“20 kg di cannoli per i poveri” donati da pasticceri siciliani a papa Francesco

“20 kg di cannoli per i poveri” donati da pasticceri siciliani a papa Francesco

Giovanni Passalacqua

“20 kg di cannoli per i poveri” donati da pasticceri siciliani a papa Francesco

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venerdì 13 Giugno 2014 - 16:24

Dovevano essere pezzo unico, ma su richiesta del Santo Padre ne sono stati preparati tanti più piccoli, così da poterli distribuire. A confezionarli la FAPS – Federazione Artisti Pasticceri Sicilia -, associazione di valorizzazione delle tradizioni dolciarie siciliane

“Tre mesi fa vidi una foto di papa Francesco, una come tante. Decisi di scrivergli, e da lì è nata l'idea”. Francesco Radicchio, presidente della FAPS – Federazione Artisti Pasticceri Siciliani – è uno dei pasticcieri che hanno confezionato tanti piccoli cannoli ripieni di pignolata da offrire al Santo Padre. “La nostra intenzione era realizzare un maxi-cannolo da 20 kg, degno del Papa; è stato lui stesso a chiederci di prepararne tanti, ma più piccoli, così da poterli donare ai più bisognosi. E noi ci siamo felicemente adeguati”. La FAPS si è avvalsa dell'esperienza de La Capricciosa, laboratorio artigianale sito a Fondachello Valdina, in cui lo stesso Radicchio lavora insieme al collaboratore Giuseppe Scattarreggia, della pasticceria di Enzo Catania, di Fondachelli Fantina, e del bar D'Angelo, storica pasticceria di Monforte San Giorgio, fondata nel 1932.

Nella risposta del papa c'era anche l'invito a partecipare all'udienza di mercoledì 11 maggio a San Pietro. “Devo ringraziare padre Gianfranco Centorrino – arciprete di San Pier Niceto, ndr -: “Senza la sua intermediazione non avrei saputo cosa fare. Grazie a lui ho potuto consegnare direttamente a Francesco i cannoli e scambiarci qualche parola. Ha apprezzato molto il gesto e ha detto che ci rivedremo presto. Io gli ho chiesto semplicemente di pregare per noi, e gli ho donato una targa e il mio cappello da chef”.

La FAPS è un'associazione che si propone di valorizzare le grandi tradizioni pasticciere siciliane, non soltanto attraverso corsi di formazione, ma anche grazie a iniziative che coinvolgano gli artigiani del gusto e li presentino ad un pubblico sempre disposto a spendere per la buona cucina. “E' stata dura organizzarsi, ma ne è valsa la pena. Qualcuno pensava di partecipare al progetto per puro opportunismo pubblicitario, ma noi non apprezziamo questi comportamenti. Facciamo il possibile per aiutare le tante persone che, nel nostro comprensorio, non hanno letteralmente da mangiare. Tutto questo non ha senso se è fatto per pubblicizzarsi. La gastronomia è legata all'esistenza stessa dell'uomo, e ne condiziona la qualità. Un pasto non può essere buono se non è buono chi lo prepara”.

Giovanni Passalacqua

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