Solo in serata si conclude una lunga seduta nella quale è scontro aperto tra il presidente della commissione Bilancio, Melazzo, e l’amministrazione. Che però incassa il sì, in vista della prova del nove del previsionale, per il quale l’Mpa annuncia battaglia
Ci sono volute oltre sette ore di consiglio comunale, una buona dose di immancabili polemiche e qualche spigolatura tutta interna alla maggioranza, ma alla fine l’amministrazione Buzzanca ha incassato il sì al consuntivo 2009. Su 34 votanti, in 24 hanno dato il benestare, mentre i 10 contrari si contano tra il Pd, i “brigugliani” del Pdl (fatta eccezione per Trischitta) e il battagliero Giuseppe Melazzo, presidente della commissione Bilancio, “abbandonato” dal suo partito, l’Udc, che esprimendosi in maniera opposta alla sua ha di fatto preso le distanze dalle sue posizioni oltranziste. Già nei giorni scorsi Melazzo, a nome della commissione da lui presieduta, aveva scritto una lettera di fuoco ai revisori dei conti per «evidenziare le palesi e rilevanti discrasie che sono emerse all’esito dell’approfondito esame tra i dati riportati tanto nel conto consuntivo 2009 quanto nel bilancio previsionale 2010 e le risultanze invece che sono emerse dalla copiosa documentazione acquisita ufficialmente agli atti di questa commissione nonché della XI commissione consiliare competente in materia di società partecipate». Melazzo si era concentrato in particolare sulle “discrasie” rilevate «in merito alle risultanze documentali contabili e finanziarie riguardanti: Atm, Ato3, Messinambiente, Amam, residui attivi, debiti fuori bilancio (l’effettivo ammontare e la relativa copertura), piano di dismissione e valorizzazione del patrimonio comunale, assenza di censimento del contenzioso, strumenti di finanza derivata, spese per il personale». Così il presidente della commissione Bilancio aveva chiesto ai revisori di «voler riconsiderare o rielaborare la relazione in merito al rendiconto 2009 ed il relativo parere conclusivo alla luce di tale documentazione e a tener presente la stessa nella redazione del parere inerente il bilancio di previsione 2010».
Oggi Melazzo è andato oltre, presentando un emendamento, rielaborato con due sub-emendamenti (uno suo e uno di Pergolizzi, “brigugliano” del Pdl), con il quale si chiedeva di sospendere la trattazione del consuntivo e addirittura di avviare le procedure propedeutiche alla dichiarazione del dissesto finanziario. Sull’emendamento è nata una querelle sviluppatasi sul filo dei “cavilli” del regolamento. Il ragioniere generale, Ferdinando Coglitore, non ha voluto prendere posizione, chiedendo a Melazzo gli allegati citati nella delibera. Lui non si è perso d’animo e dopo pochi minuti ha fatto portare dai solerti segretari di commissione sette faldoni stracolmi di carte e documenti, regolarmente depositati sull’ingombro tavolo della presidenza del consiglio comunale. Inevitabile, a quel punto, la votazione (nonostante qualche estremo tentativo di “forzare” il regolamento), con bocciatura dell’emendamento di Melazzo, complice l’astensione del suo partito, l’Udc (con tanto di “ramanzina” furibonda da parte di Pippo Ansaldo).
Ma cosa contestava, in particolare, Melazzo? Nel mirino soprattutto i conti dell’Atm e di Messinambiente. Agli atti della commissione ci sono carte, provenienti dall’azienda trasporti, secondo cui i debiti ammonterebbero a 51 milioni. Ma da nessuna parte se ne fa cenno. «L’azienda ha più volte inviato il bilancio al Comune – ha sottolineato Melazzo – ma l’amministrazione non ha voluto tenerne conto, forse per non dover riportare quelle cifre nei bilanci». Altro paradosso, e grande incognita, per Messinambiente: 20 milioni di euro i crediti vantati dalla società di raccolta dei rifiuti nei confronti dell’Ato3, ma nello stesso bilancio dell’Ato3 non se ne fa cenno. Com’è possibile? Misteri, rimasti irrisolti. Nonostante questo il consuntivo è stato approvato lo stesso, con buona pace anche del Pd, che la propria posizione l’aveva esposta attraverso un documento e le parole del capogruppo Tani Isaja. Il Pd chiedeva in particolare di avere contezza degli eventuali provvedimento correttivi applicati dal Comune in ottemperanza a quanto richiesto dalla Corte dei Conti. Inoltre, veniva chiesto l’elenco analitico dei residui attivi e passivi e le copie dei bilanci di Messinambiente, Atm, Feluca, Sogas, Amam, Stu, ecc., insomma di tutte le partecipate.
Da registrare un antipasto di ciò che avverrà per il previsionale (quella sarà la prova del nove per l’amministrazione comunale), fornito dall’Mpa, che ieri ha votato sì per quanto riguarda il consuntivo, ma al tempo stesso preannuncia battaglia per il prossimo documento contabile (ancora privo del parere dei revisori dei conti). «I gruppi consiliari espressione del mondo autonomista, Mpa – Alleati per il Sud e Risorgimento Messinese – si legge in una nota – a seguito di quanto emerso dall’ultimo incontro di partito, comunicano di avere presentato questa mattina richiesta ai sensi di legge, a tutti gli assessori della giunta Buzzanca, per avere contezza delle determine e degli impegni economici fatti dai vari componenti dell’esecutivo dal luglio 2008 ad oggi. Quanto sopra nell’interesse superiore di mettere a conoscenza l’intera città della gestione che ad oggi si è fatta della cosa pubblica, oltre che per avere un quadro completo e definitivo del lavoro svolto dal Sindaco e dai suoi collaboratori di giunta. Inoltre – prosegue la nota – si preannuncia che, in piena linea con quelli che erano i presupposti condivisi e previsti nel programma elettorale del sindaco on. Buzzanca, e considerata l’impossibilità di poterne discutere col primo cittadino, ad oggi non disponibile ad un dialogo chiarificatorio con l’Mpa, che i consiglieri comunali Sebastiano Tamà, Nino Restuccia e Nino Carreri presenteranno nei prossimi giorni diversi emendamenti migliorativi di un documento contabile, il bilancio previsionale, che allo stato attuale si considera incompleto e non rappresentativo di tutte quelle esigenze di cui la comunità messinese ha bisogno». Insomma, le ferie sembrano davvero lontane.
