Ovvero il coraggio di ricostruire un modello di sobrietà
Si è concluso Giovedì 23 Aprile il ciclo di incontri, organizzato dal Progetto Baobab, sul tema “Educare alla Sobrietà”.
Durante i primi quattro mesi dell’anno, Padre Felice Scalia ha illustrato le cause del malessere che da anni attanaglia le coscienze degli uomini, in una società che spaccia per valori sacrosanti ed universali il mito del progresso, il profitto, la globalizzazione, il consumo, il denaro, l’apparire, etc.
I sintomi di questo malessere, che le giovani generazioni hanno purtroppo ereditato, si annidano fra l’ altro nella crisi della famiglia, negli abusi sull’infanzia, nella mancanza di tutela dell’ambiente, ed hanno provocato nel tempo “contenziosi” economici, finanziari, bellici e sociali, creando così disoccupazione, marginalità, nuove povertà, ingiustizie e violenza.
L’uomo si è così creato uno stile di vita equivoco, a tal punto da continuare a permettersi di “fare tutto” e cercare di ”possedere sempre di più” con la presunzione che “quanto si ha è sempre troppo poco per essere sicuri”; quindi, la sicurezza dell’uomo si è realizzata attraverso il possesso e l’accumulazione frenetica di beni; quindi, più si possiede (anche sulla pelle degli altri) più si è al sicuro.
Si è venuta così a determinare una “società opulenta” che non ha considerato i più deboli della terra.
L’amara considerazione è che adesso diventa difficile passare da una simile società ad una sobria.
In questo quadro devastante, non trovano quindi posto nella società gli “affamati della terra”, i “fuoriusciti” (intesi anche quelli dal lavoro), i bambini schiavi e i bambini soldati, le etnie ed i popoli ancora perseguitati (palestinesi, curdi, armeni, zingari, etc.).
Insomma, il nostro non è un sistema di sobrietà bensì di eccessività ed il c.d. “pensiero unico” non ha fatto altro che esasperare la valorizzazione dell’individuo creando un effetto devastante nella società della solidarietà.
Ci sono troppi “bisogni inutili” o “falsi bisogni” e pertanto bisogna ritornare alla sobrietà che è la strada maestra verso la solidarietà.
L’uomo deve fare una revisione del proprio modello di sviluppo ed avere il coraggio di passare da un’economia puramente capitalistica – dove il danaro ed il profitto sono gli unici parametri di valutazione – ad un’economia umanistica, che guarda soprattutto all’uomo ed alle sue esigenze essenziali.
I temi dei quattro incontri sono stati:
– Per i bianchi abbastanza non è mai abbastanza;
– Il sistema di “rapina” per una crescita eccessiva;
– Diritto degli Occidentali all’eccesso ?
– Nella sobrietà il futuro: decrescita di “merci”, crescita di “beni”.
Il Progetto Baobab, organizzatore dell’evento, nasce da un’esperienza fatta da alcuni ragazzi nel 2004 in Eritrea.
Da quel viaggio è nata una’idea, una sfida, un’utopia che hanno creato un ponte fra la Sicilia e quella terra martoriata da anni di guerre e di continue carestie, terra però che cerca in tutti i modi di far germogliare nei loro figli i semi della speranza e della “ricostruzione spirituale e materiale”.
Il Progetto – che è frutto dell’impegno congiunto dell’AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) e della Caritas Diocesana di Messina – ha organizzato in Africa dei “Campi di Scoperta”, permettendo a giovani di Messina, Spadafora, Barcellona e Vittoria di scoprire una terra affascinante e un popolo dal cuore grande.
Il prossimo appuntamento del Progetto Baobab è previsto per il 5 e 6 Giungo 2009 per l’annuale Convegno “Sotto il Baobab”.
angelo salvo
