Disagio abitativo per 2 milioni di famiglie. Il sindacato: “Puntare su autorecupero e agevolazioni”

Disagio abitativo per 2 milioni di famiglie. Il sindacato: “Puntare su autorecupero e agevolazioni”

Eleonora Corace

Disagio abitativo per 2 milioni di famiglie. Il sindacato: “Puntare su autorecupero e agevolazioni”

Tag:

lunedì 13 Aprile 2015 - 06:38

Durante il Congresso del sindacato Unione Inquilini, svolto alla Casa Rossa, si è parlato del disagio abitativo e delle possibili strategie per affrontarlo, sia a livello locale che nazionale. Tra le suggerite dal sindacato spicca quella dell’autorecupero degli immobili

Diritto alla casa ed emergenza abitativa. Un tema scottante, di grande rilievo sociale. Se ne è discusso durante il Congresso dell’Unione Inquilini, svolto alla Casa Rossa, che ha visto l’approvazione all’unanimità del documento redatto sul tema della casa dall’UI e la riconferma all’unanimità del direttivo composto da sette membri: Antonio Curro', che sarà delegato al congresso nazionale a Livorno dal 17 al 19 aprile, Gianmarco Sposito, confermato segretario provinciale, Enzo Bertuccelli, Clelia Marano,Francesca Fusco, Andrea Abbate e Luca Donato.

È intervenuto al congresso anche l’assessore Sebastiano Pino, dopo aver rinnovato la stima per il lavoro messo in atto dal sindacato, ha parlato dell’impegno dell’amministrazione comunale per tentare di risolvere il problema della casa. “Per rinnovare la città – ha sottolineato l’assessore – la Giunta punta al nuovo PonMetro”.

“Tramite l'intervento dell'assessore alle politiche per la casa Sebastiano Pino – scrive l’Unione Inquilini – il Comune di Messina ci da' disponibilità all'inserimento dei contributi insieme a quelli regionali ,destinati agli inquilini,integrandoli in futuro con quelli previsti dai Pon Metro; esprime ricettività alla nostra idea per il recupero di beni ,anche privati ,abbandonati ,da destinare all'autorecupero ,tramite efficaci bandi per cooperative di inquilini,seguendo esperienze già attive altrove;garantisce future contrattazioni coi privati per l'acquisto di case da destinare all'ERP; propone nuove misure di censimento con l'agenzia del territorio per i beni comunali e dell'Iacp. Ci assicura le richieste avanzate dall'amministrazione alla Prefettura per graduare la forza pubblica in situazioni abitative precarie,nell'applicazione delle linee guida regionali sulla morosità incolpevole”.

All’incontro hanno preso parte diverse realtà territoriali, dai membri del PRC al Teatro Pinelli, da CMDB all’Altra Europa e poi il sindacato Orsa, in rappresentanza del quale è intervenuta Francesca Fusco, Enzo Bertucelli per la CUB e i 5 Stelle. Ad arricchire il dibattito,sono intervenuti anche i consiglieri comunali e di quartiere di Cambiamo Messina dal Basso, Ivana Risitano e Ciccio Mucciardi. Nel corso dell’evento è stato affrontato anche il tema delle morosità incolpevoli. Antonio Currò a questo proposito, ha annunciato un incontro con il Prefetto martedì 14, per fare maggiore chiarezza sull’argomento, visto la richiesta di precisione avanzata dalla Prefettura circa l’elenco di morosi incolpevoli siglato dall’amministrazione comunale.

Oggi, il disagio abitativo coinvolge quasi due milioni di famiglie in affitto: una recentissima indagine rileva che oltre il 40% dei conduttori nell’ultimo anno non ha pagato o è in ritardo di almeno un mese nel pagamento del canone. Per oltre un milione di famiglie si può parlare più propriamente di precarietà abitativa. Nell’Unione Europea, l’Italia possiede la maglia nera per la coabitazione forzata dei giovani nelle famiglie di origine. Il valore dell’insieme del patrimonio pubblico è valutato in almeno 281 miliardi di euro. Questo patrimonio è, in parte, inutilizzato o in disuso, come avviene, ad esempio, per il demanio militare e civile. “A questo proposito – commentano dall’UI – si parla di spreco per gli affitti passivi pagato dallo Stato, ma il costo è anche quello della sofferenza abitativa strutturale, che è un enorme costo sociale ma anche un grande costo economico”. Una soluzione, più volte suggerita dal sindacato, è quella dell’autorecupero, che può essere strutturata anche tramite cooperative “costituite esclusivamente da persone che possiedono i requisiti per avere diritto a una casa popolare, e che partecipano, così, a attivamente al progetto di recupero di immobili dismessi o in disuso che gli vengono affidati. Insomma, il tesoro nascosto e inutilizzato del patrimonio immobiliare pubblico può essere la leva di un vero e grande progetto di riappropriazione sociale: il recupero e riuso ai fini dell’affitto sociale e della residenza popolare con l’obiettivo strategico di incrementare in 10 anni e senza consumo di suolo, di 1 milione l’offerta di alloggi popolari in Italia destinati ai soggetti che la crisi mette in difficoltà. Si tratta di un investimento non di un costo: un investimento sulla coesione sociale del Paese e anche per la ripresa economica e per il lavoro”.

