La famiglia non ha i soldi per il funerale, anziana morta in casa per due giorni

La famiglia non ha i soldi per il funerale, anziana morta in casa per due giorni

Redazione

La famiglia non ha i soldi per il funerale, anziana morta in casa per due giorni

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giovedì 08 Agosto 2013 - 12:41

Una triste storia di povertà giunge da via Piave, una stradina alle spalle dell'ospedale Piemonte. Una donna di77 anni è morta per un malore ma la famiglia non ha i soldi per il funerale ed il corpo è rimastoin casa per due giorni. La situazione si è sbloccata oggi con l'intervento della Polizia Municipale.

Ancora una storia di miseria fa capolino in questa torrida estate messinese. La povertà colpisce ormai non solo in vita ma anche dopo la morte. Il corpo di una 77enne, a due giorni dalla morte, è rimasta nella sua casa di via Piave perché i familiari non hanno i soldi per pagare l’impresa funebre.
L’anziana è deceduta per un malore e da quel momento ne sono successe di tutti i colori. La famiglia non potendo sostenere i costi di un funerale ha lasciato la donna sul letto di morte per due giorni. I parenti, non sapendo cosa fare, si sono rivolti al 118 e poi alla guardia medica ma non hanno trovato una soluzione. Si sono sentiti rispondere che sarebbe dovuto intervenire il medico di famiglia che però in quel momento era fuori città. E allora, senza sapere cosa fare, si sono tenuti il cadavere in casa nonostante il gran caldo di questi giorni. Solo stamattina, grazie all’intervento dei vicini di casa, si è risolta l’incredibile storia. Qualcuno ha avvertito la Polizia Municipale ed il comandante
Calogero Ferlisi ha inviato sul posto gli uomini del Nucleo Decoro. Sono così scattate le procedure previste in questi casi dal Comune. E’ stato avvisato anche il sindaco Accorinti e in tarda mattinata finalmente un carro funebre ha potuto portare via il corpo della 77enne. Per lei un’esistenza vissuta in povertà ed una morte ancor più triste.

9 commenti

  1. nel frattempo il comune butta via soldi per molte inutili manifetazioni estive!!

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  2. che in una società civile (!) esistano tali realtà è davvero deprecabile! ma gli operatori del 118 e la guardia medica che razza di formazione hanno!?! Andando oltre il loro lavoro non potevano suggerire il da farsi? non hanno capito il problema? non sono capaci di “vedere”? Ed il medico di famiglia!?! no, no … non ci siamo! dovrebbe esserci un numero per casi del genere. problemi così si verificano e la realtà è quella che è. la dignità non ha prezzo, colori nè status sociale soprattutto davanti alla morte.
    stefania cucinotta

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  3. ma che società civile, questo è terzo mondo, e chi ha incarichi di governo dovrebbe sotterrarsi per la vergogna, specialmente chi parla di religione, vara, devoti ecc ecc. Pensano alle buffonate estive e non sono in grado di dare assistenza alla povera gente, uno schifo.

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  4. Salvatore Vernaci 8 Agosto 2013 17:25

    Il Comune è tenuto ,per il Regolamento di assistenza ordinaria e straordinaria, da intervenire in queste situazioni. Quasi tutti i Regolamenti comunali di assistenza riportano il seguente articolo: “Per persone indigenti e prive di familiari, il Comune provvede ad organizzare i funerali mettendo a disposizione il feretro ed assumendo le altre spese connesse a trasporti e tumulazione.” Non penso proprio che questo principio, generale per tutti i Comuni, non sia né previsto, né venga applicato.

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  5. assolutamente! ma quello che io contesto è il fatto che gli operatori non si siano attivati ad aiutare la famiglia a chiedere a chi di competenza in questo senso o farlo di propria iniziativa.

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  6. Che tristezza e senza fare demagogia sulle inutili spese per la vara… . Ma che coordinazione tra il 118 la guardia medica e le istituzioni…! Per non parlare della “pietas” della chiesa!…Ad un passo dall’orrore

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  7. Raccapricciante, morire senza un minimo di dignità, atroce….

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  8. bello il “caro” defunto…

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  9. Alessandro Grussu 9 Agosto 2013 10:13

    E ti pareva che l’imperatore da due soldi non traeva spunto anche da qui per gettare fango su Renato?

    Questo nel mio vocabolario si chiama sciacallaggio. Vergognati tu, piuttosto.

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