Pesantissime richieste di condanna sono state avanzate oggi dal PM Giuseppe Verzera ai giudici della Prima sezione del tribunale nel processo su un traffico di droga fra Messina e Catania. Il sostituto procuratore ha chiesto condanne per 183 anni e mezzo di reclusione a carico di dodici imputati.
Era stato il collaboratore di giustizia catanese Carmelo Marchese, dopo il suo arresto avvenuto nel 2000 da parte dei Carabinieri, a vuotare il sacco.. Marchese raccontò che il traffico di marijuana sull’asse Messina-Catania era gestito dal clan del boss scomparso Carmelo Castiglia e dal figlio Giuseppe. Fu lui stesso, fra il 1999 ed il 2000, prima di essere arrestato a recarsi a Messina ed acquistare la sostanza stupefacente dal gruppo di Maregrosso che a sua volta la procurava grazie a trafficanti albanesi. Il sostituto procuratore Giuseppe Verzera, concludendo la sua requisitoria, oggi ha avanzato durissime richieste di condanna. La più alta, 22 anni, per
il presunto boss del gruppo del clan catanese, Giuseppe Pastiglia; 21 anni per Bernardo Lopis; 20 anni e mezzo per l’albanese Clirim Proshka, 16 anni e mezzo per il messinese Christian Burrascano e per gli albanesi Mimosa e Quatip Sallahi; 14 anni per Muharem Mici, albanese residente a Rodia, 13 anni per il catanese Giuseppe Battiato, 12 anni e mezzo per Luzim Hyka, 12 per Veli Alezaj anche lui albanese, 11 per Michele Pietro Ballato e 6 anni per Carmelo Marchese che ha ottenuto i benefici previsti per i collaboratori di giustizia. La sentenza è prevista per il 13 ottobre dopo le arringhe difensive.
