Concerto per l’Epifania. Barocco da riscoprire

Concerto per l’Epifania. Barocco da riscoprire

giovanni francio

Concerto per l’Epifania. Barocco da riscoprire

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martedì 09 Gennaio 2018 - 07:05

Nell'evento organizzato dall'Accademia Filarmonica con l'Arcidiocesi di Messina e l'Associazione "Luca Marenzio" esaltata l0opera del gesuita Domenico Zipoli

Il concerto tenutosi sabato 6 gennaio nella Chiesa S. Caterina a cura dell’Accademia Filarmonica di Messina, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela – “Armonie dello Spirito” e l’Associazione Culturale Musicale “Luca Marenzio” ha presentato diversi motivi di interesse. Innanzitutto la riscoperta di un autore italiano poco conosciuto Domenico Zipoli, a cura di una meritoria opera filologica dell’Ensemble di strumenti antichi “Orpheus”, diretto da Carmine Daniele Lisanti, e del Coro Polifonico “Luca Marenzio”, integrato dal Coro di voci bianche e giovanili “Note Colorate”.

Zipoli è un autore barocco, contemporaneo di Bach, un gesuita missionario che compose per la maggior parte della sua vita artistica in Sudamerica, ove prestava i suoi servizi religiosi. In Italia è conosciuto solo dagli addetti ai lavori, e per lo più per la sua produzione strumentale per strumenti a tastiera (capita di trovare sue composizioni in raccolte di partiture di clavicembalisti italiani ad uso degli studenti dei conservatori). La musica sacra, riscoperta negli archivi sudamericani, è di rarissima esecuzione in Italia, mentre l’autore sappiamo essere stato molto celebre in Sudamerica. Non deve stupire pertanto se Papa Francesco ami particolarmente la musica di Zipoli, allo stesso modo come il suo predecessore, Benedetto XVI, tedesco, amasse particolarmente Mozart. Alcuni dei brani sacri proposti sono stati eseguiti per la prima volta a Messina; si tratta dei pezzi "Beatur vir", per solo, coro, due violini e basso continuo, "O gloriosa virginum", per soli, coro, due violini e basso continuo e "Fidelis servus" per solo, violino e basso continuo, mentre il "Domine ad adjuvandum” per soli, coro, due violini e basso continuo e la "Missa S. Ignacio” erano stati già eseguiti anni fa dal Coro Polifonico “Luca Marenzio”. Sono tutti brani appartenenti ai Vespri per la festa di S. Ignacio di Loyola, i cui manoscritti sono stati ritrovati nel 1959 nella cattedrale di La Paz, in Bolivia. L’esecuzione dei brani è stata egregiamente adattata all’organico strumentale che ha visto la presenza di numerosi strumenti antichi, e questa è la seconda nota di interesse. È stata infatti l’occasione di ascoltare dal vivo alcuni strumenti di epoca barocca di indubbio fascino: e così, oltre al contrabbasso, strumento ancora in uso nelle orchestre moderne, suonato dall’ottimo Rosario Riso, abbiamo visto e ascoltato il clavicembalo, strumento di capitale importanza anche per il suo ruolo indispensabile di basso continuo, suonato come sempre magistralmente da Giannalisa Arena, due violini di età barocca, concessi in prestito dal maestro liutaio Ignazio D'Anna, suonati impeccabilmente da Giuseppe Fabio Lisanti e Gianfranco Lisanti, la viola da gamba, meraviglioso strumento precursore del violoncello, per l’ottima esecuzione di Nereo Luigi Dani, i flauti diritti, fondamentali nei brani ascoltati, suonati dai bravi Piero Cartosio e Comparetto Gioacchino; infine la tiorba, una sorta di liuto con le corde molto più lunghe, simile all’arciliuto, strumento ormai di rara presenza, per l’esecuzione di Gabriele Di Pietra. Nel brano forse più bello di quelli ascoltati, “Fidelis servus”, a questo particolare strumento è stato affidato il ruolo di basso continuo, mentre un dolcissimo duetto fra il violino solo di Fabio Lisanti e la voce del tenore Angelo Quartarone ha deliziato il numerosissimo pubblico, in un brano che sembra uscito da una cantata di Bach. Gli altri brani, chiaramente debitori della tradizione polifonica italiana, hanno visto la buona prova delle due cantanti soliste, Alessandra Foti, soprano, e Stefania De Luca contralto, entrambe molto ispirate, come del resto il coro e l’appassionata direzione d’orchestra di Carmine Daniele Lisanti.

La produzione strumentale per tastiera di Zipoli, forse la più importante nel repertorio dell’autore, è stata omaggiata in apertura di concerto dalla splendida esecuzione all’organo, da parte di Don Giovanni Lombardo, del Preludio per organo in Do maggiore, un brano barocco solenne e rigoroso, molto bello, che ha palesato anche un’ottima resa acustica dell’organo della chiesa, per cui auspichiamo l’esecuzione di altri concerti per organo a S. Caterina.

Giovanni Franciò

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