Antonino Bicchieri è accusato di far parte di un gruppo che truffava società finanziarie
Era ricercato da circa un mese. Antonino Bicchieri, 46 anni, fotografo già con precedenti da qualche giorno si nascondeva nella sua abitazione della zona sud. La sua presenza non era sfuggita ai Carabinieri che giovedì hanno eseguito un controllo nell’appartamento senza trovarlo. Ma ormai era fatta e ieri Bicchieri ha deciso di costituirsi ai Carabinieri.
L’uomo era ricercato dal 17 luglio scorso quando aveva evitato la cattura nell’operazione Camaleonte che aveva portato all’arresto di cinque persone con l’accusa di truffa aggravata, falsità in atti, frode e ricettazione.
Secondo quanto accertato dai Carabinieri il gruppo falsificava carte di identità e, utilizzando buste paga rubate a dipendenti del Comune e dell’Ausl, truffava società finanziarie ed acquistavano auto o altri beni costosi senza poi pagare le relative rate.
In carcere era già finito Pietro Cucinotta, 53 anni, indicato come la mente del gruppo. Avevano ottenuto i
i domiciliari: Alberto Mancini, 60 anni; Franco Salomone, 40 anni; Davide Mavilla, 54 anni e Nicolò Burgio, 46 anni.
L’operazione era stata avviata nell’estate del 2006, quando numerosi dipendenti del Comune di Messina denunciarono l’utilizzo dei loro dati anagrafici per ottenere finanziamenti per l’acquisto di beni di vario genere.
Erano le finanziarie a contattarli a seguito del mancato pagamento delle rate. Ma gli impiegati comunali e dell’Ausl quei soldi non li avevano mai richiesti. Lo avevano fatto, invece, i truffatori che avevano esibito le loro buste paga e carte d’identità false per ottenere i finanziamenti.
Secondo i Carabinieri l’organizzazione godeva di complicità anche all’interno di Palazzo Zanca. Probabilmente da parte di dipendenti
