Antiparentopoli, Crocetta. "Si sono dette troppe banalità. E' una norma innovativa"

Antiparentopoli, Crocetta. “Si sono dette troppe banalità. E’ una norma innovativa”

Rosaria Brancato

Antiparentopoli, Crocetta. “Si sono dette troppe banalità. E’ una norma innovativa”

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mercoledì 21 Agosto 2013 - 15:38

Crocetta difende la norma antiparentopoli stoppata dal Commissario dello Stato in alcuni punti. "Basta dire banalità. Abbiamo fatto una legge innovativa, basterebbe leggerla".

Dopo lo stop del Commissario dello Stato alla norma antiparentopoli varata dall’Ars la scorsa settimana (vedi articolo correlato), Crocetta ne ribadisce la validità e preannuncia ricorso alla Consulta. Come si ricorderà la norma, una sorta di “antiparentopoli light”, sulle incompatibilità (nel cui testo approvato sparivano i parenti, rinviati ad altra data), era stata approvata il 12 agosto a larga maggioranza ma il Commissario Aronica ne ha ravvisato alcuni elementi di incostituzionalità impugnando alcuni commi. Dopo la valanga di contestazioni da parte dell’opposizione adesso la decisione di Aronica ha di fatto stringato al massimo la norma.

"Non capisco il clamore che si sta sollevando sulla legge siciliana in materia di ineleggibilità/incompatibilità recentemente approvata- replica Crocetta- Il Commissario dello Stato ha richiesto di omettere le parole “socio”, “funzionario”, "dipendente”.Ovviamente, laddove il funzionario è
dipendente di società partecipate della Regione e operanti in “house”, non si comprende il motivo di tale disparità rispetto al funzionario della regione.
Mentre, la benevolenza nei confronti del socio, ci sembra eccessiva essendo il socio detentore reale e vero del potere economico del patrimonio dell'azienda e
quindi in grado di esercitare una influenza dominante. Ne è prova il fatto che nella recente inchiesta sulla formazione due dei soggetti coinvolti affermano
testualmente “non ci possono fare nulla perchè siamo soci ”. Con questa legge abbiamo introdotto, per la prima volta, la regola che la partecipazione ad enti di
diritto privato, anche senza finalità di lucro, che fruiscono di finanziamenti o contributi da parte della Regione costituisce motivo di ineleggibilità ed
incompatibilità a deputato regionale”
.

Il governatore rivendica l’aver introdotto una norma nuova e rilevante, contestando a quanti, tra i quali anche il ministro Gianpiero D’Alia gli hanno ricordato che basterebbe applicare la legge nazionale in materia “Il decreto legislativo è già applicato anche in Sicilia e, comunque, non mi pare che in Italia abbia risolto la questione del conflitto d'interessi-aggiunge il Presidente- La legge siciliana in questo campo vuole fare di più rispetto al Paese anche perchè il Legislatore ha affidato alla Regione la facoltà di introdurre norme e criteri più rigorosi rispetto al resto della Nazione. Banalizzare pertanto, il risultato raggiunto è veramente miope, perchè mostra disinteresse all'introduzione di norme più stringenti che regolino la vita delle Istituzioni”.

Il governatore invita poi a leggere più attentamente alcuni degli articoli approvati con l’antiparentopoli per capirne, a suo dire, la portata.
Art. 10

Non sono eleggibili inoltre:

a) coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali, amministratori e dirigenti di società, enti di diritto privato o di imprese private risultino
vincolati con lo Stato o con la Regione per contratti di opere o di somministrazione, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative, che
importino l'obbligo di adempimenti specifici, l'osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o
l'autorizzazione è sottoposta;

b) i rappresentanti, amministratori e dirigenti di società, enti di diritto privato ed imprese volte al profitto di privati, che godano di contributi,
concorsi, sussidi o garanzie da parte dello Stato o della Regione;
1bis) Le ineleggibilità di cui al presente Capo sono estese ai rappresentanti, agli amministratori, ai dirigenti ed ai funzionari di enti non territoriali,
anche senza scopo di lucro, di società o imprese private che godono di contributi da parte della Regione nonché ai dirigenti e funzionari dipendenti
della Regione. Sono comunque fatti salvi gli incarichi assunti dai deputati regionali, dal Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, dal Presidente
della Regione e dai componenti della Giunta regionale in forza di espressa previsione di legge;

1 ter) Non sono eleggibili né compatibili i soci, legali rappresentanti, amministratori, dirigenti, funzionari e consulenti di società o enti di
formazione professionale, anche senza scopo di lucro, che fruiscono di finanziamenti o contributi, a qualsiasi titolo, per lo svolgimento di attività
formative per conto della Regione o che siano titolari di appalti per forniture e servizi per lo svolgimento di attività formative per conto della Regione.”
Capo III – Delle incompatibilità

Art. 10-ter

“2 bis. I deputati regionali non possono, altresì, successivamente all’insediamento nella carica, ricoprire ex novo la qualità di socio, presidente,
rappresentante legale, amministratore, consigliere, dirigente, funzionario, dipendente, consulente di società o di enti diversi da quelli territoriali, che
beneficiano di sostegno economico o finanziario da parte della Regione. Sono comunque fatti salvi gli incarichi assunti dai deputati regionali, dal
Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, dal Presidente della Regione e dai componenti della Giunta regionale in forza di espressa previsione di legge.”.
Art. 10 septies

1. Le cause di incompatibilità dei deputati regionali previste dal superiore Capo II e dal presente Capo si applicano, altresì, nei confronti del Presidente
della Regione e dei componenti della Giunta regionale. Con apposito regolamento, nel rispetto dei principi del giusto procedimento, sono
disciplinate le modalità di contestazione delle cause di incompatibilità in capo agli Assessori regionali.

Subito dopo l’intervento del Commissario dello Stato sia il Presidente dell’Ars Ardizzone, sia il Presidente della Commissione Forzese hanno evidenziato tutti i limiti di una norma che poi hanno portato ad una “cronaca d’impugnazione annunciata”, al punto che Ardizzone ha detto “resisteremo contro i ddl improponibili del governo” e Forzese aveva aggiunto “questo testo l’ha voluto la giunta”. All’Ars era chiaro durante i lavori che quel testo non avrebbe superato la scure del Commissario, nonostante tutti gli interventi “di lima”. Pdl, Pds e M5S ne avevano spiegato i motivi definendola una legge spot, legge spaventapasseri, legge che risponde più ad interessi mediatici che non reali.

E se la parte relativa alle incompatibilità legate ai familiari era già stata rinviata ai prossimi mesi, adesso occorre capire cosa resta (e cosa farne) del testo parzialmente impugnato dal Commissario.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. bonanno giuseppe 21 Agosto 2013 15:58

    …..mi sa che il Presidente e come quel mio collega e amico calabrese che mi diceva “compari si non mi vanti tu mi vantu ieu”.Minchia non cunta mai finu a mille prima di parrari……ma cuminciassi a fari fatti e non parole o nomine dei “suoi” come i vecchi tempi (non canciau nenti)

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