La talpa del clan di Barcellona, boss pentito D'Amico accusa carabiniere

La talpa del clan di Barcellona, boss pentito D’Amico accusa carabiniere

Al. Ser.

La talpa del clan di Barcellona, boss pentito D’Amico accusa carabiniere

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martedì 05 Agosto 2014 - 13:04

Il carabiniere di Milazzo Francesco Anania, in passato scorta dei magistrati, secondo il neo pentito era a disposizione della mafia. E' stato arrestato ieri dopo il ritrovento di 3 pistole e 2 fucili sotterrati vicino la sua abitazione.

Sarebbe l’appuntato dei Carabinieri Francesco Anania, 48 anni, di Milazzo, la talpa istituzionale che gli investigatori cercano da qualche anno, da quando l’ex capo dei Mazzarroti Melo Bisognano, pentendosi, spiegó che un appartenente alle forze dell’Ordine metteva sull’avviso il clan, prima delle azioni dello Stato.

Da allora a più riprese i magistrati della Dda avevano passato al setaccio gli appartamenti di alcuni sospettati, ma senza risultati concreti. Proprio il pm Giuseppe Verzera lo scorso anno aveva archiviato l’ennesimo fascicolo contro ignoti per il reato di fuga di notizie con l’aggravante del favoreggiamento della mafia.

Forse non si tratta necessariamente dello stesso soggetto, ma adesso un nome c’è: quello del carabiniere Anania appunto, indicato dal boss Carmelo D’Amico, l’ex capo militare barcellonese ora passato alla collaborazione con la giustizia.

Anania è un appuntato dell’Arma che fino a non molto tempo addietro ha svolto il servizio scorta ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia messinesi. Da ieri sera è nel carcere di Gazzi con l’accusa di aver custodito armi per il gruppo mafioso. In contrada Bastione, a Milazzo, poco lontano dalla sua abitazione, gli investigatori hanno trovato, interrate, due pistole e due fucili. A indicare il nascondiglio è stato lo stesso D’Amico, che in questi giorni sta verbalizzando le sue rivelazioni. Alcune di queste hanno indotto i magistrati ad agire “a caldo”, cercando nell’immediato i riscontri. Ecco quindi che ieri pomeriggio, dopo aver cinturato la zona, gli escavatori hanno portato alla luce le armi. Insieme al militare, nei guai è finito anche il figlio ventiduenne Cristian, sorpreso mentre cercava di allontanarsi dalla zona con parecchia droga addosso, 300 grammi di marijuana e 200 grammi di cocaina. Inizialmente fermato anche un nipote del carabiniere, Felice Anania, sospettato della detenzione dell’arsenale: dopo gli interrogatori é stato rimesso in libertà senza alcun obbligo. Adesso il lavoro degli investigatori prosegue per capire se Anania avesse altri “compiti” e fino a che punto fosse a disposizione della consorteria criminale del Longano

4 commenti

  1. Hombre de barro 6 Agosto 2014 01:01

    magari era nella pattuglia che mi ha confiscato la moto…

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  2. Hombre de barro 6 Agosto 2014 01:01

    magari era nella pattuglia che mi ha confiscato la moto…

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  3. Questa gente dovrebbe essere giudicata in maniera esemplare: vergogna, un uomo di Stato che favorisce la mafia è fra le cose più brutte che possano accadere.

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  4. Questa gente dovrebbe essere giudicata in maniera esemplare: vergogna, un uomo di Stato che favorisce la mafia è fra le cose più brutte che possano accadere.

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