Assertività: l’ascolto empatico

Assertività: l’ascolto empatico

Assertività: l’ascolto empatico

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lunedì 06 Maggio 2013 - 11:07

Ascoltiamo empaticamente le persone che ci rivolgono la parola,ancora di più quando sembra non vogliano dirci nulla di importante. Chiedi alla psicologa: invia una mail all’indirizzo psicologica@tempostretto.it

Un principio fondamentale dell’assertività è “io valgo tanto quanto vali tu”. Se ce ne ricordiamo ogni volta che entriamo in interazione con qualcuno, ci predisponiamo nel modo migliore per rendere la nostra interazione fruttuosa per noi e per l’altro, oltreché rispettosa della nostra relazione. Spesso, quando qualcuno ci dice qualcosa, il significato letterale delle parole è solo una minima parte del messaggio che vuole comunicarci. Può capitare che le parole scelte per dirci qualcosa siano modi di dire o proverbi, che il significato del messaggio sia del tutto implicito. Cosa rende possibile il fatto che noi capiamo lo stesso quello che l’altro vuole dirci? Noi esseri umani siamo naturalmente dotati di un dono prezioso, che ci consente di entrare in contatto con le emozioni dell’altro spesso bypassando la forma con cui ci vengono comunicate. Questo dono si chiama empatia, la parola deriva dal greco e significa “dentro il sentimento”. Attraverso l’empatia noi abbiamo la possibilità di immedesimarci nel vissuto emotivo dell’altra persona, di cogliere la parte più significativa del messaggio che ci rivolge. I neuroni specchio sono dei neuroni che si attivano automaticamente nel nostro cervello sia quando compiamo un’azione sia quando osserviamo la stessa azione compiuta da un altro. Si attivano anche per le emozioni ed i sentimenti: questo è il motivo per cui avvertiamo tristezza osservando un volto triste, anche se il volto è semplicemente un’immagine di qualche frazione di secondo vista alla tv.

L’empatia è la qualità umana alla base dell’ascolto empatico. Quest’ultimo è il modo tipicamente assertivo di dare la dovuta attenzione al messaggio che l’altro vuole farci arrivare. Ascoltare empaticamente vuol dire impegnarsi a comprendere cosa l’altro vuole comunicare e perché, ma vuol dire anche comunicare all’altro quanto ho capito (o non mi è chiaro) di quello che mi è stato comunicato e se sono d’accordo o meno. Ascoltare l’altro con faccia neutra, senza fargli capire se e quanto abbiamo capito e condividiamo del suo messaggio, vuol dire ascoltare a metà. Vediamo insieme quali sono le tappe necessarie all’ascolto empatico:

1. Ascolto il messaggio esplicito: cosa mi sta dicendo l’altro? Di cosa mi sta parlando?
2. Noto le intenzioni per cui mi parla: perché? Cosa vuole ottenere da me?
3. Presto attenzione al contenuto emotivo: come mi si rivolge? E’ arrabbiato, triste, allegro?
4. Riassumo a parole mie il messaggio: rendo esplicito all’altro che ho ascoltato e compreso il suo messaggio.
5. Chiedo chiarimenti se qualcosa non mi è chiaro.
6. Do un feedback: un segnale di assenso o dissenso che consenta all’altro di capire la mia posizione, se sono d’accordo o no riguardo a quanto mi è stato comunicato, oppure se ho bisogno di tempo o altre informazioni per prendere una posizione.

Proviamo ad ascoltare empaticamente le persone che ci rivolgono la parola, quando vogliono comunicarci esplicitamente qualcosa, ed ancora di più quando sembra non vogliano dirci nulla di importante. Focalizziamoci soprattutto sul contenuto emotivo del messaggio che ci viene rivolto, a maggior ragione quando ci suona irrilevante il significato letterale del messaggio: se la nostra anziana vicina si lamenta che le piante condominiali non sono annaffiate a dovere, notiamo la malinconia che ci trasmette, proviamo a viverla sulla nostra pelle, potrebbe accadere che comprendiamo che la cura che rivendica per le piante è la stessa cura che non ha il coraggio di chiedere per sé, proviamo allora a farle un sorriso in più e a dedicarle qualche minuto di positività quando la incrociamo per le scale: potrebbe accadere che il giorno dopo la troviamo a canticchiare un motivetto allegro alle piante, mentre le annaffia col sorriso sulle labbra.

“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana di via Ugo Bassi, 145, Messina. Per informazioni telefonare al: 345.2238168.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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