Un anno...di attivismo e militanza

Un anno…di attivismo e militanza

Eleonora Corace

Un anno…di attivismo e militanza

martedì 01 Gennaio 2013 - 17:26

Il 2012 ha visto la crescita e la nascita di grandi movimenti al livello nazionale. Fuori dalla logica dei partiti, associazioni e collettivi hanno dato vita a partecipate manifestazioni, ma anche a gesti di protesta più estremi. Dall'esposizione dello striscione No Ponte - No Tav sul Pilone all'occupazione del Teatro in Fiera - passando per la fiaccolata per Alì e il Movimento per la Cultura - anche Messina ha avuto il suo anno di attivismo politico e sociale.

In una città in ginocchio,c’è chi sceglie di reagire. C’è chi sceglie di smettere di sperare per iniziare a costruire qualcosa, con le proprie mani. Mettendo in gioco i propri corpi. Il 2012 è stato l’anno in cui sono ripartiti i grandi movimenti. A livello nazionale che regionale, spesso con grande risonanza anche nella nostra città.
Ha iniziato, cronologicamente, Renato Accorinti, con la sua battaglia per salvare i preziosi volumi dell’archivio storico. i libri erano abbandonati a marcire in scantinati poco idonei, e già dai primi di gennaio Accorinti ha denunciato lo scandalo dando vita al Movimento della Cultura. Il 18 settembre i volumi dell’archivio sono stati sistemati nella biblioteca del Palacultura. La vicenda dei libri dell’archivio storico dimostra, secondo Accorinti, che “la lotta paga”. Uno slogan duro, che però anima anche gli attivisti che si sono gettati anima e corpo in altre imprese.
A febbraio il movimento No Ponte ha ospitato una delegazione No Tav, unendo così la lotta delle grandi opere dalle Alpi al Mediterraneo. Il primo Marzo, rispondendo all’appello della Val di Susa: “Blocchiamo tutto! Ovunque”, un gruppo di attivisti ha bloccato un treno in direzione Siracusa occupando un binario della Stazione Centrale. Un mese dopo sono scattate le denunce per quattordici manifestanti. E sempre il gemellaggio No Ponte – No Tav ha portato all’impresa che ha visto tre attivisti No Ponte arrampicarsi sul Pilone. Dopo aver scalato uno dei simboli di Messina hanno esposto uno striscione contro il ponte e l’alta velocità. La foto ha fatto il giro della rete e dei maggiori quotidiani nazionali.
Il 23aprile è stato il giorno della solidarietà. Una settimana prima il venditore di rose egiziano di nome Alì era stato brutalmente aggredito e ridotto in fin di vita. La domenica successiva, i membri di movimenti ed associazioni, capitanati dall’Arci Thomas Sankara di Messina, hanno indetto una fiaccolata contro il razzismo. Lo slogan, preso in prestito dalle parole di Vittorio Arrigoni, recitava: “Restiamo Umani”.
Nasce a giugno, invece, “Luogo Comune”, il laboratorio per la difesa del territorio. Composto da attivisti e membri di diverse associazioni e partiti, vuole vigilare sulla difesa del territorio dalla speculazione edilizia e dal dissesto idrogeologico che spesso ne consegue. Soprattutto vuole educare la cittadinanza a un modo diverso di vivere gli spazi, trasformando le piazze e i luoghi grigi ed anonimi in spazi sociali.
Durante l’estate sempre il circolo Arci di Messina è stato in prima linea nel progetto Boat 4 People. Una spedizione internazionale che ha fatto il giro su una goletta delle rotte dei migranti nel Mediterraneo. Per tutelare il diritto del mare che impone di soccorrere chi ne ha bisogno ed accogliere i naufraghi. L’Arci di Messina ha partecipato soprattutto con il lavoro dell’avvocato Carmen Cordaro, rappresentante legale dell’Arci nazionale.
Festa nel mondo dell’associazionismo in generale e in quello omosessuale in particolare, il 16 settembre, per l’approvazione del registro per le unioni civili a Torregrotta. Ha gioito dell’iniziativa del comune soprattutto il circolo arcigay Makwan di Messina, che con il suo presidente Rosario Duca ha seguito la vicenda fino al suo lieto fine. Il comune di Torregrotta è il primo in tutta la provincia ad aver apportato questa innovazione nel suo statuto.
Il 20 settembre, invece, approda anche a Messina il movimento che si batte contro il Muos, l’impianto satellitare militare americano che dovrebbe essere istallato nella riserva naturale vicino a Niscemi. Il movimento No Muos ha velocemente raggiunto proporzioni regionali, debuttando a livello nazionale anche con una manifestazione a Roma agli inizi del mese, ed è stato ufficialmente portato anche a Messina dal giornalista Antonio Mazzeo, che ha presentando il suo ultimo libro, un “Eco:Muostro a Niscemi”.
Tutto questo ha portato alla manifestazione contro l’ipotesi del centro di smantellamento per le navi Nato da realizzare nell’Arsenale di Messina. Realizzata proprio di fronte i cancelli dell’Arsenale il 2 ottobre. Era fresca di cronaca la notizia della vincita dell’appalto sull’edificio degli ex magazzini generali da parte dell’imprenditore Vinciullo. Per questo i manifestanti si sono spostati di fronte ai magazzini in un sit-in improvvisato di protesta, essendo l’imprenditore citato nei resoconti della commissione antimafia.
Arriviamo a novembre, in cui esplode la rivolta studentesca. Quasi tutte le scuole superiori della città occupano. Le motivazioni generali sono quelle del movimento studentesco nazionale e riguardano soprattutto i tagli selvaggi programmati dal governo Monti nell’ambito dell’istruzione pubblica. Ma ce ne sono anche di più specifiche, che chiamano direttamente in causa l’amministrazione della nostra città. Sono due i problemi che gli studenti mettono in evidenza sopra tutti: la sicurezza e i servizi. Gli edifici di Messina e della sua provincia non sono a norma. Vecchi e fatiscenti, non sono sicuri. In più a causa del dissesto è stato soppresso il servizio degli scuolabus, mentre per mancanza di fondi gli istituti sono costretti a risparmiare anche sui riscaldamenti. Una situazione inaccettabile, oltre che invivibile, che ha costellato il mese di novembre di continue e partecipate manifestazioni.
Dicembre è il mese delle occupazioni. Sabato 15 occupano gli attivisti antifascisti il Teatro in Fiera, abbandonato da diciassette anni. Il martedì 18 parte l’occupazione pacifica del traliccio della società Terna a Pace del Mela. i membri del comitato spontaneo Pacesi per la vita, dopo anni di lotta contro la costruzione dell’elettrodotto aereo che attraverserebbe il centro cittadino, hanno deciso di indire questa forma estrema di protesta. I cittadini chiedono che i cavi ad alta tenzione dell’elettrodotto siano interrati o il percorso cambiato per tutelare la salute dei cittadini, ma la società Terna fin’ora è andata avanti sulla sua strada. Dal 15 dicembre, invece, anche Messina ha il suo teatro occupato. Dopo la manifestazione antifascista della mattina, indetta in polemica con quella di Forza Nuova nel pomeriggio, un gruppo di attivisti ha fatto irruzione nel padiglione abbandonato del teatro in fiera. Riaprendolo dopo diciassette anni. (Eleonora Corace)

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