Inaugurato lo sportello antiviolenza di Cgil e Evaluna. Cisl rinnova il proprio impegno

Inaugurato lo sportello antiviolenza di Cgil e Evaluna. Cisl rinnova il proprio impegno

Inaugurato lo sportello antiviolenza di Cgil e Evaluna. Cisl rinnova il proprio impegno

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lunedì 25 Novembre 2013 - 11:00

La presentazione dello Sportello è avvenuta nel corso di un incontro/confronto sul tema della prevenzione e del contrasto alla violenza sulle donne che si è tenuto nel Saloncino della Camera del Lavoro nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata dalla Cgil per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne sotto lo slogan “Vive le donne”. La Cisl vuole contrastare questo fenomeno in tutte le sue manifestazioni e diffondere la cultura della parità uomo-donna a tutela dei diritti umani e della dignità delle donne, delle lavoratrici, delle pensionate, dei minori e di tutta la società

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Cgil di Messina insieme all'associazione Evaluna onlus, ha inaugurato oggi lo Sportello Antiviolenza che sarà aperto tutti i giovedì dalle 16 alle 18 ed è collegato al 1522 numero verde della Rete nazionale antiviolenza attivo 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.

Il 1522, numero verde della Rete nazionale antiviolenza, operativo 24 ore su 24, gratuito, che offre un’accoglienza non solo in italiano ma anche in inglese, francese, spagnolo, russo e arabo è nato su input del Dipartimento per le Pari opportunità nel 2006 ed ha man mano ampliato funzioni e attività. Il servizio mediante l'approccio telefonico sostiene l'emersione della domanda di aiuto, consentendo un avvicinamento graduale ai servizi da parte delle vittime con l'assoluta garanzia dell'anonimato e devia le chiamate ai centri antiviolenza territoriali della Rete. Negli anni le chiamate al servizio sono andate aumentando. Dall’inizio del 2013 ad ottobre, le chiamate al 1522 sono state oltre 53mila di cui 6450 nel solo mesi di ottobre. Di queste circa il 40% ha poi avuto contatti con i Centri antiviolenza territoriali. Nel 48% dei casi l’autore delle violenze o delle molestie segnalate – nel mese di ottobre 2013 al 1522- era il marito, nel 10 % il convivente, e nell’11,8% un ex.

“Uno strumento di accoglienza e supporto per le donne vittime violenza che rientra tra le attività che la Cgil mette in campo per la difesa e la tutela dei diritti delle donne – ha spiegato Esmeralda Rizzi, responsabile Politiche di genere della Cgil di Messina -".

La presentazione dello Sportello è avvenuta nel corso di un incontro/confronto sul tema della prevenzione e del contrasto alla violenza sulle donne che si è tenuto nel Saloncino della Camera del Lavoro nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata dalla Cgil per la giornata odierna sotto lo slogan “Vive le donne”.

Un confronto a più voci per delineare e provare ad analizzare i perché di un fenomeno che ha sostanziale matrice culturale. Sono intervenute la filosofa Rita Fulco, la rappresentante dell’Udi Catania, Giovanna Crivelli che ha spiegato la convenzione No More e l’attività dell’Udi nelle scuole e in politica; la docente di diritto Angela Busacca che ha tracciato l’evoluzione della normativa dal delitto d’onore alla più recente legge sulla violenza alle donne; l’avvocata esperta di casi di violenza Sara Lombardo che lavorerà a supporto dello Sportello antiviolenza; Cettina Restuccia presidente della Evaluna onlus, associazione che da oltre 10 anni si occupa in provincia di Messina di accoglienza e supporto alle donne vittime di violenza e di tratta.

Proprio l’associazione Evaluna, referente della Rete nazionale contro la violenza legata al 1522, è partner della Cgil Messina nella gestione dello Sportello antiviolenza dove l’utenza troverà il supporto di un legale, di un consulente, di uno psicologo.

