La solidarietà al Vittorio Emanuele fa il tutto esaurito. Ha vinto il cuore

La solidarietà al Vittorio Emanuele fa il tutto esaurito. Ha vinto il cuore

Rosaria Brancato

La solidarietà al Vittorio Emanuele fa il tutto esaurito. Ha vinto il cuore

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mercoledì 24 Dicembre 2014 - 06:56

Tutto esaurito per il musical di Madre Teresa al Teatro Vittorio Emanuele. Ha vinto la solidarietà e l'incasso di 8.000 euro ha consentito l'acquisto di farmaci e apparecchiature per l'Help center. L'iniziativa di Terra di Gesù e Caritas ha dimostrato che il cuore dei messinesi, nonostante le difficoltà, batte forte. (foto gallery)

Gesù non è solo a Betlemme, Gesù è anche al Tirone, dove c’è una bimba autistica ma i suoi genitori non possono comprare i farmaci, c’è un bimbo che ha bisogno di occhiali e la madre non ha i soldi per acquistarli Questa non è l’Africa che facciamo finta di non vedere, è casa nostra”. Sta tutto in questa frase pronunciata da Francesco Certo, presidente dell’associazione Terra di Gesù e coordinatore dell’ Help center di piazza Stazione il senso ed il cuore dell’iniziativa di beneficenza che ha portato in scena al Vittorio Emanuele il musical Madre Teresa.

Anzi, non c’è alcuna discontinuità dal messaggio della “Matita di Dio” che da Calcutta ha insegnato al mondo il significato profondo di carità, compassione, amore, e l’iniziativa che si è svolta al Teatro (messo a disposizione gratuitamente) e promossa da Terra di Gesù, Caritas e Santa Maria della Strada, che già insieme hanno creato quel piccolo grande tesoro che è l’Help center, che dà risposte, un letto e assistenza medica a migliaia di senza tetto e di italiani incappati nell’improvvisa bufera. Gli ultimi dati sono raggelanti perché il 40% delle visite mediche all’Help center, che funziona grazie a 30 medici ed un numero elevatissimo di volontari,ci dicono che sono messinesi, quegli “invisibili” che la crisi ha falcidiato per strada ma che si rialzeranno. Il 30% proviene dall’est, la parte restante da Africa ed Asia. Ma l’Help center garantisce anche un tetto (sia pure per 12 ore mentre i sogni corrono verso le 24 h), assistenza legale e ogni forma di sostegno che solo il cuore grande di una società che si stringe nel momento del bisogno sa dare.

E Madre Teresa il musical, portato in scena con straordinaria professionalità da oltre 60 persone della compagnia della parrocchia di San Paolino a Mili, diretti da un commosso Giovanni Rizzo, regista che ha messo impegno e passione, è stato soprattutto un grande gesto di solidarietà: l’incasso di 8 mila euro (i biglietti erano al costo di 10 euro e il Teatro era stracolmo) consentirà l’acquisto di farmaci e di un ecocolodoppler. Insomma, missione compiuta e Madre Teresa starà sorridendo perché lo spirito dell’iniziativa era proprio quello di far sì che “tante gocce facciano un oceano”. Lo spettacolo,andato in replica 10 volte e sempre per beneficenza,ha consentito in un anno la raccolta di altri 6 mila euro, tutti andati al progetto Terra di Gesù che è ovunque,dall’Africa alle periferie messinesi. Oltre al musical è stato possibile acquistare i disegni di Paolo Grasselli e i presepi artigianali e le somme sono andate sempre in beneficenza. Se le forme di aiuto “a distanza” sono importanti, lo è altrettanto la povertà sotto casa nostra,quella “solitudine” che, come cantava dal palco Madre Teresa-Daniela Rando, è sicuramente la più profonda delle povertà e delle sofferenze.

“Quando si fa la carità non si cercano i riflettori- ha detto in apertura della serata, presentata da Fortunato Marino e Silvana Paratore, il direttore della Caritas padre Gaetano Tripodo- ma questa volta abbiamo fatto un’eccezione perché questi riflettori sono funzionali alla raccolta dei fondi”.

Il musical (di Castellacci e Paolicelli) è un’opera collettiva che vede insieme senza cesure momenti individuali e corali, balli, coreografie, dialoghi che sembrano poesie o preghiere e dietro ha un lavoro che si basa solo sul volontariato, da chi ha allestito le scene a chi ha cucito gli abiti di scena (in questo caso un chirurgo, una commercialista ed una pensionata), fino a chi ha dedicato ore del suo tempo per le luci, le prove. Definirlo il lavoro di una compagnia parrocchiale non ne rende onore perché sono stati tutti dei professionisti e se alla fine hanno strappato gli applausi è perché non c’è stata alcuna differenza tra chi calca quelle scene per professione e questa straordinaria compagnia diretta da Gianni Rizzo. Come direbbe Madre Teresa “L’amore non vive di parole” e lo si può capire solo attraverso le azioni, i gesti.

Lo spirito dell’iniziativa è proprio questo, quello di richiedere piccoli gesti d’amore verso quel Gesù che sta al Tirone e sentiamo anche piangere. Se Madre Teresa nel ricevere il Nobel chiese di usare i 6 mila dollari (era il 1979) destinati al banchetto ufficiale per sfamare i poveri, altrettanto possiamo fare anche noi, nel nostro piccolo. La fondatrice delle Missionarie di Carità ha insegnato che la peggiore delle miserie è essere rifiutato e con ogni probabilità quel nostro “non vedere” anzi, “non voler vedere” è la causa di mali profondi.

Il grazie va non solo alla compagnia e a chi ha organizzato l’iniziativa ma anche a quanti hanno affollato il Teatro donando qualcosa.

Citiamo solo gli attori senza dimenticare tutti gli altri, che da dietro le quinte, hanno fatto sì che neanche una virgola fosse fuori posto.

Daniela Rando, Massimiliano Rizzo, Erminia Leanza, Giovanni Macrì, Sofia De Grazia, Carmen Morabito, Francesco D’Angelo, Piero Bruschetta, Claudia Auditore, Peppe Caruso, Antonio Rizzo, Carmelo Gulletta, Simone D’Angelo, Elisa Russo, Nicoletta Romeo, Martina Rizzo, Vittoria Costantino, Cetty Caruso, Roberta Briguglio, Ivana Bombaci, Veronica Mastroeni, Letizia Fiumefreddo, Eleonora Biaggi, Emanuele Teresano, Ciccio Rizzo, Simone Cardile, Manuel D’Angelo, Giovanni Visalli.

La storia è quella di Madre Teresa, che ha applicato alla lettera le parole di Gesù: “se darai pane a un affamato lo avrai dato a me” e non ha mai allontanato gli occhi da nessun dolore, nessuna sofferenza, probabilmente con la stessa paura e lo stesso coraggio che viene ad ognuno di noi quando scopriamo che l’altro è dentro di noi, sempre.

Rosaria Brancato

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