La consigliera comunale interviene nel dibattito sollevato dopo il caso Merlino.
Saponara – Si discute a Saponara dopo la sfiducia al sindaco Giuseppe Merlino. A intervenire è la consigliera comunale Maria Spidalieri che in un profondo sfogo, sotto pubblicato integralmente, ricostruisce l’operato di questi anni, fa il punto su opere e messa in sicurezza del territorio e indica alcuni punti caldi del clima politico attuale.
C’è una distanza profonda tra la propaganda e la realtà che i cittadini di Saponara vivono ogni giorno sulla propria pelle. Da mesi, in Consiglio Comunale, viene ribadito un concetto semplice ma fondamentale: Saponara merita rispetto e verità. E invece, dal 15 dicembre a oggi, si è assistito solo a slogan e propaganda elettorale, mentre il silenzio – a volte – dice molto più di mille parole.
Si parla di “responsabilità che disconosce la sfiducia”, ma dov’era la fiducia dal 2022 al 2025 verso quelle persone corrette che erano al fianco dell’amministrazione, e poi completamente marginalizzati e poi allontanati nonostante volessero solo il bene del territorio? Perché non si è mai risposto alle accuse di scarsa leadership che hanno portato alla situazione attuale? Oggi si comprendono meglio anche le scuse fatte a porte chiuse, lontano da cittadini a cui invece erano dovute spiegazioni pubbliche.
Servirsi delle persone senza nemmeno ringraziarle non è mai una buona pratica. Emblematico il caso di Via Kennedy: un muro che ha richiesto l’intervento di diversi parlamentari, eppure se ne cita solo uno. Oltre agli onorevoli menzionati, vi sono stati altri incontri e interventi, anche con l’onorevole Leanza, che ha aiutato concretamente il Comune più volte, persino in momenti delicati come il problema con la banca, senza ricevere neanche un semplice grazie. Evidentemente, la vicinanza a persone ritenute “non consone” è bastata per cancellare ogni riconoscimento.
Al di là delle chiacchiere, resta un’unica, amara realtà: nessuna parte del territorio è stata realmente messa in sicurezza e nessuna opera è stata consegnata ai cittadini. Dopo 14 anni di governo, al netto di una breve interruzione, le domande sono inevitabili:
• quale porzione reale di territorio è stata messa in sicurezza?
• quante opere strutturali sono state concluse e rese fruibili?
La risposta è una sola: zero. Il caso Case Nuove ne è la prova: il progetto non è un nuovo risultato, ma un’eredità della precedente amministrazione, semplicemente aggiornata oggi e solo grazie alle continue sollecitazioni del gruppo Risolleviamo Saponara. Un atto dovuto, arrivato con colpevole ritardo.
Ancora più grave la situazione di Via Kennedy, rimasta bloccata per quasi un anno, mentre in altri comuni, come Santa Teresa di Riva, interventi simili sono stati risolti in pochi giorni.
La stagione amministrativa che si è appena chiusa, al netto dei tifosi, è stata un fallimento evidente. Basta con il gioco di chi è più bravo: dopo 14 anni non si possono più spacciare aggiornamenti di vecchi progetti come grandi successi. La sicurezza non è un banner pubblicitario, è un diritto negato.
Tra distorsioni della realtà su stipendi, cooperative e risultati mai raggiunti, i cittadini sapranno distinguere. Sarebbe bastato avere polso, saper tenere il timone saldo, esercitare una vera leadership: forse tutto questo non sarebbe accaduto. Fatevene una ragione. Perché alla fine la verità è una sola, chiara e condivisa: è stato il fallimento di tutti. La verità non si aggiorna, si racconta. E Saponara merita rispetto, non propaganda.
