Ecco i numeri di una crisi iniziata nel 1999, con perdite d'esercizio che il Comune, unico proprietario, non ha mai ripianato e che, oggi, ammontano a circa 20 milioni di euro
Casse aziendali prosciugate e conti che non quadrano. L’Azienda trasporti municipalizzata vive un periodo nero, con inevitabili ripercussioni sulla qualità del servizio di trasporto pubblico. Oggi, più che mai, qualitativamente inefficiente e quantitativamente insufficiente a soddisfare la domanda degli utenti, esasperati per i continui disservizi.
Per capire le motivazioni che stanno alla base della crisi dell’Atm siamo andati a spulciare i documenti economico-finanziari di chiusura esercizio, appurando che i problemi finanziari dell’azienda affondano le loro radici nel “lontano” 1999, “epoca in cui – come si legge nella relazione intestata “Progetto industraile di risanamento di breve termine” consegnata al Comune insieme al bilancio di previsione 2008 – l’Atm inizia ad esporre nel bilancio consuntivo perdite o comunque eccedenza delle uscite rispetto alle entrate” .
E’ a partire da quell’anno, infatti, che il Comune di Messina, ente controllante dell’Azienda, comincia a “sorvolare” sulle perdite d’esercizio accumulate dall’Atm, di fatto taciute in tutti i bilanci comunali redatti sino ad oggi, nonostante precise disposizioni di legge in materia. Il Comune, infatti, quale ente proprietario, ha l’obbligo di riportare le perdite d’esercizio nel proprio documento economico- finanziario e sottoporle all’attenzione del Consiglio comunale. Una volta approvato il bilancio e riconosciuti i crediti, il Comune deve, per legge, provvedere a ripianare le perdite.
Ma le vicende degli ultimi 11 anni anni raccontanto un storia diversa, fatta per una prima parte di bilanci approvati e di crediti vantati dall’Atm mai incassati; e per la seconda parte di debiti non riconosciuti.
L’ultimo bilancio consuntivo dell’Atm approvato dal Consiglio comunale risale al 2001. I documenti finanziari del 2002 e del 2003 sono stati approvati per decorrenza dei termini. Ma nonostante il ricoscimento tacito o espresso dei crediti iscritti in quei consuntivi, il Comune non ha versato all’Atm le somme spettanti. Dal 1999 al 2003 si sono accumulate perdite d’esercizio pari a 3.5 milioni d’euro.
La situazione si è ulteriormente complicata nel biennio 2004-2005: sia il bilancio del 2004 che quello del 2005 sono infatti stati bocciati dal Consiglio comunale, che ha deciso di non riconoscere i debiti. In quella circostanza, in base alla normativa vigente, il Comune avrebbe potuto scegliere tra due diverse alternative: promuovere l’azione di responsabilità verso gli amministratori, dando un nome e un cognome a coloro che avevano contribuito ad affossare economicamente l’Atm oppure porre in liquidazione l’azienda. Ma il Comune decise di assumere una posizione neutra, non individuando i responsabili e mantenendo in vita l’azienda in evidenti ed accertate difficoltà finanziarie.
A fronte del comportamento omissivo del Comune, all’Atm non rimase altro che inserire nei successivi bilanci consuntivi tutte le perdite d’esercizio accumulate dal ’99 al 2005, aspettando che il Comune, unico socio, deliberasse in merito.
Ai 3.5 milioni d’euro di disavanzi accumulati nel quinquennio 1999/2003 si aggiunsero, quindi, le perdite d’esercizio relative al biennio 2004-2005, che hanno fatto registrare la cifra di 12.3 milioni di euro, derivante dalla somma delle perdite del 2004 pari a 8,8 milioni di euro e di quelle del 2005 pari a 3.5 milioni di euro . In totale, quindi, tra il 1999 e il 2005 si raggiunse un disavanzo record di 15,8 milioni di euro
Se sui bilanci del 2004 e del 2005 fu il Civico Consesso ad esprimere parere contrario, sul consuntivo del 2006, chiuso in pareggio dopo molti anni, si è registrato il veto dell’allora commissario Gaspare Sinatra.
Dopo l’equilibrio raggiunto nel 2006, nell’anno successivo si ebbe una nuova flessione. Il bilancio consuntivo del 2007, ancora in attesa di approdare in aula consilare, parla di disavanzo pari a 3 milioni di euro.
Per quanto concerne l’ultimo bilancio consuntivo dell’Atm, relativo al 2008, si asssiste da giugno ad una trasmigrazione continua del documento dal Comune all’Atm, accompagnata da reiterate richieste di chiarimenti da parte dell’ente locale nei confronti dell’azienda speciale.
Le perdite d’esercizio iscritte nel consuntivo ammontano a 689 mila euro, che vanno sommate a quelle registrate dal 1999 in poi. Per un totale di 19,5 milioni di euro.
Una cifra emorme che costringe l’Atm a ricorrere ciclicamente a prestiti bancari e ad indebitarsi verso terzi, in particolare verso i fornitori (ad esempio per l’acquisto di gasolio e pezzi di ricambio).
A fronte di questa situazione di assoluta emergenza finanziaria, non solo non è stata ancora avviata alcuna azione di risanamento aziendale, ma slitta di continuo anche la stipula del contratto di servizio tra Atm e Comune, che consentirebbe di definire in maniera chiera ed inquivocabile diritti e dovere dell’Ente locale e dell’ azienda speciale, dando il via libera alla programmazione gestionale ed organizzativa nel settore del trasporto pubblico locale.
In questi undici anni di incertezza, a pagare le conseguenze più gravi di una gestione poco incisiva e spesso improvvisata sono stati e continuano ad essere i cittadini, soprattutto le fasce deboli che non hanno alternative di mobilità. E comunque rimane il disagio di una città che per le sue condizioni di traffico ha urgentemente bisogno di un servizio di trasporto pubblico efficiente, in grado di migliorare la qualità della vita, come accade in tutti i contesti urbani più evoluti.