Le soluzioni ipotizzate dal sindacato per attuare il piano sono: il contrasto al canone nero e irregolare, l’eliminazione della cedolare secca per gli affitti liberi. “In tutto, fanno oltre 1 miliardo e mezzo di euro di entrate strutturali, cioè che si ripetono anno per anno, e che già di per sé renderebbero praticabile un finanziamento pluriennale e di entità considerevole. A questi importi vanno aggiunti 1,05 miliardi di fondi ex Gescal in giacenza presso la Cassa Depositi e Prestiti, 572 milioni di euro che lo Stato ha prelevato da quei fondi nel passato e deve restituire più le risorse ex Gescal, la cui finalità esclusiva è l’edilizia residenziale pubblica, che diverse Regioni hanno illegittimamente sottratto dai loro bilanci per destinarli ad altri scopi”.

In Italia, lo segnala l’Istat, sono triplicate le persone senza dimora o che si rifugiano in baracche o alloggi di fortuna. I nuclei familiari, utilmente collocati nelle graduatorie dei comuni e che avrebbero diritto a una casa popolare ammontano a 700 mila. A questi vanno aggiunti quanti, pur avendone diritto non hanno fatto una domanda, essendo evidente l’impossibilità di una risposta positiva. Possiamo pertanto valutare in circa un milione di alloggi. La Banca d’Italia segnala viceversa, che ci sono oltre 540 mila alloggi invenduti di cui circa 150 mila di nuova costruzione.

Allarmanti sono i dati forniti dal Ministero dell’Interno sugli sfratti in Italia. E’ Dal 2008 che le sentenze crescono in maniera continua, superando anno dopo anno il picco precedente. Nel 2013, per la prima volta è stata supera la soglia delle 70 mila sentenze emesse. Negli ultimi 3 anni, le sentenze di sfratto sono state 205.021, nei tre anni precedenti – dal 2008 al 2010 – furono circa 157.000, gli sfratti nell’ultimo triennio sono cresciuti in totale di circa 50.000 sentenze. Rispetto al 2003, nel 2013 si è verificato il doppio del totale degli sfratti emessi e il triplo per la causale della morosità. “C’’è un dato che è ancora più emblematico – rileva il sindacato – una recentissima indagine Nomisma sull’andamento degli affitti ha registrato negli ultimissimi anni un raffreddamento lieve del livello dei canoni. In questo stesso periodo, si è realizzato il picco più alto delle sentenze di sfratto per morosità: due dati in apparente contraddizione che spiegano in maniera incontrovertibile l’incompatibilità del cosiddetto mercato con la realtà sociale del Paese”.

Collante e cerniera tra sindacati e movimenti, l’Unione Inquilini, dalla sua fondazione, ha coniugato l’azione e la presenza sul territorio con lo studio e le vertenze legislativo-sindacali. Questi i risultati ottenuti a livello nazionale dall’Unione Inquilini dal 2013 ad oggi: “Siamo stati i protagonisti della vertenza sul contrasto ai canoni neri e,in particolare, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma che prevedeva la possibilità dell’autodenuncia da parte dell’inquilino in cambio della regolarizzazione del contratto e della drastica riduzione del canone, siamo riusciti a far introdurre un emendamento (nel testo scritto dai nostri legali) che salvaguarda coloro che avevano fatto la denuncia e rischiavano di rimanere scoperti dopo la sentenza. Abbiamo elaborato un emendamento alla legge chiamata “Sblocca Italia”, approvato in sede di conversione del decreto, che dispone che nelle proposte da parte dei comuni di affidamento di immobili del Demanio la destinazione per l’edilizia residenziale pubblica deve essere prioritaria. Abbiamo denunciato contro il progetto socialmente criminale della vendita all’asta delle case popolari. Si trattava di un decreto già passato nella conferenza Stato Regioni e già firmato dal Ministro Lupi. Siamo riusciti a bloccarne l’uscita e a imporre la sua riscrittura che di fatto reintroduce le tutele per gli assegnatari. Siamo riusciti a dare una svolta alla vertenza degli inquilini degli enti previdenziali pubblici, battendo il tentativo di bypassare le tutele attraverso l’affidamento ai fondi immobiliari. Abbiamo altresì ottenuto, dopo una vertenza lunghissima, ad ottenere l’avvio del percorso di regolarizzazione dei cosiddetti “senza titolo”. Abbiamo contribuito a far entrare nella legislazione nazionale una norma che recepisce il concetto di “morosità incolpevole” e che, introduce alcuni meccanismi di tutela, inadeguati (come il fondo nazionale di sostegno alle famiglie morose incolpevolmente) o ancora inapplicati in gran parte del territorio (come l’obbligo dei comuni a fare elenchi degli sfrattati per tale ragioni e la conseguente possibilità dei prefetti di graduare le esecuzioni). Abbiamo condotto una battaglia sulla mancata proroga per gli sfratti per finita locazione”.

Eleonora Corace

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007