Gli studi confermano infatti come lo step più complesso per le donne vittima di violenza sia proprio la denuncia o comunque la ricerca di sostegno anche informale, non collegato necessariamente a procedimenti legali.

Nel 2006 l’Istat approntò per la prima volta una ricerca sul fenomeno della violenza sulle donne dalla quale emersero dati preoccupanti sia in termini numerici che per la conseguente analisi: circa 10 milioni le donne che dichiararono di avere subito violenza fisica, psicologica o sessuale, nella stragrande maggioranza dei casi da parte di un uomo di famiglia, un congiunto o comunque prossimo sotto il profilo sentimentale. Il 30% dichiarò di non averne mai parlato prima e solo il 18% dichiarò di considerare l’accaduto un reato.

Contro la violenza sulle donne si schiera anche la Cisl, secondo la quale “servono atti concreti con l’impegno di tutti. La battaglia principale deve essere contro i sempre più frequenti femminicidi che rappresentano l'ultimo stadio della violenza: quella domestica, molestie, minacce, violenza psicologica o economica che le donne subiscono in maniera sproporzionata e spesso silenziosa”.

Il sindacato ricorda come per tante donne il pericolo è rappresentato dalla normalità delle mura domestiche dove avvengono i due terzi delle violenze denunciate e dove la violenza si confonde con gli affetti. “C'è una violenza quotidiana che si alimenta nei luoghi di lavoro con una occupazione sottopagata, la minaccia occupazionale in caso di gravidanza, l'incubo del rinnovo del permesso di soggiorno”.

La Cisl rinnova il proprio impegno per contrastare questo fenomeno in tutte le sue manifestazioni e diffondere la cultura della parità uomo-donna a tutela dei diritti umani e della dignità delle donne, delle lavoratrici, delle pensionate, dei minori e di tutta la società.

La Sicilia si è dotata di una legge regionale, n. 3 del 3 gennaio 2012 “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere la Sicilia”, per assicurare alle donne vittime di violenza e ai loro figli minori o diversamente abili un sostegno per consentire ad esse di recuperare autonomia, materiale e psicologica, garantendo accoglienza, protezione promuovendo e sostenendo centri antiviolenza, la formazione degli operatori, la costituzione di un osservatorio e di un forum permanente… dimenticandosi di stanziare le risorse.

“Non bastano le enunciazione di principi – ricorda la Cisl – occorre dare concretezza e trasformare i principi in realtà, altrimenti restano dichiarazioni di intenti. Non è un problema di risorse che non ci sono perchè, ricordiamo, con l’avviso 1/2011 la Regione ha stanziato 5 milioni di euro da destinare a progetti volti all’inclusione socio-lavorativa di soggetti in condizioni di disagio ed esclusione sociale tra cui le donne vittime di violenza. Che fine hanno fatto questi finanziamenti? Ci vuole impegno concreto, per affermare la cultura rispettosa della dignità delle persone in famiglia, a scuola, nei media e nella società più in generale. Tutti insieme dobbiamo fare questa battaglia di civiltà perchè la violenza sulle donne uccide anche la nostra dignità, come recita lo slogan della Cisl per ricordare le donne vittime di femminicidio”.

La violenza è anche una questione culturale che va affrontata dedicando un’attenzione particolare ai più giovani, perché i ragazzi capiscano che ci sono comportamenti sbagliati. “Quando una donna subisce violenza ñ scrive la Cisl – spesso dietro ci sono anche figli che vanno seguiti e accompagnati: 6 figli su 10 assistono ai soprusi e solo il 7% delle donne sporge denuncia. Per una donna la difficoltà maggiore sta nel denunciare la violenza spesso passano anni prima di spezzare questa catena”.

Il sindacato ritiene indispensabile investire nella prevenzione a cominciare dalle scuola, con iniziative mirate a diffondere la cultura del rispetto dell'altro. “Ci vuole uno sforzo della società civile, dei soggetti istituzionali e sociali, ciascuno mettendo a disposizione la propria esperienza senza personalismi”.

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