Calcio italiano, la sfida del rinnovamento

Calcio italiano, la sfida del rinnovamento

Calcio italiano, la sfida del rinnovamento

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lunedì 11 Novembre 2013 - 15:32

Cambiare strategia nel mondo del pallone, in continua evoluzione.

In questi giorni la decisione di Barbara Berlusconi di far cambiare “filosofia” al Milan (decisione giusta o sbagliata, quello lo dirà il tempo) rimette in discussione un aspetto di cui si parla da tempo, ma che pochi club italiani hanno messo in atto, ossia di cambiare strategia di business e di avvicinarsi in questo senso alle maggiori realtà europee, che hanno squadre più ricche e più vincenti nelle competizioni europee.
Le indagini fatte in questi settori mostrano come ormai da anni le squadre con i bilanci migliori e coni maggiori ricavi sono quelle che vincono maggiormente in Champions League: Barcellona, Real Madrid, Manchester United, Bayern sono vere macchine da soldi, in confronto alle quali le italiane hanno ancora tanto terreno da recuperare. Le nostre squadre in passato hanno puntato sui soli ricavi dei diritti tv, mentre le squadre europee puntavano sul merchandising, sula vendita dei biglietti e sull'immagine, creando sinergie ed eventi con soggetti che operano in campi affini al calcio, come le scommesse live in diretta, i giochi o anche altri sport.
Merchandising ed eventi consentono di creare un legame più diretto tra i tifosi, il club ed i giocatori, e questa vicinanza predispone i giocatori a spendere in un modo o nell'altro per la propria squadra: per vedere le partite allo stadio, in tv, per acquistare gadget, ecc. Un legame, che poi può essere rafforzato attraverso anche gli strumenti innovativi, come i social media o anche i canali video su internet.
In questo senso ha fatto parlare di sé, la scorsa stagione, il Borussia Dortmund per una strategia di marketing intelligente: prima di ogni partita di Champions League, lanciava nel proprio canale YouTube un video pre-partita, come se fosse una sorta di trailer cinematografico che anticipasse l'evento. I video di per sé non erano particolarmente innovativi, ma centravano l'obiettivo facendo aumentare l'aspettativa per il match ed anche l'orgoglio dei tifosi per la propria squadra. E non è un caso, forse, che la squadra più attenta al marketing sia arrivata proprio in finale, nonostante ad inizio stagione non era certo tra le favorite.
Certamente il marketing non è tutto, ma negli ultimi anni abbiamo visto anche in Italia come le squadre più attente all'innovazione, a ridurre la distanza dalle prime della classe del calcio europeo abbiano avuto buoni risultati. Tra queste senz'altro la Juventus ha avuto i migliori risultati, grazie anche ad un nuovo stadio, sempre pieno, allineandosi in questo senso agli standard delle migliori squadre europee. E certamente uno stadio sempre pieno aiuta a fare qualche punto in più che può essere decisivo.
Insomma, non possiamo sapere al momento se le decisioni di Barbara Berlusconi avranno i frutti sperati, anche perché Galliani, come AD del Milan, negli ultimi anni ha raggiunti ottimi risultati dal punto di vista finanziario. Ma certamente una maggiore attenzione all'innovazione ed al marketing non potrà che giovare al calcio italiano.

Un commento

  1. Da chi è firmato l’articolo…???
    Analisi superflua, povera, inconcludente, superficiale.
    Non vengono fatte considerazioni sul livello di tassazione, sulle modalità di reperimento delle risorse finanziario, sull’origine delle proprietà di taluni club europei.
    Casi come quello del Borussia sono rari, un mix di ottimi giovani giocatori messi insieme da un ottimo tecnico, con pochi fondi, il resto son soldi club con proprietà ultramilionarie, basse tassazioni, inesistenti controlli fiscali, e debiti enormi con banche “amiche”, in Italia tutto questo non è possibile, a meno che non si voglia copiare il modello Inter-Indonesiano.

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