Il Consiglio comunale verso la fine del mandato: geografia politica dell'Aula

Il Consiglio comunale verso la fine del mandato: geografia politica dell’Aula

Danila La Torre

Il Consiglio comunale verso la fine del mandato: geografia politica dell’Aula

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martedì 16 Gennaio 2018 - 07:27

Al momento le dinamiche locali sembrano non interessare granché ai vertici dei partiti, dal 5 marzo però inizierà un gran fermento per le elezioni cittadine del prossimo giugno

Anche il Consiglio Comunale, così come il sindaco Renato Accorinti, si accinge a concludere il mandato iniziato a giugno 2013. L’attuale geografia politica dell’Aula è completamente diversa da quella venuta fuori dalle urne 5 anni fa, per via dai numerosi cambi di casacca. Il clamoroso passaggio dei “genovesiani” dal Partito Democratico a Forza Italia, a fine 2015, ha instaurato una maggioranza di centrodestra (a trazione genovesiana).

In Aula, l’area di centrodestra risulta composta da Forza Italia e dai gruppi satellite quali Grande Sud, Felice per Messina e Progressisti democratici; da SiAmoMessina; e Fratelli d’Italia.

Contestualmente alla crescita di Forza Italia si è via via indebolita, non solo numericamente ma anche politicamente, la coalizione di centro-sinistra, composta -sulla carta – da Pd, Dr/Sicilia Futura, Centristi per la Sicilia (ex Udc) e Megafono. Lo schieramento guidato dal partito democratico oggi appare del tutto sfaldato, come dimostrano le votazioni sulle varie delibere che arrivano in aula. A titolo di esempio, basti guardare la votazione sulla delibera relativa al prolungamento della procedura di riequilibrio da 10 a 20 anni approvata dal Consiglio comunale domenica mattina. Il Pd si è espresso favorevolmente (con la sola eccezione di Antonella Russo, che continua nella sua linea dura nei confronti delle politiche finanziarie della giunta Accorinti); i consiglieri di Sicilia Futura (movimento fondato da Picciolo e Cardinale che proprio recentemente ha rinnovato l’alleanza a con il Pd ) hanno votato contro; e anche i Centristi per la Sicilia di D’Alia, rappresentati in aula solo dal consigliere Franco Mondello, hanno alzato disco rosso al provvedimento proposto dalla giunta Accorinti. Non pervenuto il Megafono (movimento fondato nel 2012 da Crocetta ed oggi scomparso dalla scena politica), che ha perso per strada ben tre consiglieri e conta oggi solo su Angelo Burrascano. La votazione di domenica è solo uno dei tanti casi in cui il centrosinistra si è spaccato. Eppure Pd, Centristi e Sicilia Futura sono pronti a correre a braccetto anche alle vicine elezioni politiche. La domanda è dunque: perché a Messina Starvaggi, segretario provinciale del Pd, D’Alia e Picciolo non fanno squadra scegliendo di comune accordo una linea unica da seguire? Probabilmente perché in questo momento Messina è l’ultimo dei loro pensieri, tutte le loro attenzioni sono rivolte a Roma e al rinnovamento del Parlamento. Ci sono posizioni personali da salvaguardare e i temi locali sono marginali.

La situazione potrebbe cambiare già all’indomani delle elezioni nazionali, quando leader e partiti dovranno necessariamente tornare ad interessarsi delle questioni locali in vista delle amministrative.

Al momento però lo scenario in Consiglio comunale è il seguente: il centrosinistra sembra in balia degli eventi, non c’è unione d’intenti tra i gruppi e spesso anche all’interno degli stessi emergono divisioni; nel centrodestra o meglio in Forza Italia le redini le tiene Francantonio Genovese, che ha in aula un numero altissimo di fedelissimi. Fanno eccezione il capogruppo di FI Pippo Trischitta, che non ha mai nascosto la sua vicinanza all’ex deputato e assessore regionale Santi Formica, ed i consiglieri Nicola Crisafi e Daniele Zucccarello, entrambi componenti del Gruppo Misto, vicini ad un altro esponente di Forza Italia, l’ex deputato regionale Nino Germanà, che dopo aver visto sfumare l’elezione all’Ars è pronto a scendere in campo per conquistare uno scranno in Parlamento.

Completano lo scacchiere di centrodestra in SiAmoMessina, dove siedono Fabrizio Sottile e Piero Adamo, Fratelli d’Italia, dove è recentemente approdata Daniela Faranda, che ha preso il posto della neo deputata regionale Elvira Amata. Ma se il gruppo di Forza Italia insieme ai suoi gruppi satellite (Grande Sud, Felice per Messina, Progressisti democratici) viaggiano su un binario unico teleguidati da Genovese, non si può parlare di vera e propria alleanza tra il partito azzurro e questi due gruppi, anche se Sottile – va ricotdato – è entrato a far parte della schiera dei genovesiani.

In posizione equidistante dallo schieramento di centrodestra e da quello di centrosinistra c’è il gruppo “Cambiamo Messina da Basso- Accorinti sindaco”, all’interno del quale – con l’approssimarsi delle amministrative – cominciano ad emergere divergenze. Se Ivana Ristano e Cecilia Caccamo continuano a dare appoggio incondizionato al sindaco Accorinti e alla sua giunta, sia per quest’ultima parte di sindacatura che per la prossima campagna elettorale, Maurizio Rella – tra i maggiori detrattori del sindaco prima di cambiare idea una volta entrato in Consiglio comunale – e la capogruppo Lucy Fenech, che per anni ha difeso strenuamente Accorinti & C da qualsiasi attacco – iniziano a manifestare malumori e a rivolgere pubblicamente critiche.

Questa è l'attuale fotografia dell'Aula, ma dopo le elezioni politiche del 4 marzo è assai probabile che in Consiglio comunale si apra una nuova, brevissima fase, in cui si delineeranno meglio gli scenari. Se al momento, infatti , le dinamiche locali sembrano non interessare granché ai vertici dei partiti, dal 5 marzo inizieranno le grandi manovre per le amministrative.

Danila La Torre

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