Effetto ponte, "239 ragioni per dire no"

Effetto ponte, “239 ragioni per dire no”

Redazione

Effetto ponte, “239 ragioni per dire no”

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sabato 20 Aprile 2024 - 07:50

Tante associazioni, oggi a Palazzo Zanca, intervengono sulle 239 richieste d'integrazione al progetto da parte del ministero dell'Ambiente

MESSINA – “Il ponte non sta in piedi, altro che cantieri in estate”. La Conferenza dei servizi sul ponte è stata una falsa partenza.Il ministero dell’Ambiente ha chiesto 239 integrazioni. Le richieste attestano l’impossibilità di approvare un progetto (non) definitivo e di passare al progetto esecutivo. Aprire i cantieri, prima dell’estate o entro fine anno, è semplicemente una chimera”. Così una serie di associazioni e Comitati: Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Lipu (Lega italiana protezione uccelli), Kyoto Club, Man (Associazione mediterranea per la natura), SdT Onlus (Società dei Territorialisti), “Invece del ponte”, “Noponte Capo Peloro”, che hanno redatto le “osservazioni” al progetto del ponte sullo Stretto di Messina. 

Oggi queste realtà presentano le loro poszioni in conferenza stampa, alle 11, alla Sala ovale del Comune di Messina. “Saranno esposti gli effetti che l’opera produrrebbe alla città sulla salute dei cittadini, sul patrimonio artistico e i beni culturali della città, sull’ambiente e l’habitat della città e dei luoghi interessati ai cantieri”, scrivono i promotori.

Introduce i lavori Stefano Lenzi (Ufficio relazioni istituzionali del Wwf Italia – collegato in teleconferenza da Roma), Giuseppe Magazzù (ordinario di Pediatria – Università di Messina, Associazione “Invece del ponte”), Francesca Valbruzzi (archeologa di prima fascia, Comitato “Noponte Capo Peloro”), Anna Giordano (naturalista, Wwwf). Coordina Laura Giuffrida ( “Invece del ponte”). 

“Ben 66 richieste d’integrazione sulle componenti ambientali più rilevanti”

Sostengono le associazioni: “Sulle 239 richieste d’integrazione, ben 66 sono relative alla Valutazione d’incidenza sui siti della Rete Natura 2000 e su tutte le componenti ambientali più rilevanti da parte della Commissione Tecnica Via, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Eenergetica. E attestano l’impossibilità di approvare un progetto (non) definitivo e il fatto che passare al progetto esecutivo e aprire i cantieri, prima dell’estate o entro fine anno, sia semplicemente una chimera. A questo punto i proponenti si dovranno arrampicare sugli specchi per rispondere alla Ctvia, la Commissione tecnica, entro 30 giorni e i successivi 30 il pubblico potrà controdedurre”.

Continua la nota: “Le pesanti richieste di integrazione della Ctvia – a cui si affianca anche uno striminzito (5 pagine) e scandaloso parere favorevole del ministero della Cultura, pubblicato anch’esso on line – si aggiungono alla demolizione del progetto contenuta nelle 534 pagine di contestazioni e controdeduzioni. Osservazioni redatte da un gruppo di lavoro di 38 esperti, tra cui 12 sono i docenti nelle diverse materie ambientali di 9 diversi atenei (Università di Firenze, Napoli, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Roma La Sapienza, Torino, Iuav di Venezia, Politecnico di Milano), inviate l’11 aprile scorso dalle associazioni ambientaliste nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale – Via”.

Oggi è pure in programma, dalle 15.30, la manifestazione a Contesse di un altro Comitato: “Spazio Noponte”.

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3 commenti

  1. CI VUOLE L’ESERCITO

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  2. Vogliamo discutere sull’opera di cui si parla da un secolo e che da oltre 50 anni viene indicata come prossima alla realizzazione, ove naturalmente ogni tipologia di partito politico, senza ovviamente comprendere nulla, si appropria a turno ed a convenienza di ogni genere di pertinenza e competenza per la gestione di questa opera faraonica e la parte avversa politica ovviamente è contraria.

    E’ stato negativo avere fatto politicizzare un argomento cosi immenso, di vasta portata, un opera colossale.

    Discutiamone prima sotto l’aspetto tecnico/ logistico/ingegneristico, ove ogni interesse economico, politico, sociale, ambientale, culturale, gestionale e manageriale, ( pro o contro) non dovrebbe effettivamente trovare alcun minimo spazio.
    Anzitutto, da tantissime fonti autorevoli di espertissimi del settore, è’ emerso che per i ponti stradali-ferroviari, l’esperienza acquisita nel mondo, sino ad oggi, suggerisce di non oltrepassare i 1500 – 1600 metri di lunghezza di qualsiasi impianto del genere .

    In particolare, il professor Fabio Casciati, dell’Università di Pavia e oggi docente in Cina, ha ricordato quali siano le caratteristiche dei ponti sospesi, costruiti come ponti stradali, stradali – ferroviari e/o ferroviari soltanto.

    Mentre quelli stradali hanno ormai raggiunto dimensioni di 2000 mt. nella campata maggiore, i ponti ferroviari si sono fermati a campate principali di lunghezza massima di 1408 mt.

    Ciò perché i ponti sospesi essendo posti in aria, soggetti a venti molto forti, possono far deragliare i treni, specialmente quelli destinati all’alta velocità.

    La sicurezza, la stabilità e la validità tecnica dell’opera cosi unica e colossale, resta il primissimo problema da affrontare. Poi ce ne sono altri 1000, di altra natura ovvio.
    Altro che la fretta, la nevrosi di AGIRE SUBITO , SENZA PROGETTI E SENZA TESTA,,,,, BISOGNA AVERE RIFLESSIONE, PONDERATEZZA, SAGGEZZA, BUON SENSO, EQUILIBRIO E RISPETTO PER TUTTI , SOPRATUTTO PER I MESSINESI E VILLESI . MA AL PRIMO POSTO : 1000 CERTEZZE ASSOLUTE NON DA CHI GESTISCE, MA DA CHI NON GESTISCE MA E’ SUPERCOMPETENTE !!!

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  3. 239 ragioni per il no, ma altrettante è forse qualcuna in più per il sì.

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