Annuncia il suo suicidio su Facebook e, dopo il count-down in diretta sul web, si impicca

Annuncia il suo suicidio su Facebook e, dopo il count-down in diretta sul web, si impicca

Annuncia il suo suicidio su Facebook e, dopo il count-down in diretta sul web, si impicca

domenica 11 Ottobre 2009 - 10:34

Assurda fine di un quindicenne di Torre del Greco (Na) che ha commosso il popolo di internet

Aveva annunciato l’intenzione di farla finita attraverso il proprio profilo su Facebook. Sul social network più conosciuto al mondo, Carlo D.U., quindicenne di Torre del Greco, già tre giorni prima del suo suicidio aveva lasciato frasi che preannunciavano la sua intenzione di farla finita. Poi si è impiccato nella sua stanza dopo aver fatto su Facebook l’agghiacciante conto alla rovescia della propria vita, fermata a 15 anni: «Meno uno, sto arrivando all’aldilà» l’estremo messaggio.

I segnali mandati da Carlo che però non sono stati capiti da nessuno: dai genitori, che hanno appreso di questo solo dopo la morte del giovane, forse provocata da un profondo disagio psicologico; dagli amici di scuola, che addirittura avevano immaginato ad un messaggio legato ad una ricorrenza; da quelli del gruppo scout e dai tifosi della Turris, la squadra di calcio che Carlo seguiva assiduamente.

Nessuno è riuscito a ben interpretare quelle parole – all’apparenza senza senso – ma che in realtà erano un vero e proprio conto alla rovescia verso la decisione di uccidersi.

Il giovane è stato trovato dal padre, dipendente comunale (la madre invece è un medico) nella sua camera: per compiere questo estremo gesto, il quindicenne ha usato una cintura.

Sul letto ha lasciato un messaggio in cui ha chiesto scusa ai genitori e agli amici: «Non è per voi – ha scritto il ragazzo– che faccio tutto questo».

Il gesto di Carlo, quindicenne suicida, che ha usato il suo profilo di Facebook per lanciare un allarme, non compreso, per fare il conto alla rovescia fino alla tragica fine della sua vita ha sconvolto il mondo di Facebook. Migliaia di contatti nell’arco di poche ore, migliaia di messaggi per Carlo e tante riflessioni. Le prime ondate di opinioni sono state scritte soprattutto da navigatori che sono genitori, annichiliti e allarmati dal possibile effetto emulativo.

La rete in realtà è un enorme specchio delle emozioni collettive, nel bene e nel male; si ha la possibilità di dialogare con tanti, di scambiare opinioni, magari di aprirsi e di affidare turbamenti. Ma questo gigantesco cerchio non riesce a essere antidoto alla solitudine, al mal di vivere: alla fine si resta soli, a fare i conti con se stessi. Come ha fatto Carlo, che ha voluto lasciarci per -andare nell’aldilà-.

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