Aeroporti siciliani, all'Ars "...volano gli stracci. Ci rimettono utenti e turisti"

Aeroporti siciliani, all’Ars “…volano gli stracci. Ci rimettono utenti e turisti”

Redazione

Aeroporti siciliani, all’Ars “…volano gli stracci. Ci rimettono utenti e turisti”

giovedì 20 Luglio 2023 - 16:15

I vertici dello scalo palermitano dicono no all'apertura ai voli provenienti da Catania in seguito all'emergenza creata dal rogo di Fontanarossa. Il duro commento di De Luca (M5S) e del segretario regionale Pd Barbagallo

“Aeroporti, volano solo gli stracci, quelli tra Schifani e uomini espressione dei partiti che fanno parte della sua maggioranza e intanto chi ci rimette? Come al solito i siciliani. E i turisti. Anziché fare squadra, in un momento drammatico come questo si fanno la guerra, tutto questo è assurdo”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca a commento del ‘no’ dei vertici dell’aeroporto palermitano all’apertura ai voli provenienti da Catania per cercare di uscire dall’emergenza creata dal rogo di Fontanarossa (nella foto). “La cosa assurda – dice Antonio De Luca – è che le porte in faccia a Schifani, giustamente contrariato, vengono sbattute da uomini che dovrebbero essere a lui vicini come Riggio, ad di Gesap ed espressione della città metropolitana di Palermo e quindi del sindaco Lagalla che in questa vicenda si è schierato a fianco della partecipata, e come Burrafato, presidente della società e uomo di Fratelli d’Italia, partito che sostiene Schifani alla Regione. Sembra un po’ la prosecuzione del caso Cannes che, evidentemente ha lasciato più di una crepa nei rapporti tra Schifani e FdI. Tutto ciò non fa certo bene alla Sicilia e ai siciliani. In tutto questo vorremmo capire qual è la posizione dell’assessore meloniano regionale alla mobilità Aricò”.

“In un momento i cui si dovrebbe remare tutti nella stessa direzione- afferma il deputato Cinquestelle all’Ars Luigi Sunseri – il no di Palermo pesa e non poco, Comprendiamo che per l’aeroporto del capoluogo aprire ai voli provenienti da Catania potrebbe comportare qualche disagio. Ma abbandonare Catania al suo destino non è ammissibile e non so fino a che punto il soccorso di Sigonella potrà servire a mitigare i disagi. Questa vicenda deve comunque servire da lezione: la rete aeroportuale, come diciamo da sempre, deve essere unica, con un’unica società che amministra i sei scali siciliani, una soluzione che garantirebbe una più equa politica del trasporto aereo, guardando a tutto il territorio siciliano e non ai singoli interessi delle due società maggiori. In casi di emergenza, come questa di Fontanarossa, il mutuo soccorso scatterebbe certamente in automatico”.

Il segretario regionale Pd Barbagallo: “Sigonella, ma quando?”

Altrettanto perentorio il commento del segretario regionale del Pd, Barbagallo. “Abbiamo appreso che dopo oltre 48 ore di caos il presidente Schifani ha contattato il ministro Crosetto per l’utilizzo dell’aeroporto militare di Sigonella a supporto di Fontanarossa dopo il rogo di domenica notte. Ci chiediamo se oltre l’annuncio, Crosetto e Schifani hanno pensato pure ad un piano operativo e quando questa ipotesi si concretizzerà. Ad oggi, oltre annunci e rassicurazioni, da parte del governo regionale e della Sac, continua il caos totale in tutta la regione”.

Il massimo esponente democratico della Sicilia evidenzia che “L’emergenza non è affatto rientrata e i disagi per siciliani e turisti, con il passare dei giorni si moltiplicano. Si passa da una gestione inadeguata ad un’altra: Ast, con la complicità disastrosa del governo Schifani, cancella nell’ultima settimana 350 corse in tutto il territorio regionale. Ribadiamo l’urgenza dell’interrogazione posta al governo, è necessario fare chiarezza subito sia sulle responsabilità che sulla totale inadeguatezza della gestione di un’emergenza che costa alla sicilia in immagine e non solo. La zona dell’aerostazione in cui sorgevano i box per noleggio auto e dai cui sarebbe partito l’incendio, siamo sicuri fosse una zona con destinazione ad uso commerciale? Oppure – si chiede ancora Barbagallo – si trattava di un’area destinata a deposito e per questo, stando a quanto emerge, non era presente il sistema antincendio? Interrogativi come questi richiedono urgenti risposte per far luce su responsabilità. Qui davvero devono saltare le poltrone! Ma davvero pensano che si possa restare al proprio posto a gestire questa gravissima emergenza quando le stesse persone non sono state in grado di gestire l’ordinario? Temo – conclude il segretario – che oltre alla incapacità sia anche scattato il sistema di protezione per cui si “salvaguardano” al di là dei danni provocati. C’è una palese e manifesta incapacità gestionale” a scapito di tutti noi siciliani e di chi aveva scelto di trascorrere in Sicilia le sue agognate ferie divenute invece un girone infernale”.

