale collocazione nel cuore del Mediterraneo, in Sicilia, e che spingendosi ben oltre le Colonne d’ercole cerca l’infinito. Espongono: Alessandro Grussu, Vincenzo Chisari, Enrico Borrometi, Enrico Guerrera, Silvio Ruvolo, Siro Barbagallo, Manlio Arena, Antonio Fede, Deborah D’angelo, Domenick Giliberto, Anna M. Ponfi, Nicola Bonanno, Giuseppe de Luca, Antonio Giocondo, Carlo Omodei, Peter Martin, Piero Parisi, Mariaconcetta Timon Bombaci, Roberto Manganaro Ocho Scostante. La decima giornata dell’Horcynus Festival prosegue alle 21,30 con la sezione “MigrAzioni tra terre e mare” con lo spettacolo teatrale, fuori abbonamento, “L’ultimo inganno – Un’altra Iliade” di Massimo Barilla e Salvatore Arena, una coproduzione Mana Chuma Teatro e Fondazione Horcynus Orca. Un approccio diverso intorno ad una storia universale, che è una ricerca intorno al linguaggio, attraverso una narrazione innovativa, ed è anche messinscena, un racconto in cui sentimenti e azioni passano anche attraverso le luci e le scene. In special edition all’Horcynus Festival, lo spettacolo con protagonista Salvatore Arena avrà un nuovo allestimento studiato per l’occasione e ritorna alla guerra raccontata da Omero con il punto di vista di una vedetta troiana e del greco Tersite. Due personaggi, due dimensioni, due altezze, due linguaggi e due tempi distinti. Una vedetta troiana condannata a vivere, condannata a ricordare e un greco fuori dal coro: Cantore disilluso tra le pieghe del potere, cinico e tragicomico, un po’ Iago un po’ buffone. Il primo personaggio, la sentinella, sta in alto come costretto sopra qualcosa di precario; l’altro, Tersite, è in basso, lo spazio è suo, grondante del suo idioma, dei suoi artifici, delle sue offese, della sua arte esuberante. L’ultimo inganno è fondamentalmente un incontro, l’unico sguardo incrociato dei due personaggi al culmine della storia. Quello che poteva essere e non è stato; da qui la storia di dipana con voci alterne e non tralascia niente: il riso e il pianto, la luce e il buio, l’orrore e la pietà. Nella narrazione della grande battaglia le definizioni di parte scompaiono, non ci sono più Achei né Troiani. La paura, il dolore, il sangue, gli occhi e le mani si mescolano e non hanno colore, si declinano in atti precisi raccontati dall’interno, come in un lungo piano sequenza e quello che resta è solo “polvere nell’aria”. A chiudere la serata, per la sezione Mare di Cinema Arabo, la proiezione del documentario The Scream, della regista yemenita Khadija Al-Salami. Donna yemenita, costretta a sposarsi a undici anni, firma la regia di questo documentario che racconta il ruolo importante svolto dalle donne in Yemen nella ribellione contro la dittatura e le manifestazioni di strada per richiamare attenzione sulle proprie sofferenze e necessità. La telecamera segue Rahma una giornalista, Balqis un’attivista per i diritti umani e Huda una poetessa, tre donne hanno vissuto in prima persona le vicende della lotta per la democrazia in Yemen. The Scream, ospite alla nona edizione del Dubai Film Festival, compie un ulteriore passo in avanti, indagando le conseguenze della partecipazione delle donne alla rivoluzione e mostrando il dolore di chi si accorge che la rivoluzione non è riuscita a migliorare il loro status all’interno della società yemenita.

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