Messinambiente rischia di essere messa in liquidazione

Messinambiente rischia di essere messa in liquidazione

Messinambiente rischia di essere messa in liquidazione

giovedì 13 Gennaio 2011 - 00:06

L’assemblea dei soci rinvia al 9 febbraio la decisione sulla ricapitalizzazione. Calabrò del Pd: «Il sindaco non tiene conto delle indicazioni del consiglio comunale. E adesso cosa farà?»

Dopo la lunga querelle sul bando dell’Ato3, nuovi sviluppi potrebbero scompaginare il settore dei rifiuti in città. Messinambiente, infatti, rischia seriamente di essere messa in liquidazione. Un rischio che è stato manifestato ieri nel corso dell’ultima assemblea dei soci, nel corso della quale è stato evidenziato che si è ormai ad un bivio: ricapitalizzazione della società o messa in liquidazione. La scelta, di fatto, spetta al Comune, praticamente socio unico (al 99 per cento), e andrà presa entro il 9 febbraio, data a cui è stata aggiornata l’assemblea dei soci. «A tal proposito – è il commento del capogruppo di Genovese Sindaco (Pd) al Comune, Felice Calabrò – è opportuno fare un chiarimento. Invero, l’eventuale non ricapitalizzazione determinerebbe, in presenza di passività accertate, il serio rischio della messa in liquidazione della società stessa con le conseguenze relative. Ciò detto, quindi, è quantomeno doveroso, che il sig. Sindaco esponga in maniera chiara e precisa la politica dell’amministrazione in ordine alla questione rifiuti, ritenendo legittimo, viceversa, chiedersi: il Comune provvederà alla ricapitalizzazione? Che destino avrà la società Messinambiente? Ed ancora, quale sarà il destino delle 570 famiglie dei lavoratori impegnati nell’ambito della predetta società? Temi tutti di cui il consiglio comunale si è occupato e sui quali ha espresso, a larga maggioranza, un indirizzo chiaro ed univoco a cui l’amministrazione non ha ritenuto adeguarsi, senza però dare le dovute spiegazioni. Una cosa è certa però, Buzzanca, evidentemente, non potrà continuare a svolgere il ruolo dell’uomo solo al comando, soprattutto nell’ambito di tematiche così importanti per l’intera collettività, dovendo, nel qual caso, il consiglio comunale prendere atto, definitivamente, dei reiterati ostili rapporti tra istituzioni e, conseguentemente, adottare gli opportuni provvedimenti di competenza, se del caso finanche sanzionatori».

«Ancora una volta – sottolinea Calabrò – l’amministrazione comunale ha dato prova dell’inadeguatezza che le è propria. Nello specifico, il riferimento è all’ormai nota vicenda dei rifiuti solidi urbani, nonché sui servizi connessi, atteso che il primo cittadino ha ritenuto dover agire senza tenere in alcun conto sia delle c.d. regole istituzionali, che, conseguentemente, delle istituzioni medesime. Lo scorso 26 Novembre, infatti, il consiglio comunale, proprio a fronte dell’insostenibile situazione creatasi, peraltro tuttora in atto, ha invitato Buzzanca ad intervenire sulla vicenda, nonché a prendere atto delle riflessioni e dei convincimenti maturati sul punto, proprio al fine di addivenire ad una soluzione quanto più condivisa del problema. Ma l’invito è stato disertato, posto che la seduta si è svolta in assenza del signor sindaco, il quale ha ritenuto non doveroso far conoscere alla città e, quindi, alla massima istituzione rappresentativa, quale fosse, qual è e quale sarà l’intenzione dell’esecutivo (o meglio, sarebbe più giusto dire del sindaco, atteso che neanche i vari assessori sono effettivamente al corrente delle strategie politiche in materia) in ordine ad un tema fondamentale per l’intera cittadinanza».

Calabrò ricorda che «nel corso di quella seduta, il consiglio comunale, con la votazione dell’ordine del giorno proposto dal Pd, ha ritenuto impegnare l’amministrazione comunale ad intervenire presso l’Ato3, società in liquidazione ex lege, al fine di ritirare in autotutela il bando per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani relativamente al periodo 1. gennaio 2011 – 31 dicembre 2015, nonché a promuovere la messa a gara di almeno il 40% delle azioni di Messinambiente spa con lo scopo di individuare un partner privato titolare delle suddette quote e nel contempo, conferire al detto socio compiti operativi connessi alla gestione del servizio, ed ancora ad impegnare il socio privato a porre in essere gli investimenti necessari per ammodernare la filiera. Peraltro, in tale occasione, il civico consesso ha posto in evidenza il legittimo dubbio, poi acclarato dalla circolare dell’assessore regionale all’Energia, sull’incompetenza – e conseguente eccesso di potere – del liquidatore a porre in essere il bando richiamato. Ma, purtroppo – conclude Calabrò – ogni nostra buona intenzione è rimasta lettera morta, perché il primo cittadino, oltre a disattendere l’invito, oltre all’assordante silenzio, ha ritenuto mantenere fede all’ormai consueta non osservanza delle indicazioni e degli indirizzi provenienti dal consiglio comunale».

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