5 commenti

  1. L’aeroporto di Reggio Calabria non è giudicato idoneo, o almeno parzialmente idoneo, con un minimo servizio. L’area dello Stretto di Messina, conurbata tra le due sponde, conta circa 1.300.000 abitanti. seconda area urbana al sud dopo il golfo di Napoli. Possibile che i residenti in riva allo Stretto, non hanno gli stessi diritti di tutti gli italiani ed avere un servizio aeroportuale degno. Catania o Lamezia o addirittura Palermo, che dista da Messina più di quanto distano Napoli – Roma, sono gli aeroporti prossimi, che con notevole disagio sono costretti a subire gli strettesi(res. dello Stretto). Ci vuole un aeroporto idoneo, che possa offrire un vero servizio degno di un paese civile, senza stressanti lunghi spostamenti. Non credo esista al mondo un’area così intensamente abitata senza un vero aeroporto. Se l’aeroporto di Reggio Cal. non può essere utilizzato per limiti non superabili, allora si realizzi subito, l’aeroporto del Mela, che sia idoneo al servizio pubblico e che offra un vero servizio di trasporto aereo.

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  2. La mafia dei colletti bianchi negli anni ’90 si è impossessata dell’idea di dividere la sicilia, che è trina ,in due parti: orientale ed occidentale, a cui è seguita la relativa aeroportualità con le sedi di catania e palermo. A quel punto il campanilismo ha hatto primeggiare l’esuberanza di affermare la supremazia territoriale. Da lì l’abbrivio del decadimento dei territori più limitrofi ad essere penalizzati, con Messina e ancor di più la fascia tirrenica e le Eolie ad essere colpiti, soprattutto nei flussi turistici di breve durata. Tra l’altro la gestione di queste megastrutture aeroportuali affidate ad improvvisati senza merito che come requisito assolvono e rispondono perfettamente a yesman della politica di cui sopra, hanno fatto si che anche in questo settore tutto resti bloccato per far fiorire l’interesse di pochi.
    La soluzione, visto che il territorio trino è stato ritenuto superato, è quella di dividere il territorio orientale/occidentale in nord est e sud ovest, per dotare provincie ed interi comprensori adiecenti di aeroporti minori nel messinese e nell’agrigentino. Solo così la sicilia e le sue attività economiche con un sistema aeroportuale strutturato potrà decollare. E pensare che basterebbero solo 300 milioni di euro per realizzare l’Aeroporto del Mela !!

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  3. Roberto Nanfito' 20 Luglio 2023 20:11

    Ricordo, che quando la frana di Letojanni, nel 2015,divise in due la Sicilia, invadendo di massi la autostrada Catania – Messina, la allora Autorità Portuale di Catania mise a disposizione immediatamente a disposizione degli Armatori messinesi il porto di Catania per non paralizzare il trasporto delle merci, e l’allora Assessore regionale alle Infrastrutture Pizzo, tornò a Palermo, rassicurato che la governance del porto di Catania, si sarebbe impegnata al massimo per cooperare con le Istituzioni e assicurare il collegamento marittimo tra la Sicilia e i porti del nostro Paese. È quello, che si attendono oggi i cittadini Catanesi e i turisti che vogliono visitare la nostra meravigliosa terra.

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  4. È bastato un banale incendio circoscritto ad un solo terminal, sebbene di uno scalo internazionale come quello di Catania, per mandare in tilt il trasporto aereo da e verso la sicilia. Rendiamoci conto che episodi del genere in qualsiasi altro scalo in una altra città d’Europa sarebbero stati risolti nel giro di un paio di giorni. Vorrei ricordare che in aeroporti per così dire secondari come Stansed a Londra parte un volo ogni 2 min. A Catania si sta attrezzando il terminal c per portare da 2 a 7 l’ora. Se non è medioevo questo…

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  5. Siamo da terzo mondo e lo stanno dimostrando i nostri politici, parlano di incentivare il turismo e non sono in grado di farli arrivare questi turisti.
    Non ci lamentiamo quando i turisti scelgono altre mete dove possono contare su servizi seri e reali, e soprattutto gestire le emergenze, piccoli aeroporti Inglesi riescono a far partire aerei ogni 3 minuti noi no. Intanto in tutto questo casino i vari Ministri ( trasporti, infrastrutture o altri) dove sono? Pensano soltanto a come guadagnare dei soldi progettando una costruzione faraonica PONTE SULLO STRETTO anziché provvedere a far nascere altri aeroporti che porteranno benessere e lavoro in Sicilia ( aeroporti zona Milazzo/Isole Eolie- Caronia/Cefalu’- Noto/ Pozzallo – Agrigento o altre zone). E’ chiaro che se non c’è alternativa le persone vengono in macchina, ma con altri aeroporti quella struttura faraonica non avrebbe senso. Infine in tutto questo casino, gli albergatori dove sono? Perché non si fanno sentire? Perché i vertici dell’aeroporto Catanese sono ancora al loro posto? In altre città o Paesi civili sarebbero già stati rimossi. Meditate gente.

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