Il silenzio dell'assessore Gucciardi sul Piemonte mentre scatta l'ora X dello smantellamento

Il silenzio dell’assessore Gucciardi sul Piemonte mentre scatta l’ora X dello smantellamento

Rosaria Brancato

Il silenzio dell’assessore Gucciardi sul Piemonte mentre scatta l’ora X dello smantellamento

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mercoledì 30 Settembre 2015 - 08:30

Il 7 settembre l'assessore regionale Gucciardi, a conclusione del vertice in prefettura ha dichiarato: "Il Pronto soccorso del Piemonte è salvo. Entro pochi giorni vi dirò la soluzione adottata". Oggi è il 30 settembre e l'unico atto concreto è il piano di dismissione presentato dal dg Vullo. Dall'esponente della giunta Crocetta solo silenzio.

Come prevedibile è arrivato il 30 settembre e sul Piemonte, nonostante gli impegni presi dall’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi, scatta l’ora zero.

L’unico atto ufficiale e definito che in questo momento riguarda il nosocomio, l’unico fatto concreto nero su bianco, è la delibera di riorganizzazione del Papardo-Piemonte firmata dal dg Michele Vullo e che entro il 1 novembre comporterà lo smantellamento del presidio, Pronto soccorso compreso.

Per il resto, come si dice, “solo chiacchiere”, dichiarazioni d’intenti. E Messina di chiacchiere è già morta negli anni scorsi.

Val la pena ricordare all’assessore Gucciardi quello che il 7 settembre, più di 20 giorni fa, ha dichiarato in Prefettura a conclusione di un lungo incontro con deputazione e tecnici (e che ha fatto seguito a due mesi durante i quali si presuppone che l’assessore abbia avuto tempo e modo di studiare le carte): “entro pochi giorni vi dirò la soluzione scelta per salvare il Pronto soccorso. Sto pensando ad un provvedimento assessoriale, ma prima devo incontrare il ministro Lorenzin e nel contempo far valutare le diverse ipotesi dagli uffici del Dipartimento”.

1)L’incontro con il ministro Lorenzin c’è stato, e l’esponente del governo Renzi ha ribadito il suo ok alla fusione con i Neurolesi, subordinandolo a due condizioni: la vigilanza del ministero sulla destinazione e sull’uso delle risorse che saranno assegnate ed il fatto che nell’operazione entri in gioco anche l’Università attraverso il Policlinico che fa ricerca.

2) Gli uffici del Dipartimento, che il caso Piemonte si presuppone lo conoscano bene sin dai tempi della Borsellino, hanno avuto un mese per esaminare le ipotesi sul tappeto (trasferimento all’Asp oppure fusione con i Neurolesi)

3)Il ddl Picciolo-Formica è stato inserito all’ordine del giorno dei lavori dell’Ars e da oggi è incardinato.

La domanda a questo punto è: l’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi che ha deciso per le sorti del Piemonte? Due le possibili ipotesi: o ha una concezione del tempo diversa da quella dei comuni mortali per i quali “entro un paio di giorni darò la risposta”, o pensa che i messinesi non si accorgeranno del fatto che entro un mese il nosocomio chiude.

Spetta alla Regione decidere, anche perché se il ddl non verrà supportato da una posizione dell’assessore, rischia di essere impallinato dai veti incrociati, dai dispetti della politica e dallo scarso peso della città, con la conseguenza che, senza il Piano B il Piemonte chiude. A meno che non sia davvero questo il disegno finale: lo smantellamento del presidio storico sotto gli occhi di tutti.

In questo caso allora ognuno si deve prendere le responsabilità in quota parte. Anche il silenzio è una gravissima responsabilità.

La politica deve avere il coraggio delle scelte, l’assessore regionale ha l’obbligo e il dovere di dare quelle risposte che ha promesso il 7 settembre, anche se queste dovessero dare un dispiacere agli alleati del Pd e di Crocetta.L’unico lusso che Messina non può permettersi è l’ennesima sconfitta.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Messina potrà disporre di un pronto soccorso ogni 123.000 ab. con conseguenze notevoli sui ritardi o l’impossibilità di poter affrontare emergenze.
    Purtroppo la conseguenza sono le vittime del ritardato o mancato soccorso.
    Il pronto soccorso del Piemonte è un taglio sconsiderato che spero peserà sulla coscienza di chi lo ha imposto, per le numerose vittime che tale decisione porterà di conseguenza.
    Catania dispone di un pronto soccorso ogni 45.000 ab. circa tutti in centro. Messina con un pronto soccorso ogni 123.000 sarà forse record europeo in negativo…La città europea meno dotata di pronto soccorso è dove per un infarto o un incidente si morirà per scelta politica. E’ omicidio di massa..non punibile perchè politico…….

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  2. Messina potrà disporre di un pronto soccorso ogni 123.000 ab. con conseguenze notevoli sui ritardi o l’impossibilità di poter affrontare emergenze.
    Purtroppo la conseguenza sono le vittime del ritardato o mancato soccorso.
    Il pronto soccorso del Piemonte è un taglio sconsiderato che spero peserà sulla coscienza di chi lo ha imposto, per le numerose vittime che tale decisione porterà di conseguenza.
    Catania dispone di un pronto soccorso ogni 45.000 ab. circa tutti in centro. Messina con un pronto soccorso ogni 123.000 sarà forse record europeo in negativo…La città europea meno dotata di pronto soccorso è dove per un infarto o un incidente si morirà per scelta politica. E’ omicidio di massa..non punibile perchè politico…….

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  3. Va avanti la procedura per la chiusura del Piemonte (-8 giorni). E logicamente, si realizzerà quella per lo spostamento del Neurolesi dalla ex Villa Bonino ai locali (adeguatamente ristrutturati) del vecchio nosocomio cittadino. In questo modo l’Ircs potrà continuare ad operare, perfettamente in regola le leggi vigenti in materia. E’ questa una ovvia conseguenza dell’applicazione della legge Balduzzi. In proposito, sarebbe ora che tutti noi ci si abitui a considerare cosa normale, la piena applicazione delle normative approvate in Parlamento, non il suo contrario.

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  4. Va avanti la procedura per la chiusura del Piemonte (-8 giorni). E logicamente, si realizzerà quella per lo spostamento del Neurolesi dalla ex Villa Bonino ai locali (adeguatamente ristrutturati) del vecchio nosocomio cittadino. In questo modo l’Ircs potrà continuare ad operare, perfettamente in regola le leggi vigenti in materia. E’ questa una ovvia conseguenza dell’applicazione della legge Balduzzi. In proposito, sarebbe ora che tutti noi ci si abitui a considerare cosa normale, la piena applicazione delle normative approvate in Parlamento, non il suo contrario.